Enoturismo, la Sicilia guarda al modello California
Il 90% delle cantine dell’isola si dedica alle degustazioni. De la Gatinais (Assovini): «Carte in regola per essere wine destination di eccellenza»
di Nino Amadore
I punti chiave
- L’interesse dei viaggiatori per l’enoturismo
- Il ruolo della Next generation
- La Sicilia, wine destination di eccellenza
- Nell’isola 70 varietà autoctone
3' di lettura
Può l’enoturismo diventare un’attività rilevante per il fatturato delle aziende vitivinicole siciliane? Quali passi sono necessari per dare risposte alla domanda di esperienze in cantina e in vigna? Qual è il target di riferimento? Sono queste solo alcune delle domande cui ha cercato (e cerca) di dare risposte Assovini, l’associazione che raggruppa un centinaio di cantine siciliane, che al tema ha dedicato una tavola rotonda nel corso di Sicilia en Primeur, la vetrina internazionale del vino siciliano cui hanno partecipato oltre un centinaio di giornalisti del settore italiani e stranieri. Tutti guardano con interesse alla California dove le aziende hanno costruito attorno all’enoturismo una parte importante del fatturato. E la Sicilia, rispetto alla California, potrebbe avere alcune marce in più: un patrimonio culturale e paesaggistico unico al mondo, una grande tradizione gastronomica, la storia dei vitigni, delle vigne e delle cantine. Insomma la Sicilia ha, come era uso dire fino a qualche tempo fa, un giacimento infinito il cui valore è riconosciuto dai turisti.
L’interesse dei viaggiatori per l’enoturismo
I dati, lato intenzioni di viaggio o domanda, presentati nel corso di Sicilia en Primeur da Roberta Garibaldi, docente presso l'Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’associazione italiana Turismo enogastronomico, giocano a favore dell’isola: «La Sicilia conferma il suo primato come migliore meta enogastronomica per i turisti italiani grazie al fascino esercitato dal food & wine – dice –. L'enoturismo è uno dei punti di forza dell'offerta, e nel futuro sarà chiamato ad evolversi ed arricchirsi. Guardando ai desiderata degli italiani che hanno intenzione di compiere un viaggio enogastronomico in Sicilia forte è la voglia di vivere gli spazi aperti ed immergersi nella ruralità, primeggiano le degustazioni al tramonto (indicate dal 66%), cene in vigna (60%), vendemmia turistica (46%), wine trekking (42%) passando per il nuovo trend del foraging (46%). La parola chiave è diversificare, ma in base al target, senza dimenticare proposte ad hoc per famiglie con bambini».
Il ruolo della Next generation
Consapevoli del trend in crescita dell'enoturismo siciliano, i soci di Assovini Sicilia scommettono dunque sul binomio turismo e vino che può contribuire a trainare il brand Sicilia valorizzando il proprio territorio. Ed è rilevante il ruolo della Next Generation, la nuova generazione della vitivinicoltura siciliana che si sta preparando al ricambio generazionale: molti dei giovani under 40 si occupano di accoglienza con l'obiettivo di diversificare l'offerta enoturistica trasformandola in wine experience.
La Sicilia, wine destination di eccellenza
Le cantine, negli ultimi anni, si sono attrezzate: secondo un sondaggio di Assovini rivolto agli associati, il 90% delle aziende ha una struttura destinata all'enoturismo per la degustazione in cantina; il 32% possiede una struttura ricettiva con posti letto e il 30% offre una proposta di ristorazione. I servizi offerti dalle cantine sono sempre più curati e diversificati, trasformandosi in wine experience: oltre il 51% offre dai corsi di cucina ai percorsi benessere, dal wine trekking ai tour che interagiscono sempre più con il paesaggio e la cultura dei luoghi. Ma, evidentemente, c’è da fare ancora qualche passo avanti puntando di più sulla wine experience e su quella che possiamo chiamare la coda lunga della visita in cantina che può portare benefici in termini di marketing e di acquisti anche futuri nei luoghi di residenza dei turisti. «Unendo le strategie vincenti di marketing dell'accoglienza adottate in California, con l'unicità, la ricchezza del patrimonio storico, culturale, archeologico della Sicilia e l'autenticità dei luoghi e dei produttori siciliani, la Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza – dice il presidente di Assovini Laurent de la Gatinais – . Con la wine experience si vogliono trasferire le emozioni dalla vigna al vino fino al consumatore finale, attraverso la personale esperienza e storia dei produttori. E lo si vuole fare in una cornice unica: quella del territorio, della cantina, del vino. Intendiamo valorizzare l'enoturismo dei nostri associati come strategia per promuovere la diversità e la qualità dei territori siciliani, la loro ricchezza e cultura gastronomica, il patrimonio paesaggistico-culturale».
Nell’isola 70 varietà autoctone
Alla base resta sempre un sistema unico. «La ricchezza dell'isola è data da un clima invidiabile ma anche da un territorio che presenta più di 70 varietà autoctone e 42mila ettari di viticoltura sostenibile – sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ripercorre la storia del Consorzio DOC Sicilia sin dal 2012 –. Tra i nostri impegni prioritari c'è quello di dedicarci alla conservazione della biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell'isola».
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