Facebook, multa record da 5 miliardi. Violata la privacy nel caso Cambridge Analytica
di Marco Valsania
2' di lettura
Multa da circa cinque miliardi di dollari per Facebook. La Federal Trade Commission americana ha votato a favore dell'approvazione di un accordo con il leader dei social network che prevede la sanzione multimiliardaria record per le sue violazioni della privacy.
Il voto è stato in realtà di stretta misura, tre commissari contro due dell'organismo di sorveglianza, con il dissenso esplicito dei due esponenti democratici che hanno chiesto senza successo maggiori strette di supervisione sulla società di Mark Zuckerberg.
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Nella sanzione saranno previsti anche nuovi controlli e restrizioni destinati a garantire in futuro la protezione dei dati personali degli utenti nell'ambito dei servizi e delle attività di Facebook. Ma i dettagli su questi provvedimenti, evidentemente giudicati inadeguati dalla minoranza della Ftc, sono rimasti al momento riservati.
Il titolo della società, nonostante la multa appena annunciata e in attesa che ne emergano del tutto i contorni, ha terminato la seduta in rialzo dell'1,8% e ha proseguito in leggero rialzo nelle prime battute del dopo mercato. Forse gli investitori scommettono sul fatto che Facebook possa lasciarsi alle spalle le polemiche sulla privacy, una scommesse pero' che rimane da verificare.
L'iter della multa, al termine di un caso e di indagini che durano ormai da tempo, non è del tutto terminato. Il dossier passa ora nelle mani del Dipartimento della Giustizia, che dovrebbe finalizzarlo. L'esito appare però sostanzialmente certo: molto raramente le revisioni apportate dal Ministero sono significative.
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La cifra complessiva - per quanto elevata e, appunto, un record nel suo genere - non rappresenta una sorpresa. Facebook stessa aveva anticipato di aspettare una simile sanzione fin dallo scorso aprile. L'indagine era scattata un anno fa sull'onda dello scandalo di Cambridge Analytica, alla scoperta cioè che dati di svariati milioni di utenti erano finiti alla società di consulenza elettorale, assunta da Donald Trump, senza il loro consenso. La Ftc si è gettata sul caso per verificare se fosse stato violato un precedente accordo raggiunto dall'authority con Facebook nel 2012 e che prescriveva proprio una maggior sicurezza nella privacy. Nel corso dell'inchiesta sono poi venute alla luce ulteriori violazioni e passi falsi nella privacy da parte della società quando si tratta del trattamento dei dati personali.
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Il record precedente per una simile multa legata a violazioni di intese con la Ftc apparteneva a un altro colosso tech, Google: nel 2012 pagò 22,5 milioni, una cifra ben distante da quella ora inflitta a Facebook. Che dà la dimensione, forse, di quanto la sfida posta dai diritti degli utenti sia cresciuta con l'impennata dell'economia digitale.
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