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Eurovita: appuntamento al prossimo arrivo al fotofinish

di Gianfranco Ursino

Imagoeconomica

2' di lettura

Che il salvataggio di Eurovita fosse tecnicamente difficile era assodato. Le parti coinvolte che hanno dovuto trovare un accordo erano tante: oltre 30 tra compagnie di assicurazione e banche. Ma dalle prime crepe emerse a inizio anno sono trascorsi ben sei mesi e una soluzione per evitare il default non sarebbe dovuta arrivare in extremis, proprio l’ultimo giorno utile (30 giugno) per scongiurare la messa in liquidazione della compagnia finita prima in gestione provvisoria il 31 gennaio scorso e poi in amministrazione straordinaria il successivo 29 marzo.

La soluzione in zona Cesarini ha senz’altro evitato il peggio, ma il danno reputazionale per l’intero settore bancassurance ormai c’è stato. La fiducia non si riacquista con gli accordi dell’ultimo momento. E la tempistica in questa triste vicenda continuerà a giocare un ruolo determinante.

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Proroga dopo proroga i 353mila titolari di polizze Eurovita da mesi hanno i loro risparmi bloccati e ora attendono il nuovo via libera ai riscatti che è stato ulteriormente procrastinato al prossimo fine ottobre. Fino a quella data ci sarà un’altra corsa contro il tempo e questa volta in pista scenderanno in primis le authority.

La newco ponte che dovrà temporaneamente rilevare il portafoglio della compagnia assicurativa (che verrà poi suddiviso tra le cinque compagnie dei gruppi Intesa Sanpaolo, Unipol, Generali, Allianz e Poste), per avere la licenza assicurativa e poter operare ha bisogno delle autorizzazioni dell’Ivass e della Covip. Inoltre l’intera operazione di salvataggio dovrà ricevere il via libera dell’Antitrust. I mesi dell’ulteriore proroga sono quindi necessari per ottenere il sigillo sull’operazione da parte di tutte le authority coinvolte. In quest’arco temporale c’è anche il mese di agosto. Si spera quindi di non dover attendere ancora una volta l’ultimo giorno utile - 31 ottobre - per avere il via libera dalle varie authority..

Anche perché ci sono ancora alcuni scogli tecnici da superare. Il primo nodo ancora da sciogliere è quello relativo ai tre bond subordinati Eurovita ancora in circolazione per un valore di 160 milioni di euro, che non sono stati comunque sottoscritti da investitori retail. C’è poi il tema degli assicurati che hanno sottoscritto la polizza Eurovita con alcune piccole banche che non hanno partecipato al piano di salvataggio. E poi ci sono altri passaggi formali da perfezionare.

In ogni caso, nonostante tutte le rassicurazioni del caso, molti sottoscrittori di polizze Eurovita hanno perso la pazienza nel turbinio di trattative che hanno animato in questi mesi il dibattito. L’uscita anticipata dal contratto comporterà sicuramente delle perdite più o meno consistenti, per chi dovesse decidere di uscire dall’investimento quando sarà riaperta la possibilità di riscatto, che dovrebbero indurre i sottoscrittori a tenere la polizza fino a scadenza. Tuttavia una corposa fetta di clienti, pur avendo poi in mano polizze di una delle cinque big assicurative subentranti, dopo il clamore suscitato dalla vicenda Eurovita chiederanno a prescindere il riscatto.

Riproduzione riservata ©
  • Gianfranco UrsinoResponsabile Plus24

    Luogo: Milano

    Argomenti: Fondi comuni, Etf, Assicurazioni, Conti correnti, Conti deposito, Mutui, Polizze fideiussorie, Anatocismo, Usura, Risparmio postale, Libretti Coop, Banche, Borsa, Consob, Banca d’Italia, Abf, Acf, Oam, Ocf, Consulenza finanziaria, Fondi pensione, Casse di previdenza, Fintech

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