il blocco

Autoscuole in sciopero, esami patente a rischio mercoledì

Gli operatori delle scuole guida si asterranno da ogni attività. Quindi dovrebbero saltare tutti gli esami cui normalmente prende parte anche uno di loro. Un disagio che ingolfa ulteriormente l’attività della Motorizzazione, da molti mesi in difficoltà per le sue carenze di personale

di Maurizio Caprino

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Domani, mercoledì 18 settembre, le autoscuole restano chiuse. Dunque, niente lezioni né corsi né, soprattutto esami. La serrata è stata decisa per protestare e sollecitare rimedi contro l’Iva sui corsi per la patente, decisa dall’agenzia delle Entrate per rispettare una sentenza della Corte Ue. La decisione rischia di mettere in ginocchio un settore. Di qui lo slogan della giornata: «Serrande abbassate per riaprire il futuro delle autoscuole».

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Il problema per i clienti
Lo stop di domani avrà conseguenze innanzitutto sugli esami di guida in cui è un’autoscuola a mettere a disposizione il mezzo. Cioè nella maggioranza dei casi.

Infatti, è obbligatorio presentarsi con un’auto munita di doppi comandi, per cui anche i privatisti devono nella maggior parte dei casi iscriversi a un’autoscuola per averne a disposizione una. Nei casi restanti, ci si rivolge a soggetti che offrono esclusivamente il noleggio, quindi non sono autoscuole.

Quando alle prove teoriche, salteranno tutte quelle da svolgere fuori dagli uffici della Motorizzazione. Quindi nelle autoscuole che sono sede d’esame.

Gli esami che salteranno andranno a ingrossare l’arretrato della Motorizzazione, che già normalmente causa lunghe liste di attesa e ha creato il problema dei fogli rosa che scadono prima ancora che al candidato sia datà la possibilità di sottoporsi all’esame.

Il problema per le autoscuole
Per la categoria, il problema fondamentale è economico: l’applicazione dell’Iva è retroattiva fino al 2014 e sarà impresa quasi impossibile recuperarla dai clienti.

Significa che toccherà ai titolari delle autoscuole sopportare gli oneri. Decine, se non centinaia di migliaia di euro per ciascuno. Molti per imprese generalmente piccole. Di qui il rischio di chiusure di attività, che possono anche essere seguite da abusivismo (lezioni in nero e candidati presentati all’esame ufficialmente come privatisti).

«Mentre arrivano le conferme che i primi accertamenti fiscali sono già iniziati - dichiara Emilio Patella, segretario nazionale delle autoscuole associate nell’Unasca -, le nostre attività si interrogano su come far fronte alla minaccia del recupero di cinque anni di Iva mai incassata.
La stima, al ribasso, è di circa 110mila euro per ciascuna delle 7mila autoscuole attive in Italia. Significa vendere la casa. Voglio sperare che la politica sia in grado di evitare questa macelleria sociale con un intervento veloce che ribadisca la certezza del diritto e la possibilità di formare le persone alla sicurezza stradale».

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«Con la retroattività saranno coinvolti quasi quattro milioni di conducenti che già hanno conseguito le patenti – gli fa eco Paolo Colangelo, presidente della Confarca – Cittadini che potrebbero vedersi richiedere all'improvviso l'Iva per il conseguimento del documento di guida. Troviamo assurdo e surreale permettere che ciò avvenga, domani a Roma ci aspettiamo tantissimi colleghi, molti dei quali chiuderanno le loro attività economiche per protestare contro una scellerata risoluzione dell'agenzia delle Entrate».

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