Equo compenso, in arrivo tavolo tra professionisti e Giustizia
di Giuseppe Latour e Giovanni Parente
2' di lettura
In arrivo un tavolo di confronto tra ministero della Giustizia e rappresentanti dei professionisti per definire l'attuazione della norma sull'equo compenso contenuta nel decreto fiscale che oggi si prepara ad ottenere il via libera definitivo alla Camera. Ad anticiparlo è la presidente del Cup Marina Calderone a margine della manifestazione unitaria al teatro Brancaccio di Roma. «Abbiamo incontrato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ci ha assicurato l'avvio di un tavolo di confronto per definire tutte le questioni operative relative all'attuazione della norma. Un'attuazione che sarà differenziata tra i professionisti iscritti a Ordini e i senza Albo», ha affermato Calderone. Per questi ultimi, infatti, ci sarà bisogno di un lavoro diverso in assenza dei decreti sui parametri. Ma il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), annuncia modifiche alla norma nel passaggio a Montecitorio del Ddl di bilancio.
Zambrano: non è ritorno a tariffa minima
Convinto dell'importanza della riforma è Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle professioni tecniche (Rpt): «L'equo compenso è un punto di svolta perché le professioni devono ripartire e avere fiducia in loro stesse. Mancava il giusto riconoscimento per il lavoro svolto. Non è la tariffa minima e per questo l'Antitrust è entrata a gamba tesa senza entrare nel dettaglio delle norme che si stanno approvando. Ma è il riconoscimento di un diritto costituzionale».
Boccia (Pd): modificheremo la norma per chiarirla meglio
Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), annuncia modifiche alla norma all'interno del Ddl di bilancio per chiarire meglio che «non si sta tornando al passato con le tariffe minime» e per provare a definire meglio «l'ambito di applicazione nei confronti di tutta la Pa». A detta di Boccia sarà necessario precisare che la norma andrà applicata in modo uniforme e il ministro della Giustizia dovrà indicare i criteri a cui fare riferimento per le diverse categorie.
Il ricorso degli architetti alla Corte europea
Intanto il Consiglio nazionale degli architetti annuncia un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha considerato legittimo il bando del Comune di Catanzaro che retribuiva con un euro il professionista incaricato di redigere il piano strutturale della città.
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