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Evergrande: titolo in rally alla ripresa delle contrattazioni, indagini sul fondatore in corso

Il titolo di Evergrande ha fatto un rally del 28,13% alla ripresa delle contrattazioni alla Borsa di Hong Kong, dopo la sospensione decisa il 28 settembre alla notizia che il suo fondatore è nel mirino delle autorità. Le indagini sul fondatore Xu Jiayin sono ancora in corso

di Giuliana Licini

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) Rally di Evergrande alla ripresa delle contrattazioni alla Borsa di Hong Kong, dopo la sospensione decisa il 28 settembre alla notizia che il suo fondatore è nel mirino delle autorità perché sospettato di avere infranto la legge. Il titolo del colosso immobiliare cinese, alle prese con la difficile ristrutturazione del suo astronomico debito, ha chiuso la seduta con un progresso del 28,13% a 0,41 dollari di Hong Kong. Le azioni sono balzate inizialmente del 44% fino a toccare a 46 centesimi, prima di rallentare la corsa e ridurre il guadagno al 16% a 37 centesimi, per poi risalire nuovamente. La quotazione era crollata mercoledì 27 settembre dopo la pubblicazione di indiscrezioni di stampa secondo cui il fondatore e Ceo Xu Jiayin, un tempo uno degli uomini più ricchi della Cina, era agli arresti domiciliari. Il giorno successivo Evergrande ha chiesto la sospensione della quotazione a Hong Kong e in seguito ha ammesso che Xu Jiayin era «oggetto di misure coercitive a causa dei sospetti di reato o violazione della legge», senza fornire precisazione sulla natura degli addebiti.

Secondo il Wall Street Journal, Xu Jiayin sarebbe sospettato del trasferimento di proprietà all’estero, proprio mentre il gruppo affonda sotto il peso dei debiti. Il 2 ottobre, a sorpresa, Evergrande ha sollecitato di essere riammesso alla quotazione. «Il consiglio di amministrazione ritiene che le attività dell’azienda si svolgono normalmente e che non sussistono altre informazioni riguardanti la società che debbano essere rese pubbliche», ha indicato la società. «Il sentiment degli investitori potrebbe essere stato aiutato dal fatto che le azioni di Evergrande hanno potuto riprendere le negoziazioni. Questo ha dato agli investitori la sensazione che, si spera, non verranno fuori altre brutte notizie», ha affermato Sandra Chow, co-responsabile della ricerca Asia-Pacifico presso CreditSights. La distanza dai massimi storici è in ogni caso abissale: il titolo ha sfiorato i 26 dollari di Hong Kong intorno alla metà del 2020, prima di prendere la china, via via più precipitosa, per la crisi del Covid e soprattutto per i suoi guai finanziari. La ripresa della quotazione avviene, d’altro canto, nel corso di una settimana di vacanze in Cina in occasione della festa nazionale del primo ottobre e quindi un periodo di solito favorevole agli acquisti nel settore immobiliare. Secondo gli operatori, il ritorno agli scambi in Borsa potrebbe pertanto rientrare nel tentativo di rassicurare gli eventuali clienti sul futuro.

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Cina, crisi Evergrande accelera dopo presunto arresto fondatore

Le tegole giudiziarie sul gruppo d'altro canto si susseguono e si vanno ad aggiungere alle sue enormi difficoltà finanziarie. A metà settembre Evergrande aveva comunicato l’arresto di dipendenti di una delle sue filiali, senza precisare né il numero, né il reato di cui venivano sospettati. Secondo il media economico Caixin, anche due ex-dirigenti di Evergrande sono stati arrestati. Al tutto si è aggiunto lunedì scorso l’annuncio da parte di una filiale del gruppo di non poter rimborsare gli interessi su un debito. Il giorno stesso Evergrande ha annullato una riunione sulla ristrutturazione del suo debito, il che ha aumentato l’incertezza sul suo futuro. La società, che ha dichiarato default su alcuni pagamenti di debito nel 2021, è alle prese con un debito di oltre 330 miliardi di dollari, su cui è in corso un tentativo di ristrutturazione. Se dovesse fallire, le conseguenze sarebbero molto pesanti e non solo per il gruppo che ha decine di migliaia di dipendenti e centinaia di progetti immobiliari fermi. Con il suo maxi-indebitamento e le sue colossali dimensioni, Evergrande è diventata il simbolo della grave crisi immobiliare cinese. Il settore ha registrato una crescita folgorante negli ultimi decenni, spinto dalla richiesta di case. L’indebitamento dei gruppi ha tuttavia raggiunto livelli tali che le autorità hanno messo un freno al settore a partire dal 2020. Da allora l’accesso al credito per gli immobiliaristi si è decisamente ridotto e questo ha fatto sì che siano rimasti a metà interi cantieri, alimentando la crisi di sfiducia, sullo sfondo del rallentamento generale dell’economia. La crisi del real estate negli ultimi mesi ha colpito anche gruppo considerati in precedenza solidi come Country Garden, uno dei concorrenti di Evergrande.

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