Eolico, la Calabria fa il pieno: 440 impianti attivi e 157 progetti
La regione già contribuisce per il 7% alla produzione nazionale verde e le istituzioni scommettono ancora sulle rinnovabili. Ferrara (Confindustria): «Pensiamo a impianti in mare»
di Donata Marrazzo
3' di lettura
Dal golfo di Squillace a quello di Sant’Eufemia, come sullo Stretto, dallo Ionio al Tirreno, la Calabria è esposta tutto l’anno a venti che spirano da ogni direzione: i forti flussi d’aria che caratterizzano la regione attraggono nuove company dell’eolico.
Su scala nazionale, la Calabria, con 440 impianti eolici - il 70% è nelle province di Crotone e Catanzaro - contribuisce per il 7% alla produzione di energie rinnovabili (il 10% in termini di potenza installata) e di fatto potrebbe raggiungere l’autosufficienza energetica: produce più energia di quella che consuma, ma non riceve alcuna compensazione per ridurre i costi energetici dei cittadini. E sono pure in aumento le richieste di concessioni (157 in corso di valutazione, anche per impianti offshore, 12 quelle approvate). Non solo per l’eolico, ma anche per impianti fotovoltaici, idroelettrici e termoelettrici. L’obiettivo del 2030, fissato dall’Unione Europea nel Fit for 55 (il piano per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55%), nella regione appare concretamente raggiungibile.
Nell’elenco dei parchi eolici calabresi è entrato anche il Gruppo Ascopiave che, con un finanziamento di 24,5 milioni, operazione di project finance della holding del gruppo bancario cooperativo Bcc Iccrea, sta installando nei comuni di Belcastro e Petronà (Catanzaro) 6 aerogeneratori Vestas con una potenza complessiva di 21,6 mw. I lavori, realizzati dall’azienda pesarese Renco, sono in dirittura d’arrivo: «Entro dicembre completeremo l’opera - spiega Giovanni Gullì, amministratore delegato di Salinella eolico del gruppo Ascopiave – e affideremo la manutenzione dei luoghi, della struttura e dei sottoservizi a ditte locali. Com’è avvenuto, del resto per la costruzione dell’intero impianto». Costo complessivo, intorno ai 34 milioni.
In una nota congiunta, Ascopiave e Bcc Iccrea sottolineano che «a regime il parco eolico avrà una produzione attesa di circa 40 milioni di kWh all’anno, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 14.000 famiglie. E in 30 anni di produzione, l’effetto di riduzione della CO2 prodotta sarà pari a 319.000 tonnellate». Dunque, quanto l’assorbimento di 350.000 alberi.
Ma proprio la questione ambientale agita tutto il territorio, cittadini, associazioni e Soprintendenza, dal Parco nazionale dell’Aspromonte alla Locride, alla provincia di Catanzaro.
Nei comuni di Torre di Ruggiero, Chiaravalle Centrale, Petrizzi e in quello di Agnana, alcune società con casamadre in Norvegia (Statckraft ) si stanno muovendo per installare complessivamente una ventina di torri di 200 metri di altezza, in grado di sviluppare 150 mw. In molti casi si tratta di aree sic, siti di interesse comunitario, paesaggisticamente straordinarie.
Per gli ambientalisti, la bellezza dei luoghi, proprio in quelle zone interessante dai progetti, è di per sé una ricchezza. Così lanciano petizioni e mobilitazioni. Anche il Gal Terre Locridee si oppone all’installazione dei parchi eolici: «Le pale eoliche generano solo danno al territorio, sotto ogni aspetto. Deturpano il paesaggio, provocano inquinamento acustico e sono del tutto inutili nella nostra regione – dichiara il presidente del Gal Francesco Macrì - Il paesaggio per noi è prezioso e va custodito. I nostri progetti hanno tutti la cifra forte dell’inclusione e della sostenibilità. Scenari come quelli che si profilano nel nostro comprensorio, da Agnana a Mammola, ad Antonimina, non possono che incontrare il nostro dissenso. Speriamo – conclude – che l’assemblea dei 42 sindaci della Locride, presieduta dal primo cittadino di Martone Giorgio Imperituro, prendano posizione». Ma al momento, la loro reazione è fredda.
Il presidente di Confindustria Calabria Aldo Ferrara guarda con interesse agli impianti offshore: «La questione dei parchi eolici in Calabria è un tema controverso. È necessario gestirlo tenendo in considerazione l’ambiente e le ricadute sull’industria del turismo. Abbiamo vento, sole e mare e possiamo diventare effettivamente un hub energetico - afferma -. Per ovviare all’impatto sul paesaggio e sulla natura potremmo puntare su parchi in mare, installati a oltre 12 km dalla riva. Importante – aggiunge – anche la questione posta dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, ovvero di riconoscere alla Calabria, considerata la quantità di energia che già viene prodotta, vantaggi per i cittadini».
La Regione, che ha da poco redatto il Piano per l’energia e il clima, scommette con convinzione sull’eolico, evidenziando che «le attuali emergenze dimostrano chiaramente come il vecchio sistema basato su combustibili fossili non possa rappresentare garanzia di sicurezza in termini di affidabilità, non sia sostenibile a livello di costi e non consenta di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Per questo è necessario puntare sulla diversificazione energetica, sfruttando l’alto potenziale offerto dalle fonti energetiche rinnovabili».
loading...