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Esg, le banche dovranno mettere il filtro per i prestiti alle aziende

Si è chiusa la consultazione Eba, l’authority che sorveglia le banche europee, sulle nuove linee guida che sostituiranno quelle del 2015 e che arrivano dopo l’Action Plan sui crediti deteriorati (Npl). Viene previsto il green factor: i prestiti saranno più convenienti per le aziende sostenibili. La dura presa di posizione di Mustier, ad UniCredit e presidente dell’associazione bancaria europea, nel corso di un convegno organizzato a Londra da FT

di Vitaliano D'Angerio

(© claudio ciabochi)

3' di lettura

Il filtro ambientale, sociale e di governance (Esg) dovrà essere inserito nelle policy di rischio del credito delle banche europee. Tradotto: il finanziamento alle aziende sarà concesso dagli istituti tenendo presente anche i fattori legati alla sostenibilità. Un elemento nuovo e importante. La previsione è inserita nella bozza delle linee guida Eba, l’authority europa che deve sorvegliare il sistema bancario europeo. La consultazione del documento è terminata il 30 settembre.

Il documento Eba

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Le nuove linee guida dell’Eba andranno a sostituire quelle del 2015 e arrivano nell’ambito di un procedimento aperto da Bruxelles sui non performing loan, i famigerati Npl che tanti grattacapi hanno creato alle banche europee. C’è un “Action Plan” su questo tema e un grande faro acceso da Bruxelles e dalle authority europee: si vuole evitare che in futuro gli istituti di credito si riempiano di “sofferenze” come venivano definite dai vecchi banchieri fuori dai soliti anglicismi.

Ecco quindi le nuove linee guida, ancora non in vigore, che includono tra l’altro i rischi Esg (e in particolare il rischio climatico) fra gli elementi da valutare al momento di fare un prestito. «Le istituzioni dovrebbero inserire i fattori Esg così come i rischi e le opportunità legate ai criteri Esg nelle loro policy di risk management, nelle policy e nelle procedure di credit risk»: è quanto si legge nel punto 48 del paragrafo 4.3.4 della bozza Eba. Ma c’è di più.

Paletti per i finanziamenti green

Rapporto imprese e investitori più virtuoso grazie a criteri Esg

L’authority interviene infatti nella pratica, ormai diffusa, di concedere finanziamenti a sconto alle aziende qualora raggiungano determinati obiettivi di sostenibilità: tagli di emissioni CO2, formazione dipendenti e altri target che sempre più spesso vengono inseriti nei finanziamenti cosiddetti green. L’Eba ora vuol vederci chiaro e delega i controlli agli attori finanziari e in particolare alle banche. Gli istituti di credito dovranno così stilare una lista di progetti green che potranno beneficiare di questo tipo di finanziamenti. Non solo. Dovranno spiegare perché quell’elenco è da considerare green indicando i parametri e gli standard internazionali utilizzati.

I controlli post finanziamento

Il controllo va fatto però prima e dopo. Dopo aver concesso il finanziamento, infatti, le banche dovranno valutare se i soldi prestati in maniera agevolata siano utilizzati in modo appropriato dalle aziende. Ecco perché l’Eba chiede di raccogliere informazioni, monitorare i progetti e verificarne le qualità green. Infine bisognerà garantire che le imprese finanziate abbiano a loro volta la capacità di monitorare l’effettiva allocazione del denaro verso i progetti green indicati oltre a fornire una periodica reportistica.

Esg trasversale

La svolta Eba è molto importante e mette sempre più in evidenza il ruolo dei criteri Esg: si lascia l’aspetto teorico e si comincia a declinare la sostenibilità nell’operatività quotidiana. «Le nuove linee guida dell’Eba sono la dimostrazione che la sostenibilità sta diventando un tema sempre più trasversale – spiega Lorenzo Solimene, associate partner di Kpmg risk consulting in Italia ed esperto di sostenibilità –. Il paper dell’Eba infatti arriva in conseguenza dell’Action Plan del Consiglio europeo che affronta la questione degli Npl». Senza dimenticare gli altri documenti su tassonomia, green bond e benchmark low carbon all’attenzione del Consiglio europeo proprio in questi giorni. Mentre dunque gli Usa escono dal Trattato di Parigi sul climate change, l’Europa si pone al primo posto nella difesa del pianeta.

La critica di Mustier

Jean Pierre Mustier, ad di UniCredit e presidente della Federazione bancaria europea (Ebf), nel corso del convegno londinese sulle banche organizzato da Financial Times, ha avvertito che incentivare le banche a fare più “prestiti verdi” è una minaccia alla stabilità finanziaria. Mustier si è detto anche contrario all’introduzione del cosiddetto “green supporting factor” in base al quale le banche dovrebbero detenere meno capitale rispetto ai prestiti che hanno contribuito a finanziare i progetti climate-friendly. Vedremo dunque come andranno avanti le schermaglie fra l’authority Eba e l’associazione bancaria europea sui prestiti verdi. Le linee guida dovrebbero infatti entrare in vigore il prossimo anno.

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