Export marchigiano, dal 2022 è boom
Le esportazioni dalle Marche, secondo Istat, sono cresciute dell'82% rispetto al 2021, il dato più alto a livello nazionale. Una tendenza confermata anche a inizio 2023
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Il 2022 è stato un anno di importante crescita per le esportazioni marchigiane. Pur in un contesto estremamente positivo a livello nazionale, con l'export che secondo Istat è aumentato del 20% rispetto all'anno precedente, le Marche hanno saputo distinguersi. Il valore delle merci partito da qui per varcare i confini nazionali è infatti aumentato dell'82% rispetto a quello del 2021: si tratta dell'incremento percentuale più significativo registrato a livello nazionale.
Le altre regioni e provincie autonome hanno oscillato tra l'aumento del 61,8% visto in Sardegna al calo del 12,1% del Molise, unica realtà ad aver concluso il 2022 con un segno meno di fronte al valore delle esportazioni. Un risultato, quello marchigiano, trainato dalla provincia di Ascoli Piceno, che ha visto aumentare l'export addirittura del 324,9% anno su anno. Risultati più positivi, ma decisamente più contenuti, in tutte le provincie della regione: da Fermo (+33,1%) ad Ancona (+27,2%), da Macerata (+21,7%) a Pesaro e Urbino (+15,4%).
In numeri assoluti, le esportazioni marchigiane sono cresciute dai 12,6 miliardi del 2021 fino a toccare i 22,9 miliardi lo scorso anno, arrivando a rappresentare il 3,7% dell'export complessivo del paese. Dato ancora più significativo se si pensa che in questa regione risiede il 2,5% della popolazione italiana. Ma quali sono i settori che hanno trainato le esportazioni dei prodotti made in Marche? E quali i mercati di riferimento?
Sono due i settori che nel corso dello scorso anno hanno visto una crescita percentuale a tre cifre nelle esportazioni. Il primo è anche quello più significativo in termini assoluti ed è il comparto chimico e farmaceutico: sempre secondo Istat, nel 2021 le esportazioni di questo settore sono aumentare del 372,6%, arrivando a superare i 10 miliardi di euro. Una somma che rappresenta il 43,7% delle esportazioni marchigiane. L'altro riguarda invece i mezzi di trasporto: la crescita percentuale è stata del 156,7%, il valore assoluto più basso, visto che si è fermato a 1,2 miliardi di euro.
Crescite significative anche per calzature e pelletteria (+32,4%), tessile e abbigliamento (+27,6%) e agroalimentare (+20,0%). E ancora metallurgia (+19,3%), computer ed elettronica (+18,7%), vetro, ceramica, terracotta e cemento (+16,8%), gomma plastica (+16,3%), carta ed editoria (+15,5%).
Con 15,7 dei poco meno di 23 miliardi di beni marchigiani esportati, è l'Europa il più importante mercato per le aziende di questa regione. Il vecchio continente ha assorbito il 68,4% delle merci prodotte nelle Marche e vendute oltre i confini nazionali, con una crescita anno su anno del 72,4%. In questo contesto il mercato unico è il più significativo, visto che ha assorbito le esportazioni marchigiane per un valore pari a 12,4 miliardi. Quello europeo non è però quello in maggior crescita per quanto riguarda le imprese del territorio: nel 2022 il mercato asiatico è cresciuto del 134,4%, quello americano del 116,9%.Il primo partner commerciale delle Marche lo scorso anno è stato il Belgio, dove sono arrivate merci per 3,8 miliardi di euro. Si tratta del 16,7% dell'export marchigiano complessivo, con un incremento tendenziale del 345,5%. Il secondo mercato più importante per le imprese di questa regione sono gli Stati Uniti, che lo scorso anno hanno importato merci per 2,6 miliardi, seguiti dalla Germania, che ne ha acquistati per poco meno di 2,5 miliardi.
Il boom registrato da Istat nel corso del 2022 sta trovando conferme anche per il 2023. Nel primo trimestre di quest'anno, infatti, le esportazioni marchigiane sono cresciute del 101,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da poco meno di quattro a poco più di 8 miliardi di euro. Anche questa volta si tratta dell'incremento percentuale più alto a livello nazionale. E, guardando ai numeri del 2022, nel primo trimestre le Marche hanno esportato merci per un valore pari ad un terzo di tutto l'export dell'anno precedente. Anche in questo caso a trainare è la chimica farmaceutica (+370,9%), mentre il mercato principale è stato quello cinese, cresciuto addirittura del 4.415,3%, fino a raggiungere i 3,5 miliardi di euro.
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