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Exxon, il caro benzina Usa mette a rischio l’acquisizione Pioneer

Il mega acquisto da 60 miliardi di dollari bisogno dell’approvazione dell’amministrazione Biden che contesta i profitti di Exxon e il caro carburante

Stazione di servizio a Brooklyn - Michael M. Santiago/Getty Images/AFP

2' di lettura

Potrebbe inciampare nel caro carburanti la mega acquisizione di Exxon Mobil su Pioneer Natural Resources. Il colosso Usa ha infatti bisogno dell’approvazione dell’amministrazione Biden prima di poter rilevare il produttore indipendente di petrolio e gas Pioneer Natural Resources in quello che sarebbe il più grande accordo mondiale quest’anno. Un via libera che pare complesso, anche perché il colosso che nascerebbe dalla fusione avrebbe una produzione di 4,5 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, il 50% in più rispetto alla seconda più grande major. Insomma, c’è un profilo antitrust tutt’altro che insignificante.

Inchiesta sui prezzi della benzina

Si prevede che la Federal Trade Commission statunitense esaminerà duramente l’accordo, che potrebbe valere fino a 60 miliardi di dollari, nel contesto della crociata dell’amministrazione Biden per reprimere i prezzi della benzina che hanno toccato nuovi massimi negli ultimi mesi. Lo stesso presidente Joe Biden ha chiesto alla commissione di indagare sugli alti prezzi del gas e ha individuato i profitti record di Exxon, che sono saliti a 59 miliardi di dollari l’anno scorso, accusando la società di guadagnare «più soldi di Dio».

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«Questa non è esattamente un’amministrazione amichevole», ha detto Leo Mariani, analista di Roth MKM, aggiungendo che l’accordo renderebbe Exxon «il più grande attore» del settore.

Exxon è ancora in trattative sulla transazione, che non è stata finalizzata. Un accordo con Pioneer rappresenterebbe la più grande acquisizione da parte di Exxon in più di due decenni e la più grande da quando si è fusa con Mobil Corp. nel 1999. L’operazione unirebbe due dei maggiori proprietari di superfici nel bacino del Permiano del Texas e del New Mexico, trasformando Exxon di gran lunga il principale produttore di petrolio della formazione con una produzione di circa 1,2 milioni di barili al giorno, più di molte nazioni dell’OPEC. Estenderebbe inoltre di decenni l’inventario di Exxon di siti di trivellazione di alto livello nel bacino, fornendo greggio a basso costo e a basso rischio ben oltre il 2050 per alimentare la sua gigantesca rete di raffinerie sulla costa del Golfo.

La Federal Trade Commission

Mentre in passato gli accordi nel settore del petrolio e del gas raramente hanno attirato ulteriore controllo antitrust, la FTC ha iniziato a esaminarne più da vicino alcuni a partire dall’autunno del 2021, quando Lina Khan, scelta da Biden, ha assunto la presidenza dell’agenzia.

«La FTC esaminerà attentamente la questione», ha affermato Diana Moss, vicepresidente e direttrice della politica di concorrenza presso il Progressive Policy Institute ed specializzata in antitrust nei mercati energetici.

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