Fallisce Britishvolt, addio all’ambizioso progetto britannico della gigafactory
Il maxi-progetto da quasi 4 miliardi di sterline avrebbe dovuto creare il più grosso produttore indipendente di batterie per auto elettrica in tutta Europa: ha chiuso per mancanza di fondi
di Simone Filippetti
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2' di lettura
A Blyth, cittadina di 37mila abitanti del Nord dell'Inghilterra, sulle sponde grigiastre del Mare del Nord, il 2023 è già un anno nerissimo: addio a Britishvolt, il sogno della grande fabbrica di batterie per le auto elettriche e 200 persone senza lavoro. Ancor peggio inizia l'anno la nascente industria per l'auto elettrica, che subisce un duro colpo.
Nella periferia di Blyth, 15 chilometri a nord di Newcastle, la “Motor Valley” inglese, sarebbe dovuto sorgere l'immenso stabilimento di Britishvolt, una start-up che progettava la più grande gigafactory di tutta Europa: avrebbe servito anche le case automobilistiche continentali.
Tanti rendering, pochi capitali
Da almeno due anni, giravano sui giornali, canali tv e siti decine di rendering dell'imponente impianto, che avrebbe occupato 93 ettari. Rimarranno, però, solo immagini virtuali: stamattina l'azienda è stata messa in amministrazione straordinaria, con la maggior parte dei suoi 232 dipendenti licenziati con effetto immediato. I dipendenti sono stati informati della notizia in una riunione di tutto il personale. Il fallimento non è solo una battuta d'arresto per il trasporto elettrico, ma anche per il governo inglese: Britishvolt era stata salutata come un segno concreto della programma elettorale “LevellingUp” dei Tory e una grande opportunità per rilanciare l’economia della regione e sostenuto il futuro della produzione automobilistica britannica.
Azienda al capolinea
Ma Britishvolt ha faticato a generare profitti e nel frattempo ha finito i soldi. E così lunedì sera, al consiglio di amministrazione, dove non erano pervenute offerte valide per mantenere a galla la società, non è rimasto altro che decidere di abbassare la saracinesca.I piani per la fabbrica da 3,8 miliardi di sterline facevano parte di una visione a lungo termine per incrementare la produzione britannica di batterie per veicoli elettrici e creare circa 3.000 posti di lavoro qualificati.
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