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Eolico, a Rimini la maxicentrale da un miliardo in mezzo all’Adriatico

Avviato il progetto per un parco di 59 eliche da posare al largo della riviera romagnola. L’investimento potrebbe arrivare a un miliardo di euro

di Jacopo Giliberto

Venti mettono il turbo, dal 2010 piu' veloci del 7%

4' di lettura

Una delle prospettive energetiche più inseguite nel mondo è l’ eolico offshore , cioè in mezzo al mare. Zero disturbo alla cittadinanza e ventosità impetuosa. Avviene per esempio nel Mare del Nord oppure davanti alla costa baltica della Danimarca. Anche l’Italia potrebbe estrarre elettricità dal vento del mare con una centrale fatta di 59 “mulini a vento” in mezzo all’Adriatico, al largo di Rimini e di Cattolica. Valore complessivo dell’investimento, secondo le stime: un miliardo tutto compreso. Potenza prevista, 330 megawatt.

L’idea di posare 59 “ventilatori” al largo del divertimentificio romagnolo è della società di scopo Energia Wind 2000 costituita da due aziende specializzate dell’eolico, cioè l’azienda foggiana Fortore e la 3R Energia di Riccardo Ducoli. Non è il primo tentativo, e nel passato furono osati progetti simili nel mare di Gela, in Molise, in Puglia. Nessuno dei progetti è mai arrivato alla realizzazione.

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La Provincia è d’accordo

Il progetto era stato immaginato dalla Provincia di Rimini una quindicina d’anni fa quando l’eolico in mare pareva fantascienza. Sono passati gli anni - i tempi degli investimenti nel segmento dell’energia si misurano a blocchi di cinque anni per volta - ma la Provincia continua ancora oggi a lusingare l’idea. Difatti la provincia ha organizzato di recente diversi incontri pubblici per presentare il progetto.

Ma già allora, una quindicina d’anni fa, la Provincia aveva deciso di studiare il progetto e sulla piattaforma Azalea dell’Eni, che estrae metano dai giacimenti a 15 chilometri al largo delle spiagge romagnole, venne messo un anemometro, cioè un misuratore del vento, per raccogliere i dati sulla qualità delle brezze. Esaminato ogni soffio e alito, la Provincia fece un accordo con la società Energia Wind 2000.

La trafila di autorizzazioni

L’anno scorso la società ha ottenuto da Terna la possibilità di collegare la centrale futura alla linea adriatica di alta tensione. Due mesi fa sono stati chiesti l’autorizzazione unica e, al ministero delle Infrastrutture e trasporti, la concessione demaniale per 30 anni del braccio di mare (la competenza della Regione si ferma alla riva). Il progetto è stato consegnato anche agli altri ministeri coinvolti, come lo Sviluppo economico e l’Ambiente.

Qualche dettaglio tecnico

I 59 “ventilatori” da 5 megawatt l’uno saranno su piloni alti 125 metri e le pale delle eliche avranno il raggio di 81 metri. Per renderle meno visibili dalla spiaggia, le 59 eliche saranno posate quanto più lontano possibile. I “mulini a vento” più vicini saranno posati a 10 chilometri dalla battigia, dove l’Adriatico è profondo una dozzina di metri, e i più lontani arriveranno al limite delle acque territoriali a 22,2 chilometri, dove l’acqua è profonda una trentina di metri.

I piloni delle eliche saranno allineati in lunghe mezzelune attorno alle piattaforme sui giacimenti Azalea, Giulia e Regina; fra i diversi “ventilatori” ci sarà la distanza di oltre mezzo chilometro in modo da non vincolare l’area intera e consentire la pesca e la navigazione. Come è ovvio, a ridosso dei piloni sarà vietato pescare.

Imprese ingaggiate

La proposta di progetto esalta con generosità di cifre ed entusiasmo descrittivo i dettagli economici e le ricadute previsti: un miliardo di investimenti complessivi, mille aziende coinvolte, 10mila addetti al lavoro, un indotto di 100mila lavoratori, la creazione di circa 150 posti di lavoro permanenti (tra dipendenti diretti e indotto) per la gestione e la manutenzione degli impianti, la creazione di circa 50 posti di lavoro permanenti (tra dipendenti diretti e indotto) per attività di ricerca e tutela ambientale ma anche - pronosticano con ottimismo le due aziende che vogliono costruire la centrale - un’attrazione per le imprese del turismo, della pesca sportiva e delle immersioni.

È vero che oggi perfino le decine di piattaforme petrolifere davanti alla Romagna sono un’area di riserva in cui la vita del mare si riproduce al riparo dalle reti a strascico che setacciano l’Adriatico e sono un punto di attrazione turistica per le gite organizzate in battello. A maggior ragione potrebbero diventarlo i filari di piloni eolici piantati al largo.

Di sicuro, già da anni due imprese italiane sono impegnatissime nei mari del mondo (tranne quelli italiani) per le tecnologie del vento. La Saipem di San Donato Milanese è chiamata ovunque per posare i piloni eolici in mezzo al mare; la Prysmian di Milano Bicocca costruisce i cavi di alta tensione che collegano a terra le centrali eoliche in mezzo al mare. Alcune fra le ultime commesse: Saipem posa i 71 “ventilatori” al largo di Fécamp in Normandia, Francia, e le 54 turbine del parco eolico offshore Neart na Gaoithe davanti alla costa della Scozia. Prysmian ha realizzato il cablaggio del parco eolico galleggiante francese in Mediterraneo e ha posato i cavi di collegamento sottomarino del parco eolico offshore Wikinger.

Il mostro

A favore del progetto la Legambiente; «questo è l’unico acciaio — commenta il presidente Stefano Ciafani — che vogliamo in mare: è quello che permette di riconvertire aziende e lavoratori dell’oil&gas».
Ma al contrario ecco una veloce antologia lessicale tratta da un comunicato accorato di Italia Nostra, sezione di Rimini: «Stupore», «indignazione», «un progetto deleterio», «una simile mostruosità», «un bosco di pali che si staglia all’orizzonte del mare, magari frapponendosi al sole che nasce». Una frase dell’associazione di tutela sfiora il sublime dell’indignazione più vibrante, e merita di essere riportata lemma per lemma: «Una mostruosità, uno scempio a cui neanche l’immaginazione può dare una risposta capace d’avvicinarsi alla realtà del progetto».

Riproduzione riservata ©
  • Jacopo Gilibertogiornalista

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: ambiente, energia, fonti rinnovabili, ecologia, energia eolica, storia, chimica, trasporti, inquinamento, cambiamenti climatici, imballaggi, riciclo, scienza, medicina, risparmio energetico, industria farmaceutica, alimentazione, sostenibilità, petrolio, venezia, gas

    Premi: premio enea energia e ambiente 1998, premio federchimica 1991 sezione quotidiani, premio assovetro 1993 sezione quotidiani, premio bolsena ambiente 1994, premio federchimica 1995 sezione quotidiani,

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