tormentoni estivi

FaceApp, come funziona l’App russa che ti invecchia

Attorno al tormentone estivo di FaceApp ruotano storie di tecnologie e di dati che la maggior parte degli utenti non conosce

di Biagio Simonetta

Sempre piu' app sui telefoni, spesi 40 miliardi in sei mesi

2' di lettura

Si chiama FaceApp e sta progressivamente diventando la tendenza di questa estate 2019. L’app ha contagiato vip e persone comuni, invadendo le bacheche di Facebook e Instagram con foto che ci vedono invecchiati a colpi di intelligenza artificiale. La trasformazione dei volti è abbastanza realistica da sembrare naturale. E nessuno resiste alla tentazione di vedere in foto come sarà da vecchio. Eppure, attorno a questo tormentone estivo, ruotano storie di tecnologie e di dati che la maggior parte degli utenti non conosce. Ma andiamo per gradi.

Come funziona FaceApp
Cominciamo col dire come funziona FaceApp: dopo aver scaricato l'applicazione (è disponibile sia per dispositivi Android che iOS) è sufficiente scattarsi una foto o scegliere da quelle presenti nella propria galleria di immagini. Poi, qualche secondo e un paio di tap sul display, e sarà possibile modificare il volto: dall'acconciatura fino all'erà (è presente la funzione che invecchia, ma anche quella che ringiovanisce), Ma è possibile anche cambiare sesso, trasformarci in uomini o donne. Sono ormai milioni i post condivisi negli ultimi giorni, tanto che è diventato virale l'hashtag #FaceAppChallenge. Molti effetti da applicare alle foto sono consentisi sono nella versione a pagamento. E le tariffe sono di 3,99 euro se si sceglie un abbonamento mensile, 19,99 euro per quello annuale, 43,99 euro per sempre.

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L'intelligenza artificiale e la privacy
Alla base di FaceApp, come detto, ci sono algoritmi di Intelligenza Artificiale. «Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia che sfrutta le reti neurali per modificare in maniera realistica il volto nelle foto» ha spiegato a TechCrunch il fondatore e Ceo, Yaroslav Goncharov. «Il nostro principale elemento di differenziazione è il fotorealismo. Dopo aver applicato un filtro, è ancora la tua foto. Altre app cambiano intenzionalmente un'immagine in un modo divertente, ma non più una foto reale».

La Russia dietro l’angolo
Molti tendono a credere che FaceApp sia di proprietà di Facebook, o magari di Instagram (che poi sarebbe la stessa cosa). E invece, scendendo nel dettaglio, si scopre che l’applicazione è stata rilasciata nel gennaio 2017 dalla Wireless Lab, un’azienda russa con sede a San Pietroburgo, fondata da Yaroslav Goncharov. La pagina Facebook di FaceApp è stata fondata il 27 gennaio 2017, e a oggi conta oltre 310mila utenti fan. E dalla sezione “trasparenza della pagina” si apprende che i gestori sono quattro: tre russi e un ucraino. È evidente, insomma, che questa applicazione sia strettamente made in Russia. Ed è doveroso sottolineare come dietro al gioco, si insinuano pesanti dubbi sulla privacy. Nella sezione dell'app dedicata all'uso delle informazioni si legge che l'applicazione «potrebbe condividere i contenuti e le informazioni degli utenti con le aziende che fanno parte del gruppo di società di FaceApp».

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