Facebook, trimestrale record. Zuckerberg: basta scandali, ora torniamo al business
di Marco Valsania
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NEW YORK - Mark Zuckerberg ha sfoderato una grande promessa a utenti e investitori in occasione della trimestrale record della sua Facebook: quella di voltare davvero pagina, anzi di averla già voltata, dagli scandali e polemiche su privacy e fake news che avevano trasformato il 2018 in un anno terribile per il re dei social network. Per dedicarsi nuovamente a tecnologia e crescita. Negli ultimi 18 mesi, ha detto durante la conference call seguita ai risultati, “costruire nuove esperienze non era la priorità”. Ha aggiunto che “faremo altri errori, ma ora abbiamo un chiaro senso del cammino davanti a noi”.
Il tono ottimista di Zuckerberg - assieme ai conti sopra le attese - ha spinto il titolo già nel dopo mercato e oggi vola a Wall Street. Un titolo che dallo scorso luglio aveva ormai perso invece il 34%, scosso da dubbi sulla crescita e dalle battaglia su privacy e manipolazione di informazioni e dati cui l'azienda cercava di rispondere con nuovi investimenti in sicurezza e controlli. Al chief executive ha fatto eco il direttore operativo Sheryl Sandberg, che ha parlato della “fine di un anno difficile, pieno di sfide ma importante”.
Che queste sfide siano davvero alle spalle non è chiaro. Solo nelle ultime ore l'azienda è stata colpita da nuove accuse di aver preso di mira scorrettamente giovanissimi in un studio delle loro abitudini: pagava i partecipanti 20 dollari per scaricare una app in grado di rastrellare vasti dati personali.
Facebook ha però adesso descritto nuovi e articolati progetti di business in arrivo: il messaging sarà più centrale nel suo sistema di app, diffonderà sharing effimero, in stile Snap, per limitare i rischi di informazioni personali sempre in circolazione, introdurrà pagamenti via WhatsApp in un numero crescente di paesi.
Ha anche ribadito e illustrato il grande piano di più lungo periodo di integrare i servizi di messaging di Facebook delle controllate WhatsApp e Instagram, due sue grandi acquisizioni, con l'obiettivo di facilitare e migliorare le comunicazione tra gli utenti nel suo eco-sistema. Questo però rimane un obiettivo per il 2020 e forse oltre. Sarà un sistema dotato con end to end encryption, di grande sicurezza, ha detto Zuckerberg, aggiungendo che “questa è la direzione del futuro”.
Facebook, nonostante i risultati record, vive sfide di business che erano state aggravate dagli scandali. Anche nell'ultimo trimestre gli utenti medi delle sue app nei mercati più redditizi sono in frenata, con Stati Uniti e Canada che hanno aggiunto solo un milione di users e l'Europa 4 milioni. Da qui deriva strategiche transatlantiche il 70% delle entrate pubblicitarie, il cuore del modello del social network. Nei mercati emergenti cresce tuttora rapidamente (in Asia ha fatto +16 milioni di utenti) ma con scarsi benefici economici. A compensare la frenata l'azienda è però riuscita a meglio monetizzare gli utenti nelle aree strategiche e redditizie: hanno “reso” in media 8,10 dollari in più di revenue ciascuno in Nordamerica e 2,12 dollari in più nel Vecchio continente. Facebook, stando a eMarketer, dovrebbe inoltre avere una quota del 20,5% del mercato delle inserzioni digitali quest'anno alle spalle del 31,3% di Google di Alphabet.
La scommessa di Zuckerberg è diventata chiara: tornare a puntare su innovazione e strategie di sviluppo per archiviare definitivamente le polemiche e i passi falsi del recente passato. Un passato che però ancora allunga pesanti ombre sul gruppo, sulle sue pratiche e sui suoi vertici. Che fa tuttora di Facebook, anche nei giorni dei profitti record e di recuperi in Borsa, un “sorvegliato speciale” da parte di consumatori, autorità e azionisti.
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