E-commerce

ePrice, nuovo piano in arrivo. Torna l’ipotesi aumento di capitale

di Carlo Festa

2' di lettura

Allo studio opzioni strategiche per ePrice, tra le aziende leader dell’e-commerce italiano.

Hanno lasciato il segno il significativo calo delle vendite nei mesi di maggio e giugno e il drastico calo della cassa al primo semestre 2019, emerse dal comunicato stampa diffuso lo scorso primo agosto. Tanto che, in attesa di chiarire il futuro, è stata rinviata a settembre l’approvazione della semestrale.

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Fondata da Paolo Ainio e quotata dal 2015 sul segmento Star di Borsa Italiana, l’azienda (un tempo nota come Banzai Spa) ha visto l’ingresso di soci eccellenti come il banchiere Matteo Arpe, fondatore di Sator, e Pietro Boroli, uno degli azionisti di De Agostini.

L’azienda, fino alla scorsa primavera, è stata teatro di un scontro proprio tra Ainio (con il 22% delle azioni) e Arpe (20%): il secondo, indispettito dal crollo delle quotazioni (oggi a 0,61 euro), ha presentato un propria lista in assemblea (perdendo), ma accendendo i riflettori sul titolo. Arpe chiedeva discontinuità strategica ritenendo come prioritaria per ePrice la ricerca di soluzioni di crescita esterna, in Italia e all’estero, non escludendo alcuna opzione, ovvero l’acquisizione di altre realtà, l’aggregazione con altri operatori o la cessione di attività.

Per qualche mese su ePrice e sull’umore degli azionisti è calato il silenzio. Ma i dati economici e patrimoniali di una settimana fa hanno riaperto la querelle sull’andamento del gruppo: con i ricavi scesi a circa 63 milioni, in calo di circa il 16% rispetto al primo semestre 2018 e una perdita a livello di Ebitda adjusted di -4,5 milioni. Maggio e giugno sono stati negativi e ora si spera nel mese di luglio.

La situazione attuale di ePrice pone delle scelte: tanto che è stato dato mandato all’amministratore delegato Paolo Ainio, con il supporto di advisor esterni, di procedere alla elaborazione di un aggiornamento del piano industriale e della coerente struttura finanziaria, valutando tutte le ulteriori opzioni strategiche e societarie necessarie.

L’azienda deve dunque cercare un rilancio. Ma per avviarlo, servono risorse, soldi che al momento la società non ha a disposizione, visto anche che la cassa è ormai ridotta al minimo: la posizione finanziaria netta è passata da 4,2 milioni dello scorso maggio a 0,5 milioni attuali.

Una delle opzioni potrebbe essere un aumento di capitale, anche se non sembra l’unica ipotesi. Nell’assemblea dello scorso aprile proprio il fondatore Ainio, rispondendo a una domanda del socio Sator, «indicava che in quel momento il piano approvato non prevedeva un aumento di capitale». Ma allo stato attuale, secondo alcune fonti vicine alla situazione, con i dati in peggioramento, la prospettiva potrebbe essere cambiata.

Oltre all’aumento di capitale, una strada alternativa potrebbe anche essere quella dell’M&A. Nelle scorse settimane si è anche parlato, in ambienti finanziari, di un impegno più consistente del terzo socio forte della compagine (con il 5,2%) Pietro Boroli, soprattutto nel caso di ricapitalizzazione: le risorse economiche, del resto, all’imprenditore non mancano affatto.

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