Europarlamento, non sottovalutare le implicazioni politiche globali della pandemia
Per l'Europa scelte difficili di posizionamento, in termini di costo dell'autosufficienza, di salvaguardia delle capacità convenzionali di difesa, di mantenimento della cooperazione con le grandi potenze resistendo a pressioni indebite
di Antonio Pollio Salimbeni
2' di lettura
Le pandemie non sono eventi nuovi e nel tempo sono state accumulate varie esperienze a livello internazionale, di aree regionali e nazionale sul modo di gestirle. Tuttavia, «la portata, la velocità e le implicazioni più ampie della pandemia Covid-19 hanno colto di sorpresa molti paesi europei e la Ue nel suo complesso». È questa la conclusione cui arriva uno studio pubblicato dal Parlamento europeo frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori ed esperti .
Appello di Sassoli per uniformare disposizioni e interventi
È una situazione della quale la Ue ha piena consapevolezza anche se non sempre a questa corrispondono decisioni conseguenti, basti pensare alla confusione degli ultimi giorni sulle regole da seguire in relazione alla riapertura delle scuole e ai rischi di nuove ondate di contagi. Per questo motivo il presidente del Parlamento, David Sassoli, ha fatto appello alla Commissione affinchè eserciti un coordinamento per la definizione delle zone di rischio e delle regole di comportamento per «uniformare le disposizioni e gli interventi, evitare discriminazioni e rispondere all’esigenza dei cittadini di avere un quadro di riferimento ben definito».
Due gli elementi importanti che richiedono decisioni
Nello studio dell’Europarlamento vengono indicati tra gli altri due elementi importanti che richiedono decisioni per orientare la politica estera, di sicurezza e difesa. Il primo è che la pandemia ha accelerato tendenze già in atto amplificando i rischi per la Ue di essere eccessivamente dipendente dalle catene globali degli approvvigionamenti, un problema che riguarda i settori chiave della produzione, dall’auto all’high-tech alla farmaceutica e sanità, all’alimentare. Il rischio di ritrovarsi di nuovo estremamente vulnerabili in caso di nuove ondate pandemiche è serio. Il secondo elemento riguarda le relazioni tra le grandi potenze: la sempre più decisa assertività cinese e l’estensione da parte americana dell’attacco al multilateralismo alla sanità pubblica (la contestazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, la mancata partecipazione a iniziative comuni sul vaccino, i tentativi di acquistare aziende farmaceutiche europee che lavorano su vaccini e trattamenti) «pongono all’Europa scelte difficili di posizionamento, in termini di costo dell'autosufficienza rispetto ai vantaggi di mercati aperti, di salvaguardia delle capacità convenzionali di difesa rispetto alla gestione di nuove minacce, di mantenimento della cooperazione con le grandi potenze resistendo a pressioni indebite, di scelta di chi fidarsi, su quali questioni, in quali condizioni e in quale arco di tempo».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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