Taranto

Ex Ilva, Cingolani rilancia sulla decarbonizzazione

Ma per il candidato sindaco del centro-destra Musillo è «solo una bella parola inventata dalla Regione Puglia»

di Domenico Palmiotti

Aumento costi energia e materie prime mette in difficoltà imprese

3' di lettura

La campagna elettorale per le comunali di primavera a Taranto (una delle grandi città chiamate al voto insieme a Genova, Palermo, Verona e Catanzaro) è appena cominciata che già il tema dell'ex Ilva infiamma e divide. Dopo il voto di Pd, M5S, Forza Italia e Italia Viva, che qualche giorno fa nelle commissioni alla Camera ha affondato ed abrogato l'articolo 21 del decreto Milleproroghe che trasferiva 575 milioni dalle bonifiche in capo ad Ilva in amministrazione straordinaria alla futura decarbonizzazione del siderurgico di Taranto e dopo l'irritazione manifestata con i capi delegazione dal premier Mario Draghi, in attesa di capire quali iniziative assumerà ora l'esecutivo, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, rilancia.

Intervistato il 20 febbraio da Radio 24 sugli emendamenti della maggioranza che hanno stoppato la decarbonizzazione (sulla stessa linea anche Fratelli d'Italia mentre la Lega ha detto si al trasferimento dei fondi), Cingolani ha dichiarato: «Credo che l’urgenza di decarbonizzare in Ilva sia altissima, perché prima decarbonizziamo prima il prodotto e l’azienda riacquistano competitività. C'è anche ovviamente l’importanza delle bonifiche, ma forse in questo momento la priorità uno è la decarbonizzazione». «Il Parlamento è sovrano, quindi dobbiamo rispettare questa decisione, ma credo che comunque si arriverà presto a una soluzione» aggiunge Cingolani.

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Musillo: «Solo una bella parola»

A Taranto, invece, nelle stesse ore, va in scena ben altro pensiero. Nella giornata della presentazione ufficiale, Walter Musillo, ex segretario del Pd di Taranto - partito da cui é uscito ai primi del 2018 - e ora candidato sindaco del centrodestra (Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega), dei civici di Patto per Taranto e di altre formazioni che vanno dalla destra alla sinistra, dichiara: «La decarbonizzazione continua ad essere una bella parola inventata dal governo regionale». «Quei 500 milioni, per le sfide che dobbiamo affrontare, sono davvero una goccia nel mare - afferma Musillo -. Non sappiamo ancora se quei 500 milioni devono andare alle bonifiche o alla decarbonizzazione. Qui qualcuno ci sta prendendo in giro e dobbiamo dirlo con forza». «Io non posso sopportare personaggi di Governo, anche del Pd - aggiunge Musillo -, che dal 2012 e continuano a raccontarci queste cose».

Melucci: «Ritorno a Medioevo»

Non replica a Musillo ma lancia una battuta al vetriolo il sindaco uscente, Rinaldo Melucci, del Pd, a capo di un'alleanza di centrosinistra con Pd e M5S: «Ritorno al Medioevo». Melucci ha infatti chiamato il suo programma “Ecosistema Taranto” e la sostenibilitá, la transizione energetica ed ecologica ed una nuova visione di economia, non più acciaio-centrica, sono gli assi portanti.

Infiamma la polemica

Ma il tema bonifiche infiamma anche lo scontro con la Regione Puglia e il presidente Michele Emiliano. Parlando alla presentazione del candidato sindaco Musillo, il coordinatore regionale pugliese di Forza Italia, il deputato Mauro D'Attis, afferma: «Abbiamo difeso fortemente la tenuta dei fondi per le bonifiche di Taranto, i 500 milioni, ma c'é stato un tentativo, in particolare del Pd e di Emiliano, di impossessarsi della gestione dei fondi della decarbonizzazione. Il Pd, ad un certo punto, era favorevole ad una riformulazione dell'articolo 21 del Milleproroghe se il Governo nazionale avesse introdotto una nuova figura di commissario di Governo per gestire i fondi della decarbonizzazione e se il commissario di Governo fosse stato nominato nella persona del presidente della Regione Puglia».
«Noi - aggiunge D'Attis - abbiamo bloccato questo tentativo. Chi racconta a Taranto ha fatto le battaglie per Taranto, le ha fatte perché voleva portare i soldi nella gestione della presidenza della Regione Puglia e questa cosa noi l'abbiamo bloccata».Replica a stretto giro, parlando di «bugie», Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera: «Sulla questione dell'acciaieria ci siamo opposti per primi alla sottrazione di risorse alle bonifiche, mentre Forza Italia non sapeva se schierarsi con i tarantini o con i compagni del centrodestra». «Noi - rileva Pagano - abbiamo preteso che ci fosse la garanzia di una condivisione e del controllo pubblico sull'utilizzo delle risorse per la decarbonizzazione dell'ex Ilva senza mai fare passi indietro».

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