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Export vino, segnali di ripresa negli Usa

L’Italia fa meglio della Francia negli Stati Uniti, primo mercato del mondo.Merito degli spumanti soprattutto

di Giorgio dell'Orefice

Il vino italiano fa meglio di quello francese in Usa, soprattutto grazie agli spumanti

2' di lettura

Piccoli segnali di inversione di tendenza, in positivo, per il vino italiano negli Stati Uniti primo mercato al mondo. In generale il settore del vino non sta vivendo un momento brillante colpito forse anche più di altri prodotti alimentari, dall’impatto dell’inflazione. Le vendite proseguono a rilento e tanto sul mercato interno quanto su quelli internazionali. Ma, forse, in particolare per il vino italiano comincia a emergere qualche timido segnale positivo.

Secondo i dati dell’Osservatorio Unione italiana vini-Vinitaly diffusi alla vigilia della fiera International Wine Expo di Chicago (22-23 ottobre) i consumi di vino negli Usa nei primi otto mesi dell’anno segnano un meno 7,5%. Ma in questo quadro l’Italia (con un -3,2%) fa meglio non solo della media ma anche dei competitor Francia (-14,5%) e Stati Uniti (-8,3%).

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Il segnale più interessante viene in particolare dai consumi fuori casa, ovvero dalle vendite nella ristorazione Usa, canale nel quale il vino made in Italy nei primi otto mesi dell’anno ha fatto registrare un +1,2%. Una tenuta che in gran parte è dovuta alle performance degli spumanti (+4,7%) che nella frequenza di consumo hanno superato sia i vini bianchi che i rossi.
«Ogni 10 bottiglie consumate nei 190mila ristoranti e locali statunitensi monitorati – aggiungono all’Osservatorio Uiv-Vinitaly – 4 sono di spumante».

«Inflazione, costo delle materie prime e destoccaggio stanno mettendo in difficoltà le esportazioni delle imprese italiane verso gli Stai Uniti – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - ma, segmentando i dati e guardando ai consumi effettivi in volume, ci accorgiamo che gli americani rinunciano con maggior fatica al made in Italy sia rispetto ai vini a stelle e strisce che a quelli di altri importanti Paesi produttori». «Il canale del fuori casa – ha aggiunto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – è inoltre quello più interessante in chiave di posizionamento e margini per le imprese italiane, ed è il segmento più rappresentato tra i 350 buyer dell’International Wine Expo».

Il debutto fieristico di Vinitaly negli Stati Uniti è frutto della collaborazione di Veronafiere con Italian Expo, la Camera di Commercio italo-americana di Chicago e Ice Agenzia. Circa 200 le aziende italiane presenti alla fiera per un totale di oltre mille etichette proposte all’evento business, in un matching con 350 buyer specializzati provenienti soprattutto dal Midwest e selezionati da Ice Agenzia.


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