F1, festa per Verstappen: vince e conquista le leadership davanti al suo pubblico
Una gran bella storia la vittoria dell’olandese al ritorno in Olanda. Tuttavia un po’ “inquinata” dalle critiche all’infrastruttura
di Alex D'Agosta
I punti chiave
4' di lettura
A 36 anni dall’ultima volta, firmata Niki Lauda, la Formula 1 torna a Zandvoort e vince un pilota olandese. Verstappen, Hamilton e Bottas il podio, con un colpo di scena alla fine: il finlandese toglie il giro veloce a Hamilton, facendo arrabbiare e tentare di rimediare il team Mercedes proprio all’ultima tornata, senza riuscirci. Una leggerezza, una svista o un gesto d’orgoglio, chi può dirlo. Di certo un sicuro “assist” per accelerarne la sostituzione con George Russell, il giovane emergente inglese, campione Gp 3 e Gp 2, atteso a Brackley dopo la stagione corrente.
Critiche alla pista ma gioia infinita degli olandesi - Una gran bella storia la vittoria dell’olandese al ritorno in Olanda. Tuttavia un po’ “inquinata” dalle critiche all’infrastruttura: a molti piloti e team non è gradita e quindi getta un’ombra su una domenica per certi aspetti perfetta. Peccato perché è stato un week-end pressoché perfetto, ma solo una settimana fa c’è stato un picco di impopolarità per la “non gara” belga, con le ampie critiche mosse su come è stata gestita la scelta di attendere e non dare un vero via all’ora giusta o rinviare del tutto lo svolgimento.
Le critiche alla sicurezza della pista
Insomma sette giorni fa la competizione non si è proprio tenuta in modo propriamente “attivo”, visto che le vetture hanno effettuato solo due giri dietro a safety car. Oggi invece non c’è stato nulla ai confini del regolamento, i punti assegnati sono pieni, ma le critiche erano a monte: per tanti non è stato opportuno aver acconsentito di disputare un gran premio in una pista diventata poco adatta alle monoposto moderne. Un paradosso, perché in realtà Zandvoort ha visto ospitare la Formula 1 sin dai suoi esordi negli anni 50, per abbandonarla però nel 1985 dopo non pochi problemi di sicurezza. Emersi fra l’altro anche a Spa dopo gli incidenti nelle prove libere e nel formation lap che hanno scaturito la decisione di andare a “toccare” anche uno dei monumenti al coraggio di questo sport, qual’è la mitica prima variante della Eau Rouge.
Non si lamenteranno per nulla di certo gli organizzatori locali e non solo per il tripudio di tifosi. Come accennato, verranno riscritti gli annali di questa gara, dove ha vinto per la prima volta un pilota olandese, Max. Verstappen, andando ad arricchire un palmares che vede ancora nomi storici che fanno venire il magone in quanto a record tuttora attivi: Niki Lauda con il maggior numero di punti conquistati su questo tracciato (46), Jim Clark con 4 vittorie, Ferrari la squadra più vincente con 8 sigilli e Ford con il motore più forte in gara e in qualifica.
Red Bull sempre superiore
E i tifosi del beniamino di casa non si potranno lamentare neanche perché Hamilton è stato “parcheggiato” al secondo posto sin dalle qualifiche: non è mai stato capace di insidiare la leadership grazie a una netta superiorità della Red Bull sia nelle prestazioni della macchina sia nelle scelte tattiche in quanto a coperture, che hanno caratterizzato la gara di tutti. Già, perché oggi di imprevisti manco a parlarne. Meteo soleggiato, quasi perfetto. E nessun “patatrac”, nonostante tutti temessero problemi sin dalla prima curva. In effetti le dimensioni e le geometrie di questo tracciato avevano generato perplessità e malumori da tempo: era stato definito “la Montecarlo d’Olanda” perché era chiaro che non ci fosse molto spazio di sorpasso nonostante non si tratti di un circuito cittadino, ma semplicemente di un disegno di pista così vecchio che da anni, a ben vedere, ci hanno corso prevalentemente solo delle formule minori.
Gara di fronta a 70mila spettatori
Eppure, chiedendo direttamente ai piloti, almeno ai più veterani, non si può dire che non si possano essere divertiti: vero che era difficile sorpassare, ma dal lato della guida c’era veramente da impegnarsi fra curve strette e banking (inclinazione delle curve) da record e tracciato in mezzo a tanto verde, con le tribune apparentemente strapiene. E a proposito della folla: gli organizzatori sono riusciti a rispettare le regole Covid locali del 67% della capacità delle tribune, potendo comunque ospitare circa 70.000 spettatori al giorno. Numeri decisamente grandi che sono riusciti tuttavia a gestire in modo efficace, agevolando anche l’ingresso alle piste alla mobilità lenta e spingendo sopratutto sul trasporto pubblico, in particolare grazie alle ferrovie olandesi (NS) che, per garantire sufficienti distanze, hanno offerto 12 treni ogni ora per la piccola stazione di Zandvoort, raddoppiando letteralmente la già ragguardevole capacità di “smaltimento” delle persone a ben 10.000 unità per ora. E, considerando le vicinissime spiagge sul mare, la municipalità ha deciso di chiuderne alcune proprio per non ostacolare accesso e uscita dalla pista e sottrarre capacità operativa ai treni. Pubblico straripante e festante ma trasportato in sicurezza e in modo ecologico, rendendo a soli pochi tifosi necessario o utile l’uso dell’auto per raggiungere la pista. Concetti non del tutto chiari a Monza che, alcuni anni fa, aveva invece proibito l’ingresso alla pista alle biciclette negli stessi momenti di affollamento del gran premio. Chapeau!
La festa di Verstappen in patria è decisamente meritata ed emblematica in questa sua stagione di riscossa, dopo troppe stagioni a soccombere dietro alle Mercedes. Che sono ancora lì, super competitive, ma al secondo e al terzo posto. E così da meno tre passa a tre punti di vantaggio nella classifica mondiale provvisoria. Un copione ideale, immaginato e sperato per celebrare questo giovane talento locale.
Tutti doppiati dal quarto in poi
Di questa gara felice per Verstappen ma complessivamente abbastanza anonima, non si può dimenticare che dal quarto in poi, sono stati tutti doppiati. Un elemento che non è proprio secondario e che rende le gare senza dubbio noiose. Ma non è una primizia storica: Jim Clark, qui, infatti, una volta li aveva doppiati tutti!
A una settimana da Monza, dove ha vinto la sua unica gara in carriera, merita quindi menzione speciale Pierre Gasly sull’AphaTauri, quarto, già ben qualificato e ottimo in gara, capace di dare filo da torcere, senza appello, a Leclerc, Alonso, Sainz, Perez, Ocon e Norris. Di quest’ordine d’arrivo sorprende il calo di forma della McLaren, una a punti e Ricciardo fuori. Dietro di loro, il vuoto di un’altro giro: dal dodicesimo in poi, infatti, eccetto i quattro ritirati, sono rimasti indietro di due giri.
Anche se solo per tre decimi dall’ultimissimo, Latifi, merita l’ultima menzione speciale un certo Robert Kubica, rientrato d’urgenza in sostituzione di Kimi Raikkonen, escluso per positività al Covid, fra l’altro fresco di annuncio di ritiro a fine stagione.
loading...