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Eurazeo torna a puntare sull’Italia. Focus su capitale e debito delle Pmi

Il managing director Orsi: «Faro su servizi finanziari, B2B, healthcare e consumer». Due anni fa riaperta la sede nel Paese: ora un team rafforzato e più investimenti

di Alessandro Graziani

Eurazeo. Il gruppo francese torna a puntare con decisione sull'Italia

2' di lettura

Il private equity Eurazeo torna a puntare con forza sull’Italia. Dopo aver lasciato il nostro Paese nel 2009 a seguito della crisi finanziaria, due anni fa ha riaperto una sede a Milano e ora punta a rafforzarsi sia potenziando il team guidato in Italia dal Managing Director Francesco Orsi che a incrementare gli investimenti. «I nostri obiettivi riguardano tre asset class: private equity, direct lending e real assets, compresi quelli in infrastrutture», spiega Orsi che all'interno del fondo buyout paneuropeo ha anche la responsabilità del settore healthcare.

Dal punto di vista societario, Eurazeo è una holding quotata alla Borsa di Parigi controllata dalle famiglie Decaux e David-Weill, il cui nome è legato alla vecchia guardia della banca d'affari Lazard ed è ben noto anche al mondo finanziario italiano per gli antichi legami con la Mediobanca dei tempi di Enrico Cuccia. Pur mantenendo la struttura di società quotata, da anni Eurazeo si è trasformato in un investitore di private equity e ha realizzato numerose operazioni di successo (la più nota in Italia è stata la ricca plusvalenza realizzata in Moncler). Da pochi mesi il vertice di Eurazeo ha visto l'uscita della ceo Virginie Morgon ma - assicurano dal private equity - il business procede in piena continuità. «Operiamo sia con capitali propri che con capitali di terzi - spiega Julien Trezza, international investor relations del gruppo con responsabilità per la raccolta - e la strategia è di accelerare proprio la raccolta dall'esterno».

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Attualmente Eurazeo ha in gestione 35 miliardi di euro, di cui 10 miliardi in conto proprio e 25 miliardi di investitori terzi. Il significativo investimento di mezzi propri «è importante perchè permette un allineamento degli interessi» con gli altri investori. Dal private equity non forniscono dettagli sullo spaccato della raccolta per Paese, ma osservano che «l'Italia è tra i Paesi dove abbiamo la raccolta più elevata soprattutto per il debito e dove registriamo un crescente interesse da parte di investitori istituzionali come assicurazioni e fondi pensione e da parte del wealth management». E dal lato degli investimenti in quali settori pensate di crescere in Italia? «I settori principali per il gruppo sono quattro- spiega Orsi - e riguardano i servizi finanziari, il B2B soprattutto tecnologico, l'healthcare e il consumer». Tra le operazioni realizzate negli ultimi anni in Italia da Eurazeo si registrano le operazioni di finanziamento o di investimento in aziende come Exa, Passione Unghie, Nolan, Yilda e Arbo. Nel mirino anche uno sviluppo nel settore alberghiero, dopo le recenti operazioni di ristrutturazione dell'hotel Londra di Firenze e del Mama Shelter di Roma. Nel venture capital, inoltre, esiste già una collaborazione con Cdp per collaborare sul sourcing di aziende sulle quali investire. Eurazeo attualmente è in “procedura” per investire in quattro aziende. Il susseguirsi dei rialzi dei tassi di interesse ha reso più difficile l'operatività dei private equity? «Dal punto di vista della raccolta continuiamo a registrare una domanda sostenuta - commentano dal fondo - mentre sul fronte degli investimenti crediamo che chi, come noi, opera con una visione di medio-lungo termine e con una diversificazione dei prodotti non possa farsi influenzare dalle tendenze di breve termine».

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