Floricoltura

Euroflora 2022 fa il pieno di espositori

Più di 300 aziende parteciperanno all’esposizione floreale che si terrà a Genova dal 23 aprile all’8 maggio

di Raoul de Forcade

3' di lettura

Più di 300 aziende partecipanti e oltre 90 giardini attualmente in allestimento, il più grande di oltre 3mila metri quadrati, realizzato dai floricoltori della collettiva della Regione Liguria, il più piccolo di 30 metri quadrati. Un’esposizione sviluppata su otto ettari, che ospiterà 10 realizzazioni innovative, 256 concorsi e 100 esperti di giuria, con un fil rouge che accumuna l'intera manifestazione: l'acqua. Un tema sottolineato da 16 fontane che saranno l’elemento scenografico determinante della kermesse.

Sono i numeri di Euroflora 2022, dodicesima edizione della mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentale che si svolgerà a Genova dal 23 aprile all’8 maggio ed è stata presentata nel capoluogo ligure dal sindaco di Genova, Marco Bucci, dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, e da Marco Ferrando, presidente di Porto antico, la società organizzatrice (controllata dal Comune).

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Costo di produzione di 5 milioni

La mostra, che ha un costo di produzione di circa 5 milioni di euro, si svolgerà, come la precedente edizione del 2018, a Genova Nervi, presso i tre parchi contigui Gropallo, Serra e Grimaldi, affacciati sul mare e già normalmente costellati da alberi plurisecolari, vegetazione mediterranea, esemplari tropicali e nuove piantumazioni.

Si tratta dell'unico appuntamento italiano tra le floralies riconosciute da Aiph (International association of horticultural producers). E anche di una sfida vinta dalla città di Genova e, in particolare, dal sindaco Bucci che, nel 2018, ha voluto far rivivere l'unica floralies italiana inserita nel circuito europeo, che si è tenuta a Genova ogni quinquennio, fino al 2011. Poi più nulla per sette anni.

Finché il primo cittadino ha spinto perché fosse nuovamente allestita, trovando, nei parchi di Nervi, una location del tutto nuova e completamente differente da quella degli anni precedenti. Allora Euroflora si svolgeva al chiuso, nei padiglioni della Fiera del mare (oggi in gran parte smantellata).

«Il riconoscimento internazionale di Aiph e la classificazione di manifestazione fieristica internazionale della Regione Liguria - ha spiegato Ferrando - sono il risultato di un attento riposizionamento della manifestazione, premiato dall'elevato livello qualitativo delle presenze di questa dodicesima edizione».

Si tratta, peraltro, di un'edizione, ha detto Bucci, «che segna anche la ripartenza dopo la pandemia, che ci ha costretti a rimandare l'appuntamento di un anno (il sindaco avrebbe voluto, infatti, allestirla già nel 2021, ndr)».

La Russia ha rinunciato al suo spazio

Il presidente della Regione Toti ha descritto Euroflora come «metafora della ripartenza e della rinascita, non solo di Genova, nella speranza che un’altra immagine, quella dei fiori nei cannoni possa essere di buon auspicio per l’Ucraina». Intanto la Russia, attraverso il suo consolato, ha rinunciato al suo spazio per ragioni di opportunità.

Le oltre 300 aziende presenti, prendono parte all'esposizione all’interno di grandi collettive o come singole imprese e ci saranno anche Comuni e realtà istituzionali, quali i ministeri delle Politiche Agricole e della Transizione ecologica, l'Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve) e l'Associazione florovivaisti italiani.

La kermesse ha ovviamente grande peso per la floricoltura ligure, che conta 4mila aziende, 15mila addetti e una produzione lorda annua di 400 milioni di euro, l'80% della quale è destinato all'export.

Tra le presenze straniere si registrano il ritorno, con un’ampia esposizione, dei Paesi Bassi (primi al mondo per esportazioni di fiori, per un valore di 6,76 miliardi di euro nel 2021, contro i 768,8 milioni dell'Italia, che è comunque al terzo posto), e quello del Principato di Monaco; la seconda volta della Cina, in rappresentanza del China flower expo, la Francia, con le Floralies di Nantes (da quest’anno gemellate con Euroflora), la Spagna e gli Stati Uniti.

Sul settore pesa il caro carburante

Il settore, ha ricordato Ferrando, «dopo il breve e traumatico stop imposto dal lockdown, ha visto una brillante ripresa nell’export che, fino a questo momento, ha macinato tassi di espansione superiori al 30% e che ci auguriamo possa mantenersi anche in questo periodo di rincari del costo dell'energia e delle materie prime».

A questo proposito, Leonardo Capitanio, presidente di Anve, ha chiarito: «Gennaio e febbraio sono stati positivi per il settore; da marzo in poi, però, registriamo un rallentamento delle vendite legato al costo del trasporto, per il caro carburante».

Il prezzo dell’energia, invece, ha aggiunto, «finora ha pesato meno sulle imprese, se si escludono le aziende produttrici di piante che necessitano di notevole riscaldamento, perché la maggior parte del prodotto italiano è a cielo aperto. Bisogna vedere, però, come andrà l'estate, stagione in cui serve più energia, per le irrigazioni».

Numerosi gli sponsor della manifestazione, tra i quali Iren (main partner), Basko (main sponsor) e Asef, l’azienda comunale di onoranze funebri (partner che produce oltre 500mila euro l’anno di indotto nel settore del fiore reciso con cinque aziende convenzionate).

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