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Ex Ilva Genova, «senza rilancio l’Accordo di programma può saltare»

Istituzioni e sindacati si schierano per difendere la siderurgia ma anche la salvaguardia di occupazione e reddito a Cornigliano

di Raoul de Forcade

(Ansa)

3' di lettura

Sindacati e istituzioni liguri e genovesi non escludono la possibilità di ridiscutere l’Accordo di programma del 2005 sull’ex Ilva di Cornigliano (oggi Acciaierie d’Italia), peraltro mai applicato appieno, se questo consentisse di salvaguardare i livelli occupazionali e di reddito dei lavoratori dello stabilimento.

È quanto emerso dall’incontro tra le organizzazioni sindacali, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, tenutosi due giorni dopo lo sciopero dei lavoratori dell’acciaieria di lunedì scorso.

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O rilancio o stop all’accordo

«O l’azienda viene rilanciata e l’Accordo di programma è destinato a saltare», affermano Toti e Bucci che, intanto, si dicono pronti a chiedere, in merito, un nuovo incontro al Governo. La richiesta partirà presumibilmente nelle prossime ore.

Durante l’incontro con i sindacati, spiegano il governatore e il sindaco, «abbiamo condiviso il fatto che l’acciaio è fondamentale per Genova, che da troppi anni attende risposte sul futuro di questa azienda e sui necessari investimenti previsti e, ad oggi, disattesi».

E «per la prima volta - proseguono - abbiamo condiviso con le delegazioni sindacali che, o questa azienda riparte e viene rilanciata con i livelli occupazionali promessi e accettabili, o quell’accordo di programma che regge l’industria dell’acciaio a Genova non ha più senso di esistere così come è oggi. Nei prossimi mesi sapremo se ci sarà questa prospettiva di ripartenza che tutti auspichiamo o se dovremo percorrere altre strade».

Giunte rassicurazioni dal Governo

Dal Governo, ha detto Toti, «mi è stato assicurato che l’intenzione è quella di proseguire con il piano industriale già tracciato e di utilizzare ulteriori fondi, quelli legati a Repower Eu e al Pnrr, per portare avanti gli investimenti strategici, dalla decarbonizzazione alla transizione verso l’elettrico».

E anche, aggiunge, «che sono in corso riunioni tra il ministero dello Sviluppo economico e il gruppo Mittal per chiarire quali sono le determinazioni dell’azienda per arrivare al definitivo assetto del comparto. Come Regione e Comune chiederemo un nuovo incontro per capire i tempi e i modi di questo percorso e se, alla luce delle rimodulazioni degli investimenti, il piano industriale sia da ritenersi ancora attuale».

Sindacati in prima linea

Cgil e Cisl, da parte loro, appaiono pronte anche a mettere in discussione l’Accordo di programma, mentre la Uilm solleva riserve. «Come Fiom - spiega il segretario dei metalmeccanici, Stefano Bonazzi - abbiamo detto una cosa chiara: o entro un anno cambia la situazione oppure, prima che cada a pezzi lo stabilimento, piuttosto ridiscutiamo la situazione delle aree garantendo occupazione e continuità di reddito per i mille lavoratori di Cornigliano».

Va da sé, aggiunge, «che la discussione a Roma sulle prospettive del gruppo deve andare avanti e auspichiamo che rilanci la siderurgia a Genova, che per noi resta centrale. La prospettiva principe è quella di un rilancio assoluto dello stabilimento di Genova; dopodiché, non lasceremo i nostri lavoratori soli di fronte a scenari che possono essere anche estremamente drammatici».

L’Accordo di programma, afferma il segretario Cisl Liguria, Luca Maestripieri, «non è un tabù e, tra l’altro, non è stato rispettato fino ad oggi, altrimenti non avremmo 970 lavoratori a Cornigliano. Servono soldi, e tanti, altrimenti l’industria italiana non ha rilancio e, se andiamo avanti così, la siderurgia italiana chiude. Senza contare che, nel frattempo, visto che i mezzi e le strutture sono lasciate alla deriva, rischiamo che qualcuno si faccia male, perché non ci sono nemmeno i minimi provvedimenti che servono per la messa in sicurezza».

Il segretario generale della Fim Liguria, Christian Venzano, aggiunge: «Abbiamo spiegato che c’è la necessità di chiedere con forza risposte concrete dal Governo sul futuro della siderurgia, parlando di piano industriale e reale gestione dell’azienda. Rivedere tra un anno l’accordo di programma ? Bisognerà vedere le risposte del Governo, perché tra un anno può essere tardi, ma una cosa è certa , noi vogliamo garanzie occupazionali e di reddito dei lavoratori».

Uilm fuori dal coro

Di altro avviso Antonio Apa, coordinatore della Uilm Liguria, secondo il quale nella riunione «sono emerse alcune questioni discutibili, che considero fuorvianti; come quella della messa in discussione dell’Accordo di programma e la proposta di una moratoria di un anno sulla quale considerare la vicenda di alcune aree, qualora il sito non dovesse essere rilanciato».

La Uilm, sottolinea Apa, «è dell’idea che queste proposte, allo stato, non abbiano diritto di cittadinanza, perché al vicenda siderurgica è molto più complessa di quanto si pensi». Secondo il sindacalista, poi, occorre che «la Regione e le istituzioni si muovano rapidamente nei confronti del Governo, perché venga messa fine alla sceneggiata in cui si sta trasformando la vicenda della siderurgia».

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