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Piazza Affari chiude a -0,4% con occhi a numeri Covid e tensioni Usa-Cina

Contrastati gli altri listini europei. Timori per l'aumento dei nuovi casi di coronavirus nel Vecchio Continente e per le ricadute sull'economia. Crollo storico del Pil giapponese nel secondo trimestre. Dollaro debole, in rialzo il petrolio. Lo spread BTp-Bund scende a 137 punti

di S. Arcudi e P. Paronetto

La giornata dei mercati

3' di lettura

Chiusura in ordine sparso per le Borse europee. In una seduta con scambi ridotti complice il clima festivo, gli investitori hanno continuato a monitorare con attenzione la risalita dei contagi da coronavirus in molti paesi europei. A preoccupare sono inoltre le tensioni Usa-Cina, dopo il rinvio del previsto incontro per fare il punto sugli accordi commerciali, e le nuove evidenze del drammatico impatto economico della pandemia, come testimoniato dal calo storico del Pil giapponese nel secondo trimestre. Gli indici non sono così riusciti a confermare l’avvio positivo in scia alla mossa della Banca centrale del paese, che ha iniettato liquidità per 700 miliardi di yuan nel sistema bancario spingendo al rialzo i listini della Repubblica Popolare. A Piazza Affari, il FTSE MIB ha perso lo 0,39%. Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, Diasorin (+4,29%) si è messa in evidenza in un settore farmaceutico galvanizzato dalla corsa al vaccino anti Covid e dall'annuncio dell'acquisizione della statunitense Principia Biopharma da parte della francese Sanofi per 3,7 miliardi di dollari. Bene anche Stmicroelectronics (+1,62%) grazie al buon momento del settore tecnologico sia in Europa che negli Usa, mentre hanno perso terreno le banche (-2,42% per Banco Bpm), Leonardo - Finmeccanica (-2,47%) e Telecom Italia (-2,38%).

Tornando all'impatto del Covid, il Pil giapponese ha segnato un crollo storico del 7,8% nel secondo trimestre. Inoltre, a causa dell'aumento dei focolai di Covid, in Nuova Zelanda la primo ministro Jacinda Ardern ha rimandato di quattro settimane le elezioni, originariamente previste per metà settembre, e in Australia lo stato di Victoria ha prolungato di un mese, fino al 13 settembre, lo stato d'emergenza.

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A Piazza Affari spunto di Moncler, deboli le banche

Tra i principali titoli di Piazza Affari ha chiuso sopra la parità Moncler, dopo che gli analisti di Jefferies, in un report in generale positivo sul settore del lusso, hanno alzato l'obiettivo di prezzo della casa di moda da 36 a 37,50 euro per azione, confermando il rating a "hold". Bene soprattutto i farmaceutici, con Diasorin in spolvero, mentre prosegue la corsa al vaccino per il Covid-19 e il comparto entra in una nuova fase di fibrillazione, con il gruppo francese Sanofi che ha rilevato per 3,68 miliardi di dollari la società americana di biotecnologia Principia Biopharma. Apasso rapido StMicroelectronics, incoraggiata dal buon andamento dei tecnologici in Europa e negli Stati Uniti, dove il Nasdaq si attesta in rialzo.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Dollaro debole, in rialzo il petrolio

Sul mercato dei cambi, il dollaro perde terreno a 1,1866 per un euro (1,1813 venerdì in chiusura) e a 106,01 yen (106,60), mentre il rapporto euro/yen è a 125,80 yen (126,01). In rialzo il prezzo del petrolio: il future settembre sul Wti sale dell'1,17% a 42,50 dollari al barile, mentre la consegna ottobre sul Brent guadagna lo 0,87% a 45,19 dollari.

Spread in calo a 137 punti, scende anche il rendimento dei BTp

Sull'obbligazionario, lo spread BTp-Bund ha invertito la rotta nella seconda parte della seduta chiudendo in ribasso. Il differenziale di rendimento ha infatti terminato la giornata a 137 punti base dai 140 dell'ultimo riferimento. In flessione anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che si attesta all'1,002% dall'1,05% registrato al
closing di venerdì.

La Banca centrale cinese allenta la politica monetaria

In precedenza, era stata una seduta positiva per le piazze cinesi sostenute dai nuovi stimoli della Banca centrale di Pechino che ha immesso 700 miliardi di yuan nel sistema bancario. Al termine degli scambi Hong Kong ha chiuso in progresso dello 0,65% a 2.5347,34 punti. Forti rialzi nella Cina continentale: Shanghai ha terminato con un guadagno del 2,3% a 3.438,80 punti e a Shenzhen l'indice composite ha chiuso a +1,9% a 2.287.34 punti.
La banca centrale cinese ha iniettato liquidità tramite la sua linea di prestito a medio termine, mantenendo invariato il tasso di interesse, una mossa che potrebbe aprire la strada a tassi di prestito di riferimento più bassi. La banca centrale ha tagliato il tasso l'ultima volta in aprile, quando ha abbassato il tasso sulle operazioni di prestito a medio termine a un anno dal 3,15% al ​,95%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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