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F1: Giappone, la Red Bull vince il Mondiale costruttori

Grazie alla vittoria di Max Verstappen nel Gran Premio del Giappone di Formula 1 a Suzuka e ad una stagione record la Red Bull ha vinto il Mondiale costruttori con sei Gp d’anticipo prima della fine della stagione 2023. Si tratta del sesto titolo della sua storia per la scuderia austriaca

di Alex D'Agosta

(AFP)

4' di lettura

McLaren gigante, Ferrari capace di tenere testa a Mercedes, Red Bull sola là davanti (senza Perez).

Ma ciò non impedisce di ottenere il sesto mondiale costruttori, il primo ufficiale Honda dopo l'era Renault e quella ‘autocostruita', al termine di 53 giri di nuovo senza storia, con un dominio ingestibile, irraggiungibile di Max Verstappen.

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Di nuovo là davanti, di nuovo senza avversari, di nuovo un gran premio senza chance per il gradino più alto. Ma a loro non importa, sarà grande festa stasera, poco importa che il messicano continui a incappare in incidenti, errori e ritiri.

Si era sentito offeso da Marko per l'ennesimo attaco personale, ma condizione mentale o meno, la sua prestazione è sempre più opaca ogni volta.

Merita molto poco il suo ingaggio, ma oggi la Honda è molto contenta lo stesso: l'anno scorso non aveva infatti la denominazione ufficiale sui motori di Milton Keynes, mentre a questo giro la grande H può mettere a pieno titolo un altro trofeo sullo scaffale, ben 32 anni dopo l'ultima fornitura ufficiale di un 12 cilindri vincente alla McLaren Honda MP4/6 di Ayrton Senna.

All'epoca bastarano otto gare su sedici e quel titolo chiuse un ciclo di quattro annate consecutive, dopo le quali tornò al vertice la Williams.

Peccato per gli altri, insomma, tutti a inseguire le posizioni dalla numero due in poi: per ironia della sorte, occupata dalla McLaren. Meno peso agonistico ma molto business però soprattutto in questa fase conclusiva del 2023.

Ogni gara ci sono sempre punti utili per piloti e scuderie nella logica di ottenere sponsorizzazioni e redistribuire le risorse economiche: infatti nel campionato delle squadre le posizioni di rincalzo sono ancora nel pieno della contesa, con una lotta di tanti milioni da aggiudicarsi a fine anno.

Ciò detto, dimenticando il solito margine stratosferico di Verstappen, questa domenica si è corso comunque una bella gara in una delle ‘cattedrali' del motorismo mondiale, una delle piste più antiche, belle, celebrate e utilizzate per tanti campionati del mondo di auto e moto, nonché una delle preferite da tanti nei videogiochi.

Suzuka ha un disegno unico, un passaggio sopraelevato che inverte la percorrenza delle curve da orario ad antiorario, mette alla prova motori e aerodinamica come quasi nessun'altra. E le sue prove in Formula 1 hanno scritto pagine indimenticabili da 47 anni a questa parte.

Ci hanno vinto Andretti, Hunt, Piquet e quasi tutte le leggende dagli anni 70 a oggi. Anche due italiani hanno vissuto un trionfo nel Kansai, moltissimi anni fa: Alessandro Nannini nel 1989 e Riccardo Patrese nel 1992. Ed è dal 2004 che la Ferrari non riesce a spiccare su quel podio: è bello ricordare che l'ultimo in rosso a saltarci sopra felice è stato Michael Schumacher.

Bene ricordare il ‘kaiser' perché oggi, per mano di Verstappen, se ne va un altro suo primato: con la vittoria odierna ‘convertita' da una pole position, l'olandese raggiunge quota 13 ‘consecutive' in questa particolare statistica.

E quindi, anche se in una giornata ‘tranquilla' sotto il sole e senza i folli imprevisti della pioggia né di lunghe safety car, il gran premio è stato comunque bella da vedere, come accade quasi sempre con i tracciati più tradizionali.

Al di là di un bel ritmo di gara e ritiri in maggioranza conseguenti a piccoli contatti abbastanza regolare, come accennato spicca in particolare la performance McLaren, di entrambi Norris e Piastri.

Una piccola gioia quindi anche per l'Italia, visto che il team di Woking è guidato dal cinquaduenne orvietano Andrea Stella, ingegnere italiano, a lungo in servizio a Maranello, che da qui a fine anno a questo punto potrebbe immaginare di andare a insidiare il quarto posto costruttori della Aston Martin, ormai quasi sempre irriconoscibile rispetto a inizio anno e, soprattutto, con solo Alonso in grado di portare a casa punti.

La conclusione principale di questo sedicesimo gran premio del 2023 è che i rapporti di forza sono tornati a essere simili a quelli precedenti a Monza, con le McLaren però mediamente più forti delle Mercedes: la stella a tre punte tuttavia hanno dato spettacolo fra di loro e con le Ferrari anche negli ultimi dieci giri, senza però pensare di agguantare il podio.

Norris e Piastri quindi gli unici degni inseguitori dell'intoccabile campione in carica, con le Ferrari quinta e settima intrappolate fra Russell quarto e Hamilton sesto. Anche se poi ha prevalso Norris, c'è da dire che un giovane come Piastri sta confermando il successo ottenuto nelle categorie minori e promette bene per il futuro: è per lui il primo podio e arriva dopo aver chiuso ieri le Q3 in prima fila, dietro solo al re Max.

E nonostante ciò, non la definisce la sua ‘miglior gara', forse perché frustrato per aver dovuto soccombere al suo più esperto compagno di squadra che, cronometro alla mano, è stato in effetti l'unico anche solo a ‘pensare' di potersi avvicinare al campione in carica.

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