hi-tech

Facebook: fino a 5 miliardi di multa per Cambridge Analytica

di Riccardo Barlaam

Multa da Mosca a Facebook

3' di lettura

NEW YORK – DAL NOSTRO CORRISPONDENTE - Una maxi-multa fino a cinque miliardi di dollari. E' quanto Facebook ha annunciato che prevede di dover pagare per lo scandalo Cambridge Analytica, la società di consulenza politica britannica, che aveva Steve Bannon come vice presidente, e che durante le elezioni presidenziali del 2016 e il referendum sulla Brexit ha avuto accesso alle informazioni personali di circa 87 milioni di utenti del social network senza il loro consenso.

Il gruppo di Mark Zuckerberg ha già accantonato tre miliardi di dollari per la maxi-multa dai conti trimestrali annunciati ieri dopo la chiusura di Wall Street. L'accantonamento ha pesato in maniera considerevole sui conti della società, nonostante la crescita dei ricavi del 26% nel periodo. Più in dettaglio, l'utile netto di Facebook nei primi tre mesi dell'anno è stato di 2,43 miliardi di dollari, o 85 centesimi per azione. Con una diminuzione del 51%, dai 4,9 miliardi, o 1,69 dollari per azione, del gennaio-marzo 2018, proprio a causa dell'accantonamento dei 3 miliardi per pagare la maxi multa in arrivo per lo scandalo della privacy violata. I ricavi cresciuti del 26% equivalgono a 15,08 miliardi; il panel di analisti sentito da FactSet stimava 14,98 miliardi di fatturato.

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Gli utenti attivi mensili di Facebook sono saliti dell'8%, pari a 2,38 miliardi di persone, meglio delle stime di 2,37 miliardi di Refinitiv. Gli utenti giornalieri sono saliti dell'8% a 1,56 miliardi. La società di Zuckerberg ha battuto le stime degli analisti, se non si considerano gli accantonamenti per la maxi-multa, grazie soprattutto alla crescita del business legato a Instagram e all'aumento della spesa delle società nell'advertising nei vari canali del gruppo. Facebook oltre al social network, controlla Instagram, WhatsApp e Messenger.

La multa miliardaria era prevista. La Federal Trade Commission Usa nel marzo 2018 ha avviato un'indagine contro la società in seguito allo scandalo di Cambridge Analytica. Lo staff dell'Agenzia federale dedicato alla protezione dei consumatori è stato allargato per seguire l'inchiesta, rallentata per settimane dallo shutdown del governo americano, tra dicembre e gennaio. Facebook ha collaborato con l'Authority. Dopo un anno di indagini si sta arrivando a una definizione dell'accordo che dovrebbe comprendere la maxi multa da 3 fino a 5 miliardi appena annunciata dalla società: si tratterà della sanzione più elevata mai comminata dall'Agenzia verso una società privata. Finora la penalità maggiore decisa dalla Ftc su una società hi-tech per la violazione di regole sulla privacy erano stati i 22,5 milioni di dollari pagati da Google nel 2012. L'Ftc è la stessa Authority federale che nel 2016 decise i 14,7 miliardi di multa contro Volkswagen per lo scandalo dieselgate.

Microsoft batte le stime e vola in Borsa
Oltre a Facebook ieri dopo la chiusura di Wall Street ha presentato i conti trimestrali Microsoft, altro colosso dell'hi-tech, che ha battuto ancora una volta le attese degli analisti grazie ai buoni risultati dei servizi cloud della controllata Azure e per gli abbonamenti degli aggiornamenti del suo software di maggior successo Office. Le azioni Microsoft nel dopo mercato sono salite del 3%, aumento che va ad aggiungersi al 23% di guadagno da inizio anno del titolo. Le azioni ieri hanno ritoccato il record durante la giornata a 125,85 dollari. E oggi la corsa dovrebbe continuare.

Negli ultimi cinque anni, sotto la guida del ceo Satya Nadella, la società ha continuato a spostare il suo modello di business verso i servizi dedicati alle aziende basati sul cloud. Azure, l'unità dedicata, ha riportato una crescita dei ricavi del 76% nel trimestre, arrivati a 9,65 miliardi, al di sopra delle stime di Wall Street di 9,28 miliardi. I ricavi totali di Microsoft sono saliti del 14% a 30,57 miliardi di dollari, meglio delle previsioni degli analisti di 29,9 miliardi. L'utile netto è salito a 8,81 miliardi, o 1,15 dollari per azione, dai 7,42 miliardi, o 96 centesimi per azione dello stesso trimestre del 2018.
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