Bombardamenti più intensi su Gaza, pronto l’attacco di terra. E gli Usa attivano i sistemi di difesa
I punti chiave
- Meloni, fare l’impossibile, soluzione concreta per 2 Stati
- Meloni, efferatezza di Hamas da condannare senza ambiguità
- Abu Mazen, denunciamo uccisione di civili da entrambe parti
- Abu Mazen, i palestinesi non lasceranno mai la loro terra
- Esercito, sono 210 gli ostaggi, informate le famiglie
- Re di Giordania, Israele assedia Gaza nel silenzio globale
- Sisi, bisogna negoziare per un cessate il fuoco
- Al-Sisi ai leader, apriamo via a una soluzione a due Stati
- Hamas, «pochi aiuti non cambieranno disastro umanitario»
- Onu: «Il convoglio di aiuti per Gaza non sia l’ultimo»
- Il valico di Rafah chiuso subito dopo il passaggio di 20 camion con aiuti
- Tv, entrato primo convoglio umanitario a Gaza
- Nucleo cybersicurezza valuta minaccia, attenzione alta
- Unicef, a Gaza 1.600 bambini morti in due settimane
- Almeno 17 dipendenti Onu uccisi da inizio guerra a Gaza
- Israele a suoi cittadini, non andate nei Paesi del Medio Oriente
- Onu: evacuare scuole con rifugiati palestinesi
Bombardamenti più intensi su Gaza, pronto l’attacco di terra
Il bombardamento israeliano su Gaza si sta intensificando: le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che l’aumento dei raid serve per preparare la prossima fase della guerra, cioè l’offensiva di terra. «Entreremo per distruggere Hamas e terremo in mente le immagini dei caduti di due settimane fa», ha detto il capo dell’esercito, Herzi Halevi. Mentre in un raid sui sotterranei di una moschea a Jenin, in Cisgiordania, sono stati uccisi due palestinesi. Attaccati anche gli aeroporti di Damasco e Aleppo. Intanto la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, per l’Onu, è «catastrofica». Gli ospedali sono saturi e i bambini muoiono «a un ritmo allarmante». Oggi forse, secondo il capo della missione umanitaria delle Nazioni Unite, potrebbero entrare dal valico di Rafah altri 20-30 camion.
Esercito israeliano, Hezbollah trascina il Libano in guerra
L’escalation degli attacchi da parte dei militanti di Hezbollah rischiano di «trascinare il Libano nella guerra». Lo sostiene l’esercito israeliano dopo gli ennesimi scontri a fuoco al confine. «Hezbollah - avverte il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Jonathan Conricus - sta portano il Libano in una guerra dalla quale non otterrà nulla, ma nella quale rischia di perdere molto. Stanno aggravando la situazione».
Usa attivano sistemi di difesa in tutto il Medio Oriente
Gli Stati Uniti hanno annunciato un rafforzamento della loro presenza militare in Medio Oriente a causa della «recente escalation da parte dell’Iran e delle sue forze affiliate» nella regione. Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha annunciato che saranno schierati in tutta la regione «un sistema di difesa antimissile ad alta quota (THAAD) e diverse batterie di missili terra-aria Patriot» e altri mezzi militari sono stati collocati in uno stato di “pre-schieramento”.
Meloni a Netanyahu, garantire accesso umanitario a Gaza
«A seguito della partecipazione al Vertice per la Pace del Cairo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recato in Israele per portare un messaggio di solidarietà e vicinanza dell’Italia dopo il tragico attentato terroristico di Hamas contro civili inermi lo scorso 7 ottobre». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. «Il colloquio con il primo ministro, Benjamin Netanyahu, è stato un’occasione per avere un aggiornamento sulla situazione e fare il punto alla luce della Conferenza del Cairo», viene spiegato. «Il Presidente del Consiglio, nel ribadire il pieno diritto di Israele a difendersi secondo il diritto internazionale e a vivere in pace, ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso umanitario a Gaza e una prospettiva di pace per la regione».
Israele, migliaia ultraortodossi si arruolano
Oltre 2mila ultraortodossi hanno chiesto di arruolarsi come volontari nell’esercito israeliano. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Daniel Hagari, sottolineando che c’è una crescente richiesta da parte di ’haredim’. Lo riferisce Times of Israel. Molte comunità ultraortodosse evitano il servizio militare, una questione che ha provocato una forte divisione nella società israeliana.
Michel: grazie all’Egitto, è chiave per la stabilità regione
“Ringraziamo il presidente al-Sisi per aver convocato il Summit per la Pace del Cairo. Gli sforzi dell’Egitto per contribuire alla fornitura di aiuti umanitari a Gaza e alla liberazione degli ostaggi e dei cittadini stranieri intrappolati sono inestimabili. Avete un ruolo chiave da svolgere nel contribuire a ripristinare la stabilità nella regione”. Lo dichiara su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Summit diviso su condanne, ma avanti per due Stati
Non c’erano i margini per una dichiarazione finale condivisa da tutti: per i Paesi arabi non si poteva condannare Hamas senza usare la stessa espressione per Israele, e il ragionamento valeva al contrario per i leader occidentali. Così il summit per la pace del Cairo sulla crisi in Medio Oriente riesce a metà, con il suo promotore, Abdel Fattah al-Sisi, che un paio di obiettivi però li raggiunge: restituisce all’Egitto la possibilità di avere ruolo negoziale che rischiava di perdere a favore delle nazioni del Golfo, e mette le basi per costruire una nuova road map verso la soluzione con due popoli e due Stati.
Blinken a Mikati: considerare effetti per abitanti se Libano entra nel conflitto
In una conversazione telefonica con il premier libanese ad interim Najib Mikati, Antony Blinken “ha affermato il sostegno degli Usa al popolo libanese e sottolineato la crescente preoccupazione per le crescenti tensioni al confine sud del Libano”. E’ quanto riferisce oggi il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, aggiungendo che nel colloquio, avvenuto ieri, il segretario di Stato ha “ribadito l’importanza di rispettare gli interessi del popolo libanese, che avrebbe delle conseguenze se il Libano fosse trascinato nel conflitto istigato dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele”. Infine, Blinken ha espresso le sue condoglianze “alle famiglie dei civili libanesi che hanno tragicamente perso la vita nel conflitto, e ribadito il continuo sostegno Usa alle forze armate libanesi e le forze di sicurezza interne, unici legittimi garanti della stabilità e integrità territoriale del Libano”.
Meloni atterrata a Tel Aviv
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, accolta dall’ambasciatore d’Italia in Israele, Sergio Barbanti. Nell’agenda della premier ci sono gli incontri col primo ministro Benjamin Netanyahu e col presidente israeliano Isaac Herzog.
Corsa contro il tempo per gli ostaggi
“La finestra per il rilascio degli ostaggi è molto stretta. Israele deve agire subito. Se aspettiamo la fine della guerra, potrebbero essere già morti. Abbiamo poco tempo”. Il monito al governo Netanyahu arriva, dalle pagine di Haaretz, da un esperto negoziatore, David Meidan, ex ufficiale del Mossad, l’uomo che trattò con Hamas per la liberazione del soldato Gilad Shalit nel 2011. “L’esperienza con Hamas ci ha insegnato che non dà niente per niente. La domanda è: quanto spazio c’è per trattare?”, si chiede Meidan che all’epoca di Shalit si sedette faccia a faccia con i leader di Hamas. In quell’occasione, “ho imparato molto sulla natura umana. Sul male. Ho imparato che il nero ha diverse sfumature”, ha ricordato.
Onu, possibile altri aiuti domani a Gaza
“C’è la possibilità che domani arrivino altri aiuti” a Gaza. Lo ha detto il capo degli aiuti delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, parlando ad Al Jazeera. “Non saranno per niente paragonabili ai livelli necessari”, ha aggiunto, ma “speriamo che gli aiuti arrivino ogni singolo giorno. E speriamo che diventi un’operazione affidabile, seria, efficiente e su larga scala”. Oggi solo 20 camion su circa 200, carichi di acqua, cibo e medicine ha potuto attraversare il valico di Rafah che collega l’Egitto alla Striscia di Gaza.
Gaza, civili con doppio passaporto ancora bloccati a Rafah
Tel Aviv, 21 ott. (Adnkronos) - I palestinesi con doppia cittadinanza continuano ad essere bloccati al valico di Rafah, fra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Molti di loro si erano precipitati sul posto alla notizia dell’apertura del confine per l’arrivo di 20 camion con aiuti umanitari, sperando di poter lasciare Gaza. Lo riferisce Times of Israel, secondo il quale non è chiaro se a impedire l’uscita dei palestinesi con doppio passaporto siano gli egiziani o le autorità di Hamas.
Chiuso senza dichiarazione finale il vertice per la pace del Cairo
Il summit per la pace al Cairo si è concluso senza dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice. Il motivo sono le divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi con quello occidentale, spiega Sky News Arabia citando fonti diplomatiche di alto livello. “I rappresentanti occidentali - dicono le fonti - volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l’uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l’ingresso di aiuti nella Striscia”.
Marocco sostiene la soluzione a due Stati per la crisi di Gaza
Il Marocco s’impegna in una “mobilitazione internazionale per porre fine alla pericolosa situazione di Gaza”. È quanto afferma il ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita dal Summit per la pace del Cairo. Il Marocco, che presiede la riunione della Lega araba convocata d’urgenza per la guerra in Medio Oriente, sostiene la “soluzione a due Stati”, ma lancia innanzitutto un appello alla comunità internazionale ad agire per “evitare un allargamento del conflitto al resto della regione, ad evitare ulteriore spargimento di sangue e a risparmiare a tutta l’area i colpi di un conflitto che rischia di annullare ogni spiraglio di pace”. Per Bourita “è urgente proteggere i civili che non devono essere colpiti”, consentendo “il trasferimento degli aiuti umanitari” nella Striscia di Gaza, e rifiutando “lo sfollamento dei palestinesi dalla loro terra e la destabilizzazione dei Paesi vicini”. Infine il ministro ha sottolineato “l’urgenza di lanciare un processo di pace che porti alla creazione di due stati, di cui uno palestinese entro i confini già segnati il 4 giugno 1967”.
L’Algeria annuncia un ponte aereo di aiuti a Gaza
Le autorità algerine hanno annunciato di aver deciso di inviare aiuti umanitari “importanti e urgenti” tramite un ponte aereo verso l’aeroporto di Al-Arish in Egitto, e di trasportarli nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Lo afferma un comunicato della presidenza algerina diffuso dalla Tv di Stato, precisando che l’operazione è stata ordinata dal presidente Abdelmadjid Tebboune. La nota specifica che gli aiuti, che comprendono cibo, forniture mediche, vestiti e tende, saranno consegnati da un ponte aereo composto da diversi velivoli dell’aeronautica militare algerina. “Questo aiuto urgente esprime l’impegno dei leader e del popolo algerino per una solidarietà incondizionata e illimitata con il fraterno popolo palestinese, che è sottoposto a continue aggressioni, in particolare nella Striscia di Gaza, da parte delle forze di occupazione nel quadro di un assedio globale e ingiusto”, viene aggiunto.
Netanyahu fischiato nel sud di Israele
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato fischiato durante una visita oggi nel sud di Israele per vedere i preparativi militari per l’attesa offensiva di terra a Gaza. Arrivato al comando meridionale di Beersheba insieme al ministro della Difesa Yoav Gallant e dal leader politico Benny Gantz, alcuni presenti lo hanno contestato e lo hanno invitato a dimettersi. “Questi sono gli ultimi giorni del tuo regime corrotto”, gli ha gridato un uomo, come riporta The Times of Israel.
Comandante Hamas ucciso con sua famiglia in raid Israele
Talal al-Hindi, un comandante delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano che ha colpito la sua casa nel centro di Gaza. Con lui sono state uccise la moglie Fadwa, la figlia Isra e la nipote Bara. Lo riporta Al Jazeera. Il raid ha lasciato distrutte molte case e sotto le macerie si troverebbero ancora decine di persone
Hamas: su ostaggi militari trattiamo solo dopo fine raid
Hamas non discuterà della sorte degli ostaggi militari fino a quando Israele non avrà smesso di bombardare la Striscia di Gaza. Lo ha detto Osama Hamdan, il rappresentante di Hamas in Libano, durante una conferenza stampa a Beirut. “Fino a quando sarà in corso l’aggressione nemica di questo non trattiamo”, ha detto Hamdan.
ActionAid: 7 ospedali Gaza al collasso, vergognoso livello aiuti da Rafah
“Mentre 20 camion di aiuti hanno attraversato il confine di Rafah questa mattina, 7 ospedali di Gaza si trovano sull’orlo del collasso”, denuncia ActionAid, perché “i generatori per incubatori e macchine di supporto vitale sono rimasti completamente senza carburante”. Dichiara Riham Jafari, coordinatrice delle attività di advocacy e comunicazione di ActionAid Palestina: “Accogliamo con favore qualsiasi forma di aiuto in questo momento, ma il livello di aiuti che sta arrivando a Gaza è un insulto vergognoso per i milioni di gazawi che stanno affrontando una catastrofe umanitaria. Prima che questa crisi iniziasse - ricorda in una nota - circa 500 autocarri di aiuti attraversavano normalmente il confine ogni giorno”.
Blinken, grazie a Egitto e Israele per passaggio aiuti
Antony Blinken ha ringraziato Egitto, Israele e le Nazioni Unite per aver facilitato il passaggio del primo convoglio di aiuti umanitari a Gaza. “Un convoglio ha attraversato questa mattina il confine di Rafah verso Gaza nell’ambito di una crisi umanitaria che cresce di giorno in giorno”, ha scritto su X il segretario di Stato Usa. “Ringraziamo i nostri partner in Egitto e Israele e le Nazioni Unite per aver facilitato il passaggio sicuro di questi aiuti salvavita”. Blinken ha chiesto di mantenere aperto il valico di Rafah,
Tuchia, due giocatori israeliani protestano contro solidarietà con Gaza
Due giocatori della nazionale israeliana che militano tra le fila dell’Antalyaspor, squadra turca della Süper Lig, si sono rifiutati di giocare una partita sabato, in segno di protesta contro una cerimonia commemorativa prevista per i palestinesi uccisi durante gli attacchi aerei israeliani su Gaza, ha riferito il club. Ramzi Safuri e Sagiv Jehezkel dell’Antalyaspor non giocheranno contro il Gaziantepspor a causa della cerimonia prevista, ha confermato alla dpa un portavoce del club.
Meloni: accelerare processo due Stati con tempistica chiara
“Questa tragedia può essere un’occasione e bisogna coglierla” per fare dei passi avanti sulla soluzione dei due stati. Così la premier, Giorgia Meloni, in un punto stampa a margine dei lavori del summit per la pace in Medioriente in corso al Cairo. “Penso - ha aggiunto - che oggettivamente tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e non possiamo negare che in questi anni siamo stati più attenti ad altre priorità, sul piano internazionale e che quindi non sono stati fatti tutti gli sforzi necessari per mandare avanti un processo che era maturo. Il processo è maturo, poi ci occupiamo seriamente delle questioni solo quando siamo sull’orlo del baratro”. “Spero che ci sia responsabilità da parte di tutta la comunità internazionale, ma mi pare di coglierla, per accelerare sul processo e per dare anche una tempistica chiara. Altrimenti si rischia di trovare una soluzione temporanea, e poi torniamo a occuparci di altro. Se non si trova una soluzione strutturale quello che accade è ciclico”, ha concluso la premier.
Meloni: Hamas non difende la Palestina ma fa jihad
“La mia idea è che, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c’entri nulla. Quello che si sta perseguendo è una jihad islamica. Si sta perseguendo il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medio Oriente”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrando la stampa al Cairo, al margine del vertice sulla pace. La premier ha spiegato “c’è e ci sarà una strategia di divisione, per creare uno scontro di civiltà e una guerra di religione. Ma non lo deve diventare, perché non lo è”.
Onu e Oms: Gaza serve molto di più di 20 camion di aiuti
“Un convoglio di 20 camion della Mezzaluna Rossa egiziana si è mossa oggi verso Gaza. La popolazione di Gaza ha bisogno di un impegno per molto di più: una fornitura continua di aiuti nella misura necessaria. Stiamo lavorando senza sosta con tutte le parti interessate per realizzarlo”. Lo scrive su X il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
Gli fa eco il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Le forniture mediche dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno attraversato il valico di Rafah” tra Egitto e Striscia di Gaza. “Ma i bisogni sono molto più alti - scrive su X -. Per soddisfare le necessità sanitarie urgenti di tutte le persone a Gaza chiediamo il passaggio sicuro di ulteriori convogli di aiuti” nell’enclave palestinese; “protezione di tutti gli operatori umanitari; accesso sostenuto per gli aiuti sanitari”.Meloni: si vuole impedire processo normalizzazione
“Tutto quello che si può fare per cercare impedire un’escalation in questa fase è buono è giusto, ma la cosa principale è capire che siamo tutti sulla stessa barca. La mia idea di quello che è accaduto, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c’entri nulla, si sta perseguendo una jihad islamica, il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medioriente, quindi il bersaglio non era solo Israele, ma anche i Paesi arabi che cercano da tempo accordi per normalizzare i rapporti con Israele. È una strategia di lungo periodo, che per cancellare Israele vuole renderla una terra inospitale. Gli accordi che normalizzano i rapporti in quel territorio sono totalmente controproducenti per questa strategia, e per questo andavano fermati. Credo che il modo migliore sia non consentire l’isolamento di Israele dalle nazioni che hanno lavorato a un processo di normalizzazione e impedire che il conflitto si propaghi”. Così la premier Giorgia Meloni nel corso di un punto stampa a margine dei lavori del summit per la pace in corso al Cairo.
Dopo Il Cairo Meloni si recherà a Tel Aviv per vedere Netanyahu e Herzog
Serve “soprattutto un lavoro di dialogo fra i Paesi occidentali e i Paesi arabi -. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Il Cairo -. Difendiamo il diritto di Israele a esistere e a difendersi, in quelle immagini” degli attentati di Hamas “c’era un antisemitismo che viene molto prima della questione israelo-palestinese. I leader devono esserci in questi momenti. Già l’apertura del valico di Rafah è un risultato concreto. Piccoli passi a piccoli passi”. Dopo Il Cairo Meloni si recherà a Tel Aviv per vedere Netanyahu e il presidente israeliano Herzog,
L’esercito israeliano reagisce ai militanti vicino al confine con il Libano
Aerei e soldati israeliani sabato hanno preso di mira militanti che avevano lanciato razzi e missili anticarro vicino al confine con il Libano, hanno detto le forze armate di Tel Aviv. “I colpi sono stati identificati durante entrambi gli attacchi”, hanno detto i militari. I soldati hanno risposto a un terzo round di missili, ha aggiunto.
Ministro Turchia: Israele smetta essere ostile con palestinesi
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, presente al vertice della pace al Cairo ha affermato che “la Palestina sta vivendo una grande tragedia” e che “non vi sono scuse per applicare questa punizione collettiva al popolo palestinese”. Fidan ha aggiunto che “la comunità internazionale deve cooperare con noi e inviare un messaggio chiaro in questo momento pericoloso”, mentre “Israele deve smettere di lanciare le sue operazioni ostili contro il popolo palestinese”. Il ministro degli Esteri turco ha poi messo sottolineato che “non permetteremo ulteriori offese contro il popolo palestinese, perché se questa crisi continuerà, potrebbe estendersi all’intera regione. Pertanto, deve esserci una soluzione giusta e di pace globale per questa regione”. Fidan ha spiegato che “dobbiamo trarre vantaggio da tutti gli sforzi per ritornare sulla via della pace basata su due Stati, affinché ci sia uno Stato palestinese indipendente prima dei confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale”.
Baerbock (Germania): Hamas non parla a nome di popolo palestinese
I miliziani di Hamas “non parlano a nome del popolo palestinese, parlano solo per se stessi”. È quanto ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, parlando al vertice del Cairo sul conflitto tra Israele e Hamas, come riporta il Guardian. “In tutta la regione vediamo un dolore umano terribile e la paura”, ha aggiunto, “non c’è dubbio, tutte le vite civili sono importanti allo stesso modo”. Baerbock ha anche assicurato che il governo tedesco è solidale con Israele, la cui sicurezza “non è negoziabile”.
Esercito Israele: si prepara nuova fase, anche azione terra
L’esercito israeliano sta continuando i suoi preparativi per la “prossima fase della guerra, inclusa l’operazione di terra”. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in questi giorni “sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali”. “Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati”.
Israele: Hezbollah ha deciso di unirsi a combattimenti, pagheranno prezzo pesante
Gli Hezbollah libanesi pagano “un prezzo pesante” per i missili, i razzi, gli attacchi contro Israele. “Hezbollah ha deciso di unirsi ai combattimenti, stiamo facendo pagare loro un prezzo pesante”, ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, in dichiarazioni riportate dal Times of Israel secondo cui nelle ultime due settimane sono stati uccisi più di 13 miliziani di Hezbollah nella risposta israeliana agli attacchi dal sud del Libano. “Presumo le sfide si faranno più grandi - ha detto Gallant alle truppe nella base di Biranit al confine con il Libano - Dovete tenerne conto, essere pronti a ogni situazione”.
Media: a Gaza 4.385 palestinesi uccisi dal 7 ottobre
Sale a 4.385 il bilancio delle persone rimaste uccise nella Striscia di Gaza e tra loro ci sono 1.756 minori. I feriti sono 13.561. Lo riferiscono le tv satellitari arabe al-Jazeera e al-Arabiya sulla base di quanto comunicato dal ministero della Salute di Gaza, controllata da Hamas, passate due settimane dal terribile attacco del gruppo in Israele e dall’inizio dei raid israeliani nell’enclave palestinese.
L’Algeria non partecipa al vertice di pace del Cairo
L’Algeria ha deciso di non partecipare al vertice di pace del Cairo sulla Palestina, che si tiene oggi nella capitale egiziana. Lo riferiscono i media algerini, in particolare il sito di notizie Echorouk Online, senza fornire ulteriori dettagli. Le stesse fonti hanno indicato che qualche giorno fa il presidente Abdelmadjid Tebboune ha ricevuto un invito dal suo omologo egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, a prendere parte a questo vertice, al fine di discutere gli sviluppi e il futuro della questione palestinese e del processo di pace. Il 7 ottobre, l’Algeria aveva definito le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza “attacchi brutali” e aveva chiesto alla comunità internazionale di intervenire con urgenza per porvi fine. In solidarietà con la Palestina, le autorità del Paese nordafricano hanno sospeso tutte le attività culturali festive e le partite di calcio fino a nuovo ordine. La Federcalcio algerina ha inoltre deciso di ospitare tutte le partite di qualificazione della squadra palestinese per la Coppa del Mondo e la Coppa d’Asia del 2026, a partire da quella contro l’Australia del 21 novembre. Giovedì, centinaia di migliaia di algerini hanno manifestato nelle 58 province del Paese, esprimendo la loro solidarietà e il loro sostegno alla Palestina, contro quella che hanno definito “l’aggressione sionista contro Gaza”. Come è noto, l’Algeria non riconosce Israele e non ha relazioni diplomatiche o commerciali con lo Stato ebraico. Algeri chiede a Tel Aviv di conformarsi alla risoluzione della Lega araba di Beirut del 2002, che prevede il ritiro completo dei territori occupati nel 1967 per poter normalizzare le relazioni, cosa che finora non è avvenuta.
Sanchez: vertice getti basi per soluzione a due Stati
Ora l’essenziale è proteggere tutti i civili. Penso agli ostaggi, che devono essere immediatamente restituiti alle loro famiglie, e a coloro che soffrono l’orrore a Gaza. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è con maggiori aiuti umanitari e un cessate il fuoco. E, allo stesso tempo, gettare le basi di due Stati, Israele e Palestina, che si rispettino reciprocamente e convivano in pace e sicurezza”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez nel corso del suo intervento al vertice del Cairo. “Spero sinceramente che questo vertice segnerà la strada verso la pace in Medioriente. Una pace che garantisca che gli eventi drammatici a cui assistiamo oggi non si ripetano mai più”, ha concluso.
Esercito, arrestati 450 affiliati di Hamas in Cisgiordania
Sono stati 450 i palestinesi affiliati di Hamas arrestati in Cisgiordania dall’esercito israeliano dall’inizio della guerra. Solo la notte scorsa sono stati 68, secondo quanto annunciato dall’esercito. Sempre la notte scorsa è stata demolita la casa di Maher Shalloun — un militante di Hamas - accusato di aver ucciso il cittadino israeliano - anche con passaporto americano - Elan Ganeles.
No a domande su Hamas, Shibli blocca intervista con la Zeit
Adania Shibli, la scrittrice palestinese al centro di un caso per il rinvio della consegna di un suo premio previsto alla Fiera del Libro di Francoforte, si è opposta alla pubblicazione di una propria intervista già realizzata con il settimanale tedesco Die Zeit perché non voleva le venissero poste domande sul livello del suo sostegno a una campagna di boicottaggio anti-israeliana e sull’attacco terroristico di Hamas. Lo rivela il sito dello stesso autorevole settimanale.
Meloni, uno Stato non deve mai reagire per vendetta
«Di fronte ad azioni», come quelle di Hamas, «uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il proprio diritto alla difesa, all’esistenza, alla sicurezza dei propri cittadini e confini. Ma la reazione di uno stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta. Uno Stato fonda la sua reazione su precise ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza alle ragioni di sicurezza e alla difesa della popolazione civile. Questa deve rimanere la reazione di uno Stato di fronte al terrorismo. Sono fiduciosa che sia anche la volontà dello Stato di Israele». Così la premier Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.
Meloni, tutti bersaglio di Hamas, non cadiamo in trappola
«L’impressione che ho, per le modalità con cui si è svolto l’attacco», è che l’obiettivo di Hamas «fosse costringere Israele a una reazione contro Gaza che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente, compromettendo la pace per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo. «Il bersaglio - ha aggiunto - siamo tutti noi, e cadere in questa trappola sarebbe molto, molto stupido».
Meloni, fare l’impossibile, soluzione concreta per 2 Stati
«Dobbiamo fare l’impossibile per evitare una escalation della crisi, per evitare di perdere il controllo di questa crisi, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per farlo è un’iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.
Meloni, nessuna causa giustifica bambini decapitati
Nessuna causa «giustifica il terrorismo, azioni studiate per colpire civili inermi, nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati e brutalmente ripresi con una telecamera». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.
Meloni, è interesse di tutti che non ci sia guerra di civiltà
«È interesse di tutti leader a questo tavolo che quello che sta accadendo a Gaza non si trasformi in conflitto più ampio, in una guerra di religione, di civiltà, rendendo vani gli sforzi di questi anni per normalizzare i rapporti». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.
Meloni, efferatezza di Hamas da condannare senza ambiguità
«Il terribile attacco di Hamas si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti che lascia allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.
Sanchez, dal Cairo arrivi passo verso la soluzione a due Stati
«Quello che serve oggi è proteggere tutti i civili, quelli presi in ostaggio e quelli a Gaza» e «questa conferenza deve essere il primo passo verso una soluzione storica, con due Stati, Israele e Palestina, che si rispettano e vivano in pace». Sono i due concetti su cui ha puntato Pedro Sanchez, primo ministro della Spagna, nel suo intervento al summit sulla pace al Cairo. «A questo punto dobbiamo concentrarsi su cosa è urgente e importante. E ci sono tre priorità - ha spiegato il primo ministro della Spagna, che ha la presidenza di turno dell’Ue -: dobbiamo proteggere la popolazione civile e garantire gli aiuti umanitari a Gaza, e per questo sono d’accordo con segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, serve cessate il fuoco umanitario, Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi, e infine non possiamo permettere che il conflitto si trasformi in una crisi regionale. Dobbiamo usare tutta la nostra influenza politica per evitare una escalation».
Libia, stop operazione militare israeliana, soluzione a 2 Stati
«I civili palestinesi vengono presi di mira da Israele che continua l’aggressione. Dobbiamo fare in modo che si rispettino le risoluzioni dell’Onu e il diritto umanitario». Così Mohamed al-Manfi, presidente del Consiglio presidenziale della Libia, nel suo intervento al vertice al Cairo. «Chiediamo la fine dell’operazione militare israeliana a Gaza e una soluzione a due Stati», ha aggiunto.
Guterres, lancio un appello per una tregua umanitaria
Al valido di Rafah «ho constatato una catastrofe umanitaria. Aldilà del confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all’Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello ad una tregua umanitaria». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres presente al Cairo al vertice della Pace, sottolineando che «i diritti dei palestinesi sono legittimi» e che serve «una soluzione a due Stati».
Abu Mazen, da Israele una barbara aggressione
«I palestinesi affrontano l’aggressione e l’ostilità dell’esercito di Israele, che viola i principi della legge internazionale, mirando a ospedali, scuole, centri di rifugio per i civili, case. Denunciamo il pericolo di fare evacuare civili dalle case, dalla West Bank e da Gerusalemme, non l’accetteremo mai. Dal primo giorno abbiamo chiesto che sia fermata questa barbara aggressione e che ci sia l’apertura di corridori umanitari per consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, ma il governo di Israele non lo ha consentito». Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen intervenendo al summit per la pace al Cairo.
Michel, fondamentale evitare escalation in Medio Oriente
«Arrivato in Egitto per il Summit per la Pace del Cairo su iniziativa del presidente al-Sisi. L’evolversi della situazione in Medio Oriente richiede azioni unite. È fondamentale impegnarsi con tutti i nostri partner chiave nella regione per prevenire un’escalation regionale e garantire un flusso costante di assistenza umanitaria e servizi essenziali a Gaza». Lo dichiara su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Abu Mazen, denunciamo uccisione di civili da entrambe parti
«Vogliamo affermare che siamo contro, e denunciamo, l’uccisione di civili da entrambe le parti e invochiamo il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti». Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen intervenendo al summit per la pace al Cairo.
Esercito, sono 210 gli ostaggi, informate le famiglie
Sono 210 al momento le famiglie degli ostaggi che l’esercito ha informato, aggiungendo e depennando le persone sulla base “di informazioni di intelligence”. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari confermando che l’obiettivo prioritario di Israele è di riportarli tutti a casa. Secondo Hagari sono finora 307 i soldati isaraeliani caduti dall’inizio dell’attacco di Hamas.
Borrell, aiuti da Rafah ancora di salvezza per persone innocenti
«In vista del vertice di pace del Cairo, il primo convoglio di aiuti umanitari è arrivato a Gaza attraverso il valico di Rafah. La fornitura costante di assistenza umanitaria ai civili è fondamentale per fornire un’ancora di salvezza alle persone innocenti». Lo dichiara su X l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell.
Re di Giordania, Israele assedia Gaza nel silenzio globale
Serve «l’immediata fine della guerra a Gaza». Lo ha detto il re Abdullah II di Giordania nel suo intervento al summit per la pace al Cairo, affermando che il conflitto in Medio Oriente «non è iniziato due settimane fa, e non si concluderà se continuiamo di questo passo: oggi Israele sta affamando civili a Gaza». Parlando delle azioni di Israele, il sovrano giordano le ha definite «una campagna feroce, una punizione collettiva di tutti, una violazione della legge internazionale, crimini di guerra. Da due settimane - ha continuato - Israele assedia completamente la Striscia di Gaza nel silenzio globale. Il messaggio che il mondo arabo sente è forte e chiaro: le vite palestinesi valgono meno di quelle israeliane, l’applicazione della legge internazionale è opzionale, e i diritti umani si fermano al confine, alle razze, alle religioni. È un messaggio molto, molto pericoloso».
Sisi, bisogna negoziare per un cessate il fuoco
«Bisogna prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, ripartire il processo di pace. Serve il ritorno al tavolo di negoziazione per un cessate il fuoco e l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale». Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi rivolgendosi ai leader nell’apertura dei lavori del vertice internazionale per la pace, al Cairo. «Gli egiziani, uno per uno, sono contro l’idea di liquidare la causa palestinese, questo non succederà mai a spese dell’Egitto - ha aggiunto -. Questa regione destinata a vivere in conflitto in eternità? Non è questo il tempo di trovare una soluzione?».
Sisi, errore pensare che i palestinesi lascino la loro terra
«Condanniamo con assoluta fermezza il prendere di mira, l’uccisione o l’intimidazione di tutti i civili». Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aprendo il summit per la pace al Cairo. «Rinnoviamo il nostro rifiuto allo spostamento forzato dei palestinesi - ha aggiunto -. Chi pensa che il popolo palestinese voglia lasciare la propria terra si sta sbagliando».
Al-Sisi ai leader, apriamo via a una soluzione a due Stati
«Ci troviamo davanti a una crisi senza precedenti che richiede attenzione totale. Per questo vi ho chiamati a lavorare insieme su una nuova road map che metta fine alla crisi umanitaria». Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi rivolgendosi ai leader nell’apertura dei lavori del vertice internazionale per la pace, al Cairo. Al-Sisi ha sottolineato la necessità di «stabilire negoziati che aprano la via a una soluzione a due Stati».
Sit in a Roma pro Palestina, «è un genocidio, morto un bambino ogni 15 minuti»
«È un genocidio: 1.030 bambini a Gaza sono morti, uno ogni 15 minuti». È quanto si legge su uno dei tanti stendardi che svettano tra le bandiere della Palestina in piazza Vittorio a Roma, dove è in corso un sit in per chiedere «aiuti per Gaza, il cessate il fuoco e il rispetto del diritto internazionale». La piazza è presidiata dalla forze dell’ordine: polizia, carabinieri e agenti della Polizia locale che bloccano il traffico ai margini della piazza. Alcuni blindati delle forze di polizia anche su via Conte Verde. In piazza ci sono circa 300 persone.
Meloni arrivata a Hotel St. Regis del Cairo per Summit pace
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata all’Hotel St. Regis del Cairo, situato nella nuova capitale amministrativa della città, per prendere parte ai lavori del Summit per la pace, organizzato dal presidente egiziano Al Sisi con l’obiettivo di trovare una soluzione diplomatica alle tensioni in Medio Oriente e frenare l’escalation del conflitto tra Israele e Hamas. Al vertice partecipano i leader di oltre venti paesi. Presenti, tra gli altri, il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen; il Re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa; l’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani; il presidente degli Emirati arabi uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
Hamas, «pochi aiuti non cambieranno disastro umanitario»
«Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza». Lo ha detto il capo dell’ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf, in un comunicato citato dai media, riferendosi ai camion di aiuti entrati oggi dall’Egitto attraverso il valico di Rafah. Secondo Maruf, «è importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più e per consentire ai feriti di partire per ricevere cure».
Tajani,aiuti a Gaza importante risultato azione diplomatica
«Stanno entrando attraverso il valico di Rafah i convogli per gli aiuti a Gaza. Sono i primi importanti risultati dell’azione diplomatica del Governo a tutela dei civili palestinesi. Continuiamo a lavorare per mettere in salvo più persone possibile e liberare gli ostaggi». Lo afferma su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Onu: «Il convoglio di aiuti per Gaza non sia l’ultimo»
«Il primo convoglio» di aiuti umanitari per Gaza «non deve essere l’ultimo». Lo ha affermato il capo dell’agenzia umanitaria dell’Onu Martin Griffiths, presente al Cairo per il “vertice per la pace”, dopo il passaggio di 20 camion dall’Egitto verso Gaza. «Sono fiducioso che questa spedizione sarà l’inizio di uno sforzo sostenibile per fornire beni essenziali, tra cui cibo, acqua, medicine e carburante, agli abitanti di Gaza in modo sicuro, incondizionato e senza ostacoli», ha aggiunto. Le spedizioni odierne contengono, secondo i media egiziani, cibo e aiuti medici e non carburante, vitale nella Striscia di Gaza.
Sánchez incontra Guterres, Borrell e Michel al Cairo
«Prima di iniziare il summit del Cairo per la pace, in Egitto, ho incontrato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e l’alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell»: lo rende noto il premier spagnolo, Pedro Sánchez, su X.
Von der Leyen, «bene l’apertura del valico di Rafah»
«Accolgo con favore l’apertura del valico di frontiera di Rafah verso Gaza per gli aiuti umanitari. Questo è un primo passo importante che allevierà la sofferenza di persone innocenti. I miei ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno contribuito a rendere tutto ciò possibile». Lo afferma su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Abu Mazen al summit per la pace, abbraccio con al-Sisi
Il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen è giunto al summit per la pace promosso dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Arrivando nel lussuoso hotel del Cairo che ospita il vertice internazionale, il leader palestinese è stato accolto con una stretta di mano e un abbraccio dal presidente egiziano, con cui ha avuto un breve scambio di battute.
Al valico Rafah anche palestinesi con doppia cittadinanza
Dopo aver appreso dell’ingresso di aiuti umanitari a Gaza dall’Egitto, una cinquantina di palestinesi con doppia cittadinanza (in particolare egiziana) sono sopraggiunti al valico di Rafah nella speranza di passare nel Sinai. Ma gli uffici del terminal passeggeri del valico restano chiusi e questi palestinesi (fra cui molti bambini) non trovano interlocutori.
Meloni atterrata al Cairo per summit per la pace
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni , è atterrata al Cairo per partecipare al vertice internazionale per la pace organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Si si, che punta a innescare una de-escalation del conflitto tra Israele e Hamas per arginare la crisi in Medioriente. Al summit che si tiene nella Nuova capitale amministrativa del Cairo è atteso, tra gli altri, il leader dell’Anp Abu Mazen. Oltre a Meloni per l’Europa, a livello di leader, hanno risposto all’invito Pedro Sanchez (Spagna e presidenza di turno dell’Ue), Kyriakos Mitsotakis (Grecia) e Nikos Christodoulides (Cipro). Per Germania, Francia e Regno Unito attesi i ministri degli Esteri. Al tavolo anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell. Il vertice prevede due sessioni di lavoro al termine delle quali potrebbe essere diffusa una dichiarazione congiunta. Dall’Egitto poi Meloni dovrebbe volare nel pomeriggio in Israele, per una breve visita a Tel Aviv, per incontrare il premier Netanyahu e il capo dello Stato ebraico Herzog. In serata è previsto il rientro a Roma della premier.
Il valico di Rafah chiuso subito dopo il passaggio di 20 camion con aiuti
Il Valico di Rafah, fra Egitto e Striscia di Gaza è stato subito richiuso, dopo il passaggio di soli 20 camion con aiuti, rende noto Cnn, citando un suo stringher sul lato egiziano del confine. Ieri, in attesa di passare, c’erano più di 50 camion.
Forze militari Israele occupano casa numero due ala politica Hamas in Cisgiordania
Le forze militari israeliane e dello Shin Bet hanno occupato l’abirazione del vice leader dell’ala politica di Hamas, Salah al-Aouri, nella località di Bani Zeid al-Sharqiya, in Cisgiordania. L’edificio viene ora usato in un centro di detenzione. Un banner scritto in arabo precisa che è il quartier generale dell’intelligence israeliana, scrivono i media palestinesi citati da Haaretz.
Nucleo cybersicurezza valuta minaccia, attenzione alta
Per quanto riguarda l’Italia si è riunito ieri, venerdì 20 ottobre, il Nucleo per la cybersicurezza, istituito presso l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, a cui partecipano tutte le amministrazioni con competenze in ambito cyber. Nel corso della riunione, in considerazione dell’importanza che tutti gli attori dell’ecosistema digitale operino prestando la necessaria attenzione ai profili di sicurezza cibernetica, è stato anche valutato l’attuale stato della minaccia cyber alla luce della situazione internazionale in atto.
Unicef, a Gaza 1.600 bambini morti in due settimane
«Oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 altri sarebbero stati feriti». Lo ha dichiarato Adele Khodr, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. «L’uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’umanità deve prevalere», ha aggiunto.
Almeno 17 dipendenti Onu uccisi da inizio guerra a Gaza
Almeno 17 dipendenti dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese Hamas. Lo ha reso noto il commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini. «Finora è stata confermata la morte di 17 nostri colleghi in questa guerra brutale. Ma con tutta probabilità la cifra reale è ancora più alta», ha precisato.
Israele a suoi cittadini, non andate nei Paesi del Medio Oriente
«Fino a nuovo avviso» il ministero degli Esteri israeliano, d’intesa con il Consiglio della sicurezza nazionale dell’ufficio del premier, ha raccomandato agli israeliani «di astenersi dal soggiornare in tutti i Paesi arabi del Medio Oriente, inclusi Turchia, Egitto (compreso il Sinai), Giordania, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco». Le stesse autorità hanno ricordato la raccomandazione di non raggiungere «i Paesi musulmani che hanno già avuto avvisi in tal senso come Malesia, Bangladesh, Indonesia» e anche quelli senza divieto come le Maldive.
Ambasciata Usa in Israele, «prevista apertura valico Rafah alle 9»
Aprirà tra meno di un’ora il valico di Rafah al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. «Abbiamo ricevuto informazioni secondo cui il valico di Rafah aprirà sabato 21 ottobre, alle 10 ora locale (le 9 in Italia)», si legge in un avviso diffuso dall’ambasciata Usa in Israele, che chiarisce di non essere a conoscenza di «quanto resterà aperto, se sarà aperto, per il passaggio di cittadini stranieri in uscita da Gaza». L’ambasciata avverte che «molte persone cercheranno di passare se il valico verrà aperto» e mette in guardia i cittadini Usa per quella che rischia di diventare una situazione «caotica e disordinata su entrambi i lati del transito».
Israele: «Soldato ucciso in attacco con missile anticarro dal Libano»
Crisi in Medio Oriente: un soldato israeliano della riserva militare delle Idf è morto in un attacco con un missile anticarro nei pressi di Margaliot, nel nord di Israele, lungo il confine con il Libano. Lo riferiscono i media israeliani. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, in un attacco sferrato ieri è morto il sergente 22enne Omer Balva di Herzliya. Secondo Haaretz, altri due riservisti hanno riportato ferite giudicate moderate, mentre un terzo è rimasto lievemente ferito.
Esercito, quasi 7 mila i razzi lanciati da Gaza su Israele
Sono stati quasi 7 mila i razzi lanciati da Gaza contro Israele dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Lo ha fatto sapere l’esercito israeliano spiegando che circa 450 di questi sono ricaduti all’interno della Striscia. Secondo la stessa fonte - a due settimane dall’attacco - sono stati oltre 1.000 «i terroristi neutralizzati, molti di loro dopo essersi infiltrati in Israele. Decine - ha aggiunto - i capi terroristi di Hamas eliminati».
Onu: evacuare scuole con rifugiati palestinesi
L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha chiesto di evacuare molte delle sue scuole dove i palestinesi si sono rifugiati a Gaza City. Hamas ha liberato due ostaggi (madre e figlia, anche con cittadinanza Usa) e Joe Biden ha corretto il tiro su un rinvio da parte di Israele dell’invasione di terra a Gaza per permetterne il rilascio di altri. Rispondendo a una domanda in merito prima di salire sull’Air Force One diretto a Rehoboth Beach (Delaware), il presidente ha detto sì ai giornalisti al seguito. Tuttavia, poco dopo, la Casa Bianca ha precisato in una nota che si riferiva alla necessità che Hamas liberi altri ostaggi e non ad un rinvio dell’invasione di terra. È di almeno 17 morti il bilancio di un attacco aereo contro la chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza: altre persone sono ancora sotto le macerie. L’esercito israeliano ha riconosciuto di «aver colpito un muro vicino» alla chiesa in un raid aereo. Intanto, Israele si prepara «al prossimo step della guerra»: tre le fasi per abbattere Hamas.