la giornata dei mercati

Europa in rosso per i timori sulla crescita, Milano -0,72%. Wall Street in forte calo (-2%)

di Andrea Fontana e Stefania Arcudi

(AP)

7' di lettura

Seduta negativa per le Borse europee (segui qui l'andamento dei listini), che pure nel finale hanno ridotto i cali rispetto alle ore precedenti (Parigi -1%, Francoforte -0,55%, Madrid -0,58% e Londra -0,4% circa). La delusione dei dati cinesi su vendite al dettaglio e produzione industriale e il dietrofront degli indici Pmi sull'attività manifatturiera e dei servizi, in particolare in Francia a novembre, hanno messo sotto pressione gli indici azionari europei e l'euro che è tornato ai minimi da fine novembre nei confronti del dollaro (sotto quota 1,13). Anche Milano ha finito in ribasso (-0,72%), con lo spread risalito leggermente a 270 punti, dai 268 di ieri e le banche deboli (tra le peggiori Banca Mediolanum -2,2% e Ubi -2,09%, penalizzata anche dal fatto che Ubs ha tagliato il rating da «buy» a «neutral»). A New York la quotazione del petrolio ha chiuso in calo del 2,6%, arrivando a 51,2 dollari al barile. Anche in questo caso pesano i timori per la crescita globale. Chiusura in territorio negativo anche per Wall Street. Il Dow Jones perde il 2,01% a 24.101,85 punti, il Nasdaq cede il 2,26% a 6.910,66 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,90% a 2.600,14 punti, scendendo a livelli non visti dallo scorso aprile.

Ai dati si aggiungono elementi di apprensione sull'asse Ottawa-Pechino dopo la conferma del Canada della detenzione in Cina di un secondo cittadino canadese per attività che hanno messo a repentaglio la sicurezza nazionale cinese: il timore è di una crescente tensione tra i due Paesi dopo il caso Huawei con conseguenze sui negoziati commerciali Usa-Cina. In rosso anche Wall Street, che sconta i timori di un rallentamento dell'economia cinese e ignora i numeri sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale migliori delle previsioni.

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Fca giù: a novembre calo dell'8% delle immatricolazioni europee
In coda al Ftse Mib Tenaris (-2,25%) e il comparto auto, con Fca in discesa dello 0,77%, complice anche il calo dell'8% delle vendite in Europa. Positive le utility, con Terna (+0,98%) ai massimi da dicembre 2017, Poste Italiane (+0,93%) e Ferragamo (+0,62%), che ritrova quota 18 euro per azione dopo la nomina del nuovo Cfo. Il gruppo Fiat Chrysler Automobilesa novembre ha registrato immatricolazioni di auto nuove in Europa (Ue+Efta) in calo dell'8% a 68.720 unità contro le 74.680 dello stesso mese del 2017. Lo segnalano i dati pubblicati da Acea, l'associazione dei costruttori europei. Fca, anche negli undici mesi, segna un saldo negativo, con immatricolazioni in calo del 2,2%, per un totale di 960.897 unità (oltre 982mila lo scorso anno). Il calo di Fca è in linea con quello complessivo del mercato europeo (Ue+Efta) che ha registrato una flessione dell'8,1% a novembre.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Rimbalzo Salini dopo ko su vicenda Panama
Sul Ftse Mib sono andati male i titoli dell'auto, penalizzati appunto dai timori sulla crescita cinese e su conseguenti potenziali ricadute sull'economia globale e sul fronte commerciale. Pirelli ha così ceduto il 2,63%, Brembo il 2,22%, Cnh Industrial l'1,84%. Va detto che il comparto non ha brillato in tutta Europa (-1,45% l'indice Euro Stoxx 600 Auto). Il rallentamento della galassia Agnelli-Elkann ha penalizzato anche Exor(-1,77%). Bene in generale le utility, sostenute anche dal buon andamento del comparto in Europa (l'indice di settore ha guadagnato il 4% in dicembre ed è tra i migliori): A2a è salita dello 0,84%, Italgas dello 0,59%, Enel ha ceduto lo 0,04%, ma sale del 12% finora nel mese. In calo i petroliferi, con il ribasso del greggio (Saipem-1,29% ed Eni -0,8%). Saipem, dopo il ko della vigilia, continua a scendere: a mercati chiusi il gruppo di servizi per l'oil&gas ha fornito aggiornamenti sull'attacco informatico che nei giorni scorsi ha colpito i server del gruppo basati «nel Middle East, India, Aberdeen e, in modo limitato, l’Italia»: «le attività di ripristino, in modalità graduale e controllata, sono in corso attraverso le infrastrutture di back-up e, quando completate, consentiranno la piena operatività dei siti impattati».

Brillano Eurotech, Ovs e Stefanel
Fuori dal Ftse Mib, in evidenza Bca Carige dopo che Fitch ha confermato il rating ("CCC+") alla luce dell'operazione di rafforzamento patrimoniale compiuta attraverso l'emissione di un bond da 320 milioni: a metà novembre era stato rimosso il rating watch negativo. La migliore è stata Eurotech (+11,15%), dopo che Banca Imi ha migliorato la raccomandazione sul gruppo tecnologico con attività nell'internet delle cose da «add» a «buy», alzando l'obiettivo di prezzo da 3,8 a 5,2 euro per azione. La promozione è dovuta ai conti dei nove mesi, che hanno visto salire i ricavi su base annua di oltre il 49%. Inversione di tendenza per Ovs (+11,08%, dopo l’avvio di seduta a -12% e il -36% di ieri): dopo il sell off innescato dall’allarme sui conti di fine anno, a placare gli investitori sono state le rassicurazioni dell'amministratore delegato Stefano Beraldo, che ha escluso la necessità di un rafforzamento di capitale. Male invece Stefanel (-10,65%), dopo che la società ha fatto sapere presenterà la domanda di ammissione al concordato così detto in bianco o con riserva, sulla scia delle perdite per 20,9 milioni di euro registrate nei primi nove mesi dell'anno. Rimbalzo per Salini Impregilo dopo il crollo (-20%) di ieri innescato dalla sconfitta nel lodo arbitrale di Miami che obbliga il gruppo di costruzioni a rimborsare anticipatamente 217 milioni di dollari per i maxi lavori del Canale di Panama. In una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, Salini Impregilo ha precisato non è stata accolta la richiesta di posticipare la restituzione degli anticipi contrattuali, e degli anticipi per i variation orders ricevuti da Panama Canal Authority, per un totale in linea capitale di 836 milioni di dollari: la parte degli anticipi contrattuali garantita da Salini Impregilo pro quota era pari a 217 milioni «che verranno pagati immediatamente con proprie disponibilità di cassa». A livello europeo, male l'auto, i tecnologici e le costruzioni.

In Europa male auto, industria e banche
I dati cinesi inferiori alle previsioni su vendite al dettaglio e output industriale hanno penalizzato tutto il Vecchio Continente, con i settori tecnologia (-1% l'Euro Stoxx 600 Tech), industria (-1,18%) e auto (-1,44%) a pagare lo scotto peggiore. A Parigi Renault ha ceduto il 2,49% e Michelin l'1,6%, mentre a Francoforte Volkswagen (penalizzata anche dal calo dell'11,3% delle immatricolazioni in Europa in novembre) e Daimler hanno lasciato sul campo rispettivamente l'1,32% e lo 0,36%. A Parigi da segnalare il forte calo di Plastic Omnium (-7,5%), sulla scia di una serie di valutazioni negative di analisti. A Francoforte da segnalare il balzo di Scout24, che ha guadagnato circa l'11%: il gruppo che opera nel settore della pubblicità online ha fatto sapere di avere preso in considerazione l'ipotesi di vendita. Deboli anche le banche, con Commerzbank in discesa del 3,04% a Francoforte e Bnp Paribas e Societe Generale rispettivamente in calo dell'1,41% e del 2,08% a Parigi.

Lo spread chiude l'ottava in lieve rialzo
Chiude la settimana in lieve rialzo lo spread BTp/Bund che si è mosso per tutta la seduta in un range molto ristretto in attesa dell'esito del confronto con l'Ue sulla legge di Bilancio italiana. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il Bund tedesco di riferimento ha infatti terminato la seduta a 270 punti base, dai 268 della vigilia. Resta sotto la soglia del 3% il rendimento del decennale benchmark che ha chiuso al 2,95% (2,97% ieri).

Euro scivola sotto 1,13 dollari: Pmi Francia ai minimi da 4 anni
Sul mercato valutario, l'euro scivola sotto 1,13 dollari, ai minimi da fine novembre, dopo i dati francesi e tedeschi sull'attività economica di dicembre. In avvio il rapporto tra le due valute era stabile. In Francia l'indice Purchasing Manager di novembre sintetico (manifattura+servizi) è ai minimi da quattro anni. Il dato relativo al manifatturiero è sceso sotto i 50 punti (soglia che separa una attività in espansione da una in contrazione) e si è attestato a 49,7, quello dei servizi è passato da 55,1 a 49,6. In flessione anche i dati tedeschi con i servizi passati da 53,3a 52,2 e la manifattura da 51,8 a 51,5. «Se gli impegni di carattere fiscale assunti da Macron e annunciati lunedì saranno in grado di placare i manifestanti - è il commento di Edoardo Campanella, economista di Unicredit, sui dati francesi- c'è da aspettarsi un rimbalzo sensibile a gennaio. Comunque è difficile ignorare che le attese sul business per l'attività dei servizi siano scese per il terzo mese consecutivo».

«Questa azione sui prezzi segue i commenti del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che ha ammesso ieri che c'è un rischio al ribasso per la moneta unica - è il commento sull'andamento dell'euro di Ricardo Evangelista di ActivTrades - La sua affermazione può essere descritta come sobria e certamente ha avuto un effetto di moderazione sui tori dell’ euro. Dopo la dichiarazione di Draghi, gli occhi sono puntati sul dollaro statunitense e la direzione dei mercati valutari nei mesi a venire sarà determinata dalla politica monetaria della Fed. Mentre è dato per scontato che un aumento dei tassi di interesse sarà annunciato nella riunione della FOMC della prossima settimana, il ritmo degli aumenti per il 2019 è ancora incerto».

Vendite al dettaglio e produzione industriale Usa sopra le stime
A novembre le vendite al dettaglio sono salite per l'undicesimo mese di fila e a una velocità leggermente migliore delle attese (con dicembre 2017 si era chiuso l'anno migliore dal 2014). Il dato, reso noto dal dipartimento del Commercio americano, è cresciuto dello 0,2% su base mensile, mentre gli analisti avevano messo in conto un +0,1%. Su base annua, l'incremento è stato del 4,2%, anche grazie allo shopping di Natale. Anche il dato sulla produzione industriale, sempre relativa a novembre, ha superato le stime, con un rialzo dello 0,6%.

Cina: dati deludenti su vendite al dettaglio e industria
Vendite al dettaglio e produzione industriale rallentano a novembre in Cina. Secondo le statistiche ufficiali pubblicate oggi, le vendite sono aumentate dell'8,1% tendenziale, cioè lo 0,5% in meno di ottobre, e la produzione industriale ha rallentato al +5,4% a novembre, anche qui 0,5 punti percentuali in meno del mese prima. L'output industriale è cresciuto del 5,4% a novembre rispetto allo stesso mese del 2017 calando però rispetto a 5,9% precedente.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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