Luglio di riscossa per le Borse europee. Le trimestrali spingono Milano: +5,2% nel mese
Recuperano posizioni i listini alle prese in queste settimane col rialzo dei tassi e i timori della recessione. Milano ha dovuto fare i conti anche con la crisi del governo Draghi, ma i bilanci delle big hanno riportato il sereno sui mercati. E nell’ultima seduta lo spread chiude in forte calo a 233 punti (-12)
di Enrico Miele e Flavia Carletti
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4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - È stato un luglio di riscatto quello appena concluso dalle Borse europee, con Amsterdam "maglia rosa" tra i principali listini continentali (+10,7%). Rispetto alla fine di giugno, il Ftse Mib ha guadagnato il 5,2%, una performance salvata da quella dell'ultima settimana, nella quale Piazza Affari ha guadagnato il 5,6%. A livello mensile il Dax40 di Francoforte si è mosso allo stesso passo di Milano e ha segnato un +5,5%, mentre il Cac40 di Parigi ha fatto meglio salendo dell'8,9% e l'Ibex35 di Madrid è risultato poco mosso (+0,7%). Nel mese, il Ftse100 di Londra ha guadagnato il 3,5% e lo Stoxx 600 Europe il 7,6%. Tra i settori che più hanno contribuito al recupero di luglio, quelli legati a beni industriali e servizi (+14,3%), col tech (+13,2%) al pari del real estate (+13,2%), seguito dal retail (+12%). Performance più sottotono per banche (+1,6%) e assicurazioni (+1,4%), con i servizi finanziari che invece hanno registrato un +11,2%.
Nell'ultima seduta le trimestrali trainano Piazza Affari
Chiusura, quindi, positiva per le Borse europee nell'ultima seduta di luglio, un mese che ha evidenziato un deciso riscatto per i listini continentali. I mercati azionari sono stati sostenuti dalle trimestrali e dai segnali positivi arrivati dal Pil della zona euro, anche se l'inflazione su entrambe le sponde dell'Atlantico resta alta. A Piazza Affari, il FTSE MIB ha terminato la seduta del 29 luglio in testa ai principali listini del Vecchio Continente, portando così il suo bilancio mensile a +5,2%. Guadagnano posizioni anche Parigi (CAC 40), Francoforte (DAX 30) e Londra (FT-SE 100). Nell'eurozona, il Pil ha segnato un +0,7% nel trimestre e +4% su anno, mentre l'Italia ha visto un'accelerazione a +1% nel secondo trimestre e del 4,6% annuale. Sul fronte dei prezzi al consumo, nel nostro Paese l'inflazione in luglio è scesa al 7,9%, dal +8% record di giugno, con il calo dei beni energetici. Intanto, alla vigilia è emerso che gli Stati Uniti sono in recessione tecnica: la prima lettura del Pil del secondo trimestre, infatti, ha mostrato che l'economia statunitense si è contratta dello 0,9%, dopo il calo dell'1,6% registrato nel primo trimestre. E sempre Oltreoceano, l'inflazione Pce (misura preferita dalla Federal Reserve) è balzata del 6,8% a giugno, rispetto a un anno fa e dell'1% su maggio, facendo segnare il più grande rialzo mensile dal febbraio 1981. In questo quadro, tuttavia, anche Wall Street ha chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones sale dello 0,97% a 3.2843,55 punti, il Nasdaq avanza dell’’1,85% a 12.388,02 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso a dell’1,41% a 4.129,69 punti.
Trimestrali protagoniste: strappa Eni, scivola Leonardo
A Milano i conti delle grandi società sono stati protagonisti nella seduta del 29 luglio: Eni ha visto balzare l'utile netto a 3,8 miliardi nel trimestre e 7,4 miliardi nei sei mesi, mentre Webuild è tornata in attivo con un utile di 64 milioni. Anche Mediobanca e A2a sono salite dopo i rispettivi conti, mentre ha perso posizioni Nexi. In rialzo Saipem e Interpump Group. La peggiore è stata Leonardo - Finmeccanica, con gli analisti che, pur parlando di risultati in linea con le attese, sono rimasti tiepidi per l'assenza di sorprese positive e le guidance sugli ordini invariate nonostante un maxi contratto in Polonia. Continua invece la corsa di Moncler, reduce dal +8% della vigilia in scia ai conti. In generale sono andati bene sul Ftse Mib anche i settori auto e banche.
Il Pil dell'Italia accelera nel secondo trimestre
Nel secondo trimestre del 2022 l’Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dell’1% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% in termini tendenziali. Lo si legge nella stima preliminare diffusa dall’Istituto di statistica. Nel primo trimestre dell’anno il Pil aveva registrato un aumento del +0,1 per cento.
Wall Street incerta, resta alta l'inflazione
Si muove incerta Wall Street, con Dow Jones più cauto quando il Nasdaq e l'S&P500 sono sopra la parità. Gli investitori da una parte sono incoraggiati dalle trimestrali positive di due dei più grandi titoli del mercato, Amazon e Apple, e dei giganti del petrolio Usa. I guadagni positivi del 74% delle aziende che hanno pubblicato gli utili, rafforzano l'idea che molte aziende sono ancora in grado di soddisfare, o battere, le stime di vendita anche in un contesto di inflazione elevata e rallentamento dell'economia. Tuttavia, il contesto macro resta complesso: l'indicatore preferito dalla Federal Reserve per misurare l'inflazione, l'indice Pce, a giugno è balzato del 6,8%, il livello più alto registrato in 12 mesi, da oltre 40 anni. L'indice è aumentato dell'1% da maggio, registrando il più grande rialzo mensile dal febbraio 1981. I dati economici arrivano dopo che la prima lettura del Pil del secondo trimestre ha mostrato che l'economia statunitense si è contratta dello 0,9%, dopo il calo dell'1,6% durante il primo trimestre; una seconda contrazione consecutiva che gli economisti hanno definito una «recessione tecnica».
Spread chiude in forte calo a 233 punti, rendimento al 3,15%
Seduta in forte calo, quella del 29 luglio, per lo spread tra BTp e Bund, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei, con un forte calo anche dei rendimenti ma un frazionale recupero del Bund. Al termine delle contrattazioni, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 233 punti base dai 245 punti della vigilia, mentre il rendimento dei decennali italiani scende al 3,15% dal 3,25% dell'ultimo closing.
Euro si rafforza, prezzi petrolio e gas in rialzo
Sul fronte dei cambi l'euro passa di mano a 1,0233 dollari (1,024 dollari in avvio e 1,0152 ieri alla chiusura) e a 136,39 yen (135,889 all'apertura, da 137,26). Il dollaro/yen è a 133,26 (da 132,665 in avvio). Accelerano i prezzi del petrolio (il Wti settembre sale del 2,45% a 98,78 dollari al barile, il Brent di pari scadenza cresce del 2,25% a 109,55 dollari), mentre calano quelli del gas naturale (-3,9% a 191 euro al megawattora sul mercato europeo, dopo oscillazioni che li avevano riportati sopra i 200 euro, in rialzo dell'1,1%).
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