Esame da avvocato, via Arenula valuta il «congelamento» delle prove scritte
Dopo l’alert di Cnf e Aiga al ministro Nordio e al sottosegretario Sisto, sulle difficoltà per un ritorno degli scritti già nella sessione 2023 arriva l’apertura del viceministro a valutare uno slittamento
di Patrizia Maciocchi
I punti chiave
4' di lettura
Dopo la lettera con la quale il Consiglio nazionale forense e l’Associazione Italiana Giovani Avvocati manifestavano al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario Francesco Paolo Sisto, le forti preoccupazioni per il ritorno delle regole pre-Covid nell’esame di abilitazione già nella sessione 2023, arriva l’apertura del vice ministro Sisto che promette di valutare con attenzione «le perplessità dell’avvocatura e la richiesta di prorogare il regime del doppio orale».
La lettera al ministro e al sottosegretario
Il ritorno alle prove scritte per l’esame d’accesso alla professione forense, annunciato da una circolare con cui il ministero della Giustizia ha avvisato le Corti d’appello sul ripristino delle regole pre Covid nella sessione 2023, senza attendere la definitiva riforma dell’abilitazione, ha suscitato la perplessità del Consiglio nazionale forense e la forte preoccupazione dell’Associazione italiana Giovani avvocati.
Così Cnf, e Aiga hanno inviato lettere formali a via Arenula, rivolte direttamente al guardasigilli Carlo Nordio, mentre l’Aiga si è rivolta anche al viceministro Francesco Paolo Sisto, delegato ai rapporti con le professioni. Per il neo presidente del Cnf Francesco Greco è necessario «disporre che la sessione di esami per l’anno 2023 si svolga secondo le modalità stabilite dal decreto legge 31 del 2021», vale a dire il provvedimento con cui la precedente ministra Marta Cartabia ha introdotto il regime eccezionale del «doppio orale rafforzato».
Le richieste dei giovani avvocati
Nella lettera firmata dal Presidente dei giovani avvocati Francesco Paolo Perchinunno, dal Coordinatore del dipartimento di Accesso Aiga Roberto Scotti e dalla Coordinatrice della Consulta dei Praticanti Aiga Giulia Pesce, c’è la richiesta di chiarimenti sulla conferma della modalità “orale rafforzato”. «Aiga fa proprie le preoccupazioni ed il disagio dei giovani futuri colleghi - si legge nella nota - che, improvvisamente, e solo in via informale, hanno appreso del ripristino delle ordinarie modalità d’esame. Tale decisione appare di gran lunga errata: si perderebbero i benefici, in termini di tempistiche, certezze, valutazioni e riduzione dei costi, che la modalità emergenziale aveva garantito, e si creerebbe un grave danno per tutti i candidati. Ribadiamo la necessità di prorogare l'attuale disciplina che prevede il doppio orale, quanto meno per l’anno in corso, e auspichiamo un immediato intervento risolutore da parte del Ministero - conclude la lettera - volto a prorogare formalmente le attuali modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione anche per la sessione 2023/2024, dando continuità alle prove degli ultimi due anni».
La circolare
L’annuncio della fine della pandemia aveva, infatti, portato con sé anche l’annuncio del ministero sul ritorno al passato per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato. La formula smart niente prove scritte e due orali, era, infatti, stata adottata con un decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri, che non ha abrogato le vecchie regole per l’abilitazione né consente deroghe. Il ministero della Giustizia ha dunque affidato ad una circolare inviata ai presidenti delle Corti d’Appello la notizia ufficiale del ritorno, per la sessione 2023 alla disciplina pre Covid che prevede lo svolgimento di tre prove scritte superate le quali si passa all’orale. Va dunque in soffitta la soluzione emergenziale, ma non per questo meno selettiva, come aveva assicurato l’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia.
L’ultima sessione senza scritti
Gli ultimi aspiranti avvocati a beneficiare della formula che esenta dagli scritti, affidando la scrematura al doppio orale orali, sono i neo laureati impegnati in questa sessione, che hanno già sostenuto la prima prova e sono in attesa - almeno quelli che l’hanno superata prendendo più di 18 punti - di sapere quando potranno affrontare il secondo orale. Ma la prospettiva di riportare indietro il calendario di anni non piace all’Associazione italiana giovani avvocati che sollecitano il ministero su un doppio fronte: perché detti una data per affrontare la seconda prova orale e pensi ad una proroga, magari di un anno delle regole attuali, in attesa di disegnare un esame di abilitazione che sia in linea anche con le nuove norme già operative. «L’Aiga, spiega il presidente Francesco Perchinunno chiede di dare chiarimenti immediati sul calendario delle seconde prove orali e sulle modalità d’esame per la sessione 2023-2024».
Le richieste dell’Aiga
Per quanto riguarda i tempi della seconda prova l’Aiga sottolinea le «numerose segnalazioni provenienti da diverse Corti d’Appello, sulla attuale situazione di incertezza sulle date di inizio della seconda prova orale», auspicando «il rispetto delle tempistiche tipiche dell’esame d’avvocato, con la fissazione dei preappelli nell’immediato e delle prove ordinarie a far data dal mese di settembre». Il rischio che si vuole scongiurare è che la seconda prova orale sia fissata troppo a ridosso della dead line di dicembre «Abbiamo sollecitato le commissioni territoriali a pubblicare nel più breve tempo possibile il calendario per le seconde prove - informa il numero uno dell’Aiga - per garantire ai candidati un adeguato periodo di preparazione e di organizzazione dello studio».
Un esame al passo con le riforme
Dall’Aiga arriva anche la segnalazione della confusione che regna in merito alla prossima sessione d’esame. «Su tutto il territorio nazionale - spiegano i giovani avvocati - sono già stati avviati diversi corsi di preparazione, alcuni dei quali si basano sulle vecchie modalità di redazione pareri ed atti, ed altri, invece, che preparano i candidati con la modalità “orale rafforzato”, utilizzata nelle ultime sessioni. Ciò contribuisce - conclude Giulia Pesce, Coordinatrice della Consulta praticanti Aiga- ad ingenerare ancora maggiore, inaccettabile, confusione nella vasta platea dei praticanti interessati a sostenere l’esame». Per il presidente dell’Aiga sarebbe auspicabile un esame con una prova scritta ed una orale basata su casi specifici «Un esame moderno dovrebbe tenere conto delle norme già approvate - dice Perchinunno - la formazione obbligatoria in vigore, impone di sostenere degli esami, credo che l’abilitazione dovrebbe essere un passaggio che certifica il lavoro già svolto».
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