I punti chiave
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Al via l'operazione “parametri” necessari all’applicazione dell’equo compenso per le professioni non ordinistiche disciplinate dalla legge 4/2013. Ieri si è svolto l’incontro tra le undici forme aggregative delle associazioni professionali e il sottosegretario al ministero delle Imprese e del made in Italy, Massimo Bitonci. Al Mimit infatti spetta il compito di stabilire dei parametri, che attualmente non ci sono.
Il Mimit ha individuato alcune macro aree (il numero al momento non è chiaro) che sottoporrà alle associazioni per impostare appunto i parametri. Un compito non semplice data la pluralità di professioni coinvolte (sono 384 le associazioni iscritte all'albo gestito dal Mimit e 11 le forme aggregate di una parte di queste associazioni).
Nel corso dell’incontro si è parlato di un criterio “a tempo” (adottato nel lavoro dipendente), che per molti è una possibilità, ma da solo non consente di tenere conto anche di altri elementi, quali la complessità della prestazione e l'esperienza del professionista solo per citarne alcune.
Il prossimo step prevede, in tempi brevi ma non definiti, l’invio alle associazioni delle macro aree su cui le associazioni dovranno esprimersi. La legge 49/2023 sull’equo compenso stabilisce all’aricolo 1, comma 1, lettera c), che i parametri vadano definiti dal Mimit entro 60 giorni dall’entrata in viglore della legge (termine scaduto il 19 luglio), ma è evidente che sarà necessario più tempo.
I membri dell’Osservatorio
Il Mimit ha anche chiesto ai presenti all’incontro di individuare tre dei cinque membri da nominare nell'Osservatorio sull’equo compenso previsto dalla legge 49/2023 (nomina che spetta al Mimit). Un numero da molti considerato insufficiente se si considera che per le professioni ordinistiche c'è un rappresentante per ogni albo.
Un tavolo di concertazione
Tutti i partecipanti all'incontro hanno convenuto sulla necessità di istituire un tavolo permanente sia per la formazione dei parametri che per il loro aggiornamento.
Per il vicepresidente del Colap, Nicola Testa, «è importante tener presente la difficoltà a stabilire un compenso minimo in un mercato professionale molto diverso rispetto a quello delle professioni regolamentate. Una volta che questi parametri saranno fissati, ribadisco la necessità di aprire un tavolo permanente che li possa monitorare e aggiornare. Il Coordinamento Libere Associazioni Professionali – prosegue Testa - è contrario al ripristino delle tariffe camuffate da equo compenso. I parametri per funzionare al meglio devono essere fissati necessariamente dai rappresentanti delle professioni interessate».
La presidente di Confcommercio professioni Anna Rita Fioroni, che valuta positivamente l’idea avanzata dal Mimit di lavorare per aree quanto più possibili omogenee, ritiene fondamentale definire con particolare attenzione, data la novità, i compensi cosiddetti equi nel decreto ministeriale che dovrà adottare il ministero per i professionisti non organizzati in Ordini, o Collegi. «Proprio per questo – sottolinea Fioroni - abbiamo auspicato un confronto permanente con le forme aggregative di professionisti non ordinistici per definire il modello di determinazione dei parametri che poi sarà adottato dal ministero”, perché, aggiunge, “le professioni sono molto diverse e occorrono criteri innovativi e coerenti con il mercato del lavoro professionale per l’individuazione del compenso equo».
La richiesta di istituire subito un subito tavolo confronto permanente tra organizzazioni e governo arriva anche dal presidente di Cna professioni Fabio Massimo, «Abbiamo sempre ritenuto fondamentale impostare il lavoro su un’ampia interlocuzione e confronto con le relative rappresentanze».Fabio Massimo ricorda che per equo compenso si intende la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale. «Tenendo conto della varietà delle professioni e delle attività - è sicuramente un’impresa non facile».
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