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Famiglie in cerca di aiuti per far fronte ai costi più alti per le badanti

Un’indagine tra i datori di lavoro domestico rivela che la spesa per l'assistenza è considerata insostenibile nel 59% dei casi

di Valentina Melis

Costi più alti per le badanti: gli aiuti in arrivo con l'attuazione del Pnrr

3' di lettura

Sostenere i costi per l’aiuto di una badante, con gli aumenti retributivi e contributivi scattati da gennaio, che si aggiungono al caro vita, rischia di diventare uno sforzo insostenibile per molte famiglie, soprattutto nel caso di anziani non autosufficienti che hanno bisogno di più di una figura al proprio fianco (due persone che si alternano in periodi diversi dell’anno o una colf che affianca la badante). È l’allarme che arriva da un’indagine statistica condotta dal Censis su un campione di famiglie associate ad Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), contenuta nel paper «Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia», che confluirà nel Rapporto 2023 dell’associazione.

L’indagine

Su un campione di 1.122 famiglie (con un componente over 65 in quasi due terzi dei casi), il 59% degli interpellati trova che la spesa per la badante sia diventata insostenibile o parzialmente insostenibile. La metà delle famiglie coinvolte nella rilevazione dichiara di versare più di 1.100 euro al mese per la badante.

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L'impegno economico e le criticità
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L’adeguamento all’inflazione ha determinato da gennaio un aumento del 9,2% dei minimi retributivi dei lavoratori domestici rispetto al 2022 e dell’11,5% dell’indennità di vitto e alloggio per gli assistenti conviventi. A questi incrementi si aggiunge l’aumento dell’8,1% dei contributi previdenziali a carico delle famiglie, per tutti i collaboratori: per rapporti di lavoro di durata superiore a 24 ore settimanali, i contributi sono passati da 1,06 euro a 1,15 euro all’ora.

Gli interventi più urgenti

Per questo le famiglie intervistate mettono al primo posto, fra gli strumenti più urgenti da adottare nella tutela della non autosufficienza, la previsione di incentivi all’assunzione degli assistenti familiari, per ridurre i costi che il datore di lavoro domestico deve sostenere.

Tutto questo accade mentre, a causa dell’inflazione, buona parte delle famiglie sta già facendo una “spending review” su altri fronti: quasi la metà dei nuclei interpellati dal Censis dichiara di aver limitato le attività ricreative e 4 su 10 hanno ridotto l’acquisto di elettrodomestici e abbigliamento. Una famiglia su due afferma di aver già dovuto ricorrere ai risparmi per far fronte alle spese familiari e di salute.

L’inflazione non è il solo problema

La preoccupazione dei costi per l’assistenza degli anziani, però, non è legata solo all’inflazione ma anche a un bisogno di assistenza che è destinato a crescere, per la dinamica demografica che caratterizza il nostro Paese e per la diffusione di malattie croniche. Oggi sono 14 milioni gli italiani che hanno più di 65 anni (il 23,7% della popolazione).

Tre milioni di persone hanno gravi limitazioni nelle attività svolte abitualmente, e 9,7 milioni hanno limitazioni non gravi, ma che condizionano la vita quotidiana. Nel 2040 la popolazione over 65 rappresenterà il 33% dei residenti, esattamente il triplo della popolazione under 15 (che sarà l’11%).

La denatalità e l’invecchiamento della popolazione

«Con la denatalità e l’invecchiamento della popolazione l’Italia sta attraversando una radicale transizione demografica», spiega Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. «Sarebbe necessario passare da un approccio “informale” all’assistenza domiciliare a uno più strutturato, fondato su misure e politiche pubbliche adeguate. Peraltro – continua – il sostegno delle donne nell’attività di cura dei familiari potrebbe aumentare il tasso di attività femminile, che in Italia è di poco superiore al 55%, contro l’81% della Svezia e il 75% della Germania».

Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, spera che «alla soluzione di queste criticità possano rispondere alcuni provvedimenti recenti, come il piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il Family Act e il disegno di legge delega sulle politiche in favore delle persone anziane, all’esame del Parlamento. Per la gestione della non autosufficienza servono aiuti concreti –conclude– che rendano sostenibile la spesa e facciano emergere il lavoro irregolare».

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