Ex Osram, la vertenza vicina alla svolta
Attesa nelle prossime ore l’offerta vincolate del gruppo tessile lombardo interessato a rilevare il ramo d'azienda con tutti i suoi lavoratori, il capannone industriale e le 4 linee di produzione
di Vincenzo Rutigliano
I punti chiave
2' di lettura
Forse a una svolta la vertenza Baritech, ex Osram, con i suoi 115 lavoratori in cassa integrazione, fino al 31 dicembre, e in presidio, da molti giorni, di fronte allo stabilimento di Modugno, alle porte del capoluogo regionale. È attesa nelle prossime ore l’offerta vincolate del gruppo tessile lombardo – nome ancora top secret – interessato a rilevare il ramo d'azienda con tutti i suoi lavoratori, il capannone industriale e le 4 linee di produzione di tessuto non tessuto, attive fino a dicembre scorso quando è terminata anche l'ultima commessa lavorata in Baritech per la fornitura di meltblown, il tnt usato per realizzare le mascherine chirurgiche.
La due diligence
Tutto è legato alla conclusione positiva, o meno, della due diligence avviata mercoledì, davanti alla task force regionale per l'occupazione, dai vertici di Baritech e dai rappresentanti del potenziale compratore interessato all'impianto barese per continuare a produrvi tnt, ma non più per le mascherine chirurgiche, ma per altri usi (interni per autovetture, pannolini, panni, fazzolettini assorbenti,etc.). Se l'offerta viene formalizzata oggi e gli operai ritorneranno al lavoro, si realizzerebbe anche la condizione posta da Conserva Logistic, la società barese che ritornerebbe al nuovo acquirente il capannone industriale che aveva acquisito da Baritech srl, senza rilevare anche gli operai occupati, riprendendosi – così è stato dichiarato – i soli 410.000 euro già versati alla srl in sede di trattativa di acquisto e pari al 10% del costo totale definito (4,1 milioni).
Il ruolo della Regione
Nella vertenza anche la regione conta di intervenire cofinanziando il progetto di reindustrializzazione utilizzando una misura regionale, specifica, con risorse che potrebbero essere pari al 40% del valore totale della operazione. Si tratterebbe di risorse a fondo perduto la cui percentuale potrebbe crescere ancora, a seconda della dimensione e delle caratteristiche del compratore. La regione interverrebbe poi anche con altri fondi per favorire la riqualificazione dei lavoratori.«La regione – spiega il responsabile della task force per l'occupazione, Leo Caroli - farà la sua parte fino in fondo confinanziando sia la reindustrializzazione che la riqualificazione dei lavoratori». Per i lavoratori – che lamentano troppe promesse di progetti industriali di rilancio non mantenute - ed i sindacati quella di oggi è una giornata di attesa “vigile”. «Siamo fiduciosi anche se – avverte Filippo Caldara, segretario generale Ugl-Chimici di Bari - dobbiamo vedere la firma dei lavoratori sui contratti a tempo indeterminato per essere totalmente certi che tutto è andato bene, compreso l'intervento della regione con le sue risorse a fondo perduto». Serve però rapidità: il 31 dicembre cesseranno gli ammortizzatori sociali con il seguito dei licenziamenti collettivi.
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