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Expert.ai: «Puntiamo a tornare nel 2023 a un ebitda positivo, completato il riposizionamento»

Parla il presidente e co-fondatore Stefano Spaggiari

di Simona Rossitto

Stefano Spaggiari, presidente di Expert.ai

3' di lettura

Expert. ai, società pioniera nell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale per la comprensione del linguaggio, punta nel 2023 a ritornare ad avere un ebitda positivo, con una crescita dei ricavi e prevedendo di espandersi ancora negli Usa. Intanto ha integrato nella sua piattaforma Expert.ai anche i nuovi sistemi, i language model come Gpt. Lo spiega Stefano Spaggiari, tra i fondatori e oggi presidente della società, a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit’Ed, gruppo attivo nella formazione e nel digital learning,

«Un’Ai con le potenzialità attuali va gestita»

La società, avviata negli anni '90 con i primi correttori dell'italiano venduti al gigante Microsoft, nel febbraio del 2014 si è quotata in Borsa per crescere. Nell'azionariato, oltre a due dei soci fondatori, che hanno oltre l’11%, c'è dal 2019 con l’ 8,88%, la società Ergo, costituita da un pool di investitori privati tra i quali Claudio Costamagna, Diego Piacentini e Francesco Caio. «Oggi la generalità delle persone ha scoperto che l’intelligenza artificiale può essere applicata non soltanto ai numeri o alle immagini ma anche alle parole. Era già noto che le macchine sono migliori degli uomini per gestire i numeri, ad esempio per giocare a scacchi, è una questione matematica. L’Ai applicata alla conoscenza, l’ Ai generativa che genera nuova conoscenza può essere molto utile alle aziende, la maggior parte delle quali ha bisogno di interpretare, comprendere, distillare conoscenza più che generarne. È un tema che è arrivato, e questo è un bene, all’attenzione di tutti. Ma un’Ai con queste potenzialità va gestita».

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«Expert.ai ha integrato Gpt nella sua piattaforma ibrida»

Expert.ai, che ad oggi dà lavoro a più di 250 persone, ha intanto integrato l'Ai generativa nella sua offerta. «La nostra piattaforma di intelligenza artificiale ibrida (hybrid AI) offre la possibilità di applicare più tecnologie contemporaneamente. Quando è arrivata Gpt, nel giro di una settimana, abbiamo integrato la nuova risorsa nella nostra piattaforma. Peraltro, i language models non sono stati inventati da OpenAi, c’erano già, ma OpenAi ha avuto le risorse per costruire un large language model su vasta scala». Oggi, spiega Spaggiari, si possono costruire robot che fanno le attività più noiose e ripetitive, lasciando la parte ‘nobile del ragionamento’, della valutazione alle persone. «Inoltre – aggiunge –, si riescono ad avere strumenti che possono collezionare grandi quantitativi di informazioni ed estrapolare la conoscenza per prendere decisioni migliori. Abbiamo ad esempio comunicato un’attività con una banca italiana, Credem, che ha usato la nostra piattaforma per la raccolta di grandi quantitativi di conoscenza, a supporto delle decisioni strategiche. La banca è riuscita ad anticipare di mesi fenomeni che si sono verificati grazie alla scansione anche di segnali deboli. Un vantaggio competitivo di questo tipo diventa essenziale nel mondo della finanza».

«L’azienda ha cambiato pelle, ora il 30% del fatturato proviene dagli Usa»

Quanto alla vita della società, expert.ai ha «concluso un ciclo di investimenti lo scorso anno, quando c’è stato il picco in concomitanza con l’espansione negli Stati Uniti, dove era già presente a Washington e dove ha potenziato la sua presenza con la sede di Boston. «Avevamo tre obiettivi di riposizionamento della società; uno era lo sviluppo della piattaforma ibrida, cosa non scontata e che ci rende unici. Un altro obiettivo era l’espansione negli Usa su cui abbiamo investito tanto; l’anno scorso, rispetto al 2021, abbiamo registrato un incremento del fatturato pari all’87% e oggi il mercato americano rappresenta circa il 30% dei ricavi delle vendite e prestazioni del gruppo. Un terzo aspetto riguarda il cambio del modello di business: siamo passati da un’azienda con vendita tradizionale, licenze perpetue e manutenzione, a un’azienda che ha sostanzialmente convertito la vendita di licenze in licenze di tipo recurring, con abbonamenti pluriennali, con software as a service in alcuni casi». A partire da quest’anno l’intenzione è quella di cominciare a raccogliere i frutti del lavoro compiuto. «Non dobbiamo più investire le grosse cifre che abbiamo investito in passato; abbiamo inoltre adottato misure per incrementare la produttività e ottimizzare i costi operativi, in linea con il piano presentato a fine dello scorso anno, in cui si prevede l’aumento dei ricavi e un ritorno a un ebitda positivo nel 2023», conclude il presidente.

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