EY congela il piano di separazione tra attività di revisione e consulenza
A bloccare il progetto per come era stato ideato inizialmente è soprattutto la contrarietà dei partner di EY Usa
di Alessandro Graziani
2' di lettura
EY congela il progetto di scissione tra attività di consulenza e di revisione che era stato annunciato sei mesi fa. Dopo il rinvio del voto tra i 13mila partner in ognuno dei 150 Paesi del mondo, che avrebbe dovuto concludersi a inizio 2023, ora EY sospende il piano di separazione delle attività per modificarlo in alcune sue parti. Complessivamente a livello globale EY conta su circa 365mila dipendenti, di cui 7.500 in Italia (dove i partner chiamati al voto sono 250).
A bloccare il progetto per come era stato ideato inizialmente è soprattutto la contrarietà dei partner di EY Usa, il più grande tra i network nazionali in cui è suddiviso il colosso di revisione e consulenza. Come già era emerso da varie indiscrezioni degli ultimi mesi, l’oggetto principale del contendere è la collocazione delle migliaia di consulenti dell’area tax & legal che, considerata la crescente redditività del business, vengono contesi sia dall’area consulenza che da quella della revisione dei bilanci. A rivelare che il piano di scissione va modificato, stando alle indiscrezioni del Financial Times, è stata la numero uno di EY Usa Julie Boland mercoledì scorso durante un incontro con i partner statunitensi.
Senza l’ok del network americano, che da solo vale circa il 40% dei 45 miliardi di dollari di ricavi che EY genera a livello globale, il progetto di separazione non può decollare. Ed è dunque più che probabile che le richieste dovranno essere esaudite. A complicare il piano di scissione proposto dal numero uno globale Carmine Di Sibio, che dopo la separazione degli asset punta alla quotazione in Borsa della società di consulenza, ci sarebbe anche la contrazione delle valutazioni di mercato per le società del settore.
Pur non entrando nel merito delle discussioni interne, ieri una nota ufficiale di EY ha precisato di «essere impegnata nel dialogo con i rappresentanti delle principali sedi di EY per definire la fase finale della transazione», che viene definita «complessa». Resta comunque la fiducia di arrivare a un esito positivo del cosiddetto Progetto Everest, come è stato ribattezzato il piano di separazione delle attività: «Riteniamo che il deal possa e debba essere realizzato».
Il processo in corso è attentamente seguito anche dagli altri tre colossi globali di revisione e consulenza che, insieme a EY, formano le cosiddette big four: Deloitte, Pwc, Kpmg. Non solo per una possibile futura emulazione del piano di scissione, ma anche per la possibilità di reclutare eventuali fuoriusciti di EY.
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