Fantic Motor è rinata, oggi è in corsa verso 250 milioni di ricavi
Acquisizioni e nuovi prodotti hanno prodotto l’anno record del gruppo
di Luca Orlando
3' di lettura
«Chiamano di continuo, anche più di una volta la settimana, ormai è uno standard. Ma al momento siamo impegnati su altro». Telefonate, quelle ricevute dall’ad di Fantic Motor Mariano Roman da parte dei fondi di investimento, che in effetti sono quasi scontate, tenendo conto del percorso seguito dall’azienda.
Passata in pochi anni da brand dismesso e impolverato ad un gruppo lanciato in una crescita a doppia cifra, in grado di passare in poco tempo da quasi zero a 175 milioni di ricavi. «Ricordo quando nel 2015 qui eravamo solo in sei - racconta l’ad - mentre ora siamo quasi 600, con prospettive di salire di altre 60 unità entro fine anno».
Il brand, rilevato ad agosto 2014 da VeNetWork, gruppo di imprenditori veneti presieduto da Alberto Baban, è ripartito provando a ritrovare i fasti perduti rivisitando il modello di punta del passato, il Caballero, ma soprattutto arricchendo il portafoglio prodotti in varie direzioni, nel settore off-road delle moto ma anche nelle bici elettriche, arrivate a valere un quarto dei ricavi. Crescita che avviene in modo organico ma anche per linee esterne, con l’acquisizione da Yamaha di Motori Minarelli a fine 2020, delle biciclette Bottecchia lo scorso anno.
«Fantic Motor era un marchio abbandonato ma ancora intatto dal punto di vista del valore, mai penalizzato ad esempio con importazioni di prodotti di bassa gamma poi rivenduti sfruttando il brand. E questo asset ci ha permesso un rilancio positivo, fatto di investimenti sui prodotti e sulle persone, creando un team con competenze importanti sia nelle moto che nelle biciclette». Così, il 2022 si chiude su livelli record, poco meno di 180 milioni di ricavi (a cui si aggiungono però i 17 di Bottecchia) dai 156 dell’anno precedente. «Cresciamo in tutti i settori, dal Caballero all’off-road, alle bici elettriche. E senza la penalizzazione subita nel pieno della stagione per i vincoli della supply chain e la carenza di componenti avremmo già superato ampiamente i 200 milioni. Ci arriveremo quest’anno, che vede un budget a quota 250: in effetti, entro il 2025 pensiamo di arrivare al mezzo miliardo di euro». Esito degli investimenti effettuati, sia nella gamma dei prodotti che in spazi produttivi: lo scorso anno è stato inaugurato un sito da 5mila metri per produrre biciclette, a cui si aggiunge nel 2023 un nuovo stabilimento da 7mila metri per bici e ricambistica, oltre ai quasi 30mila metri portati in dote da Minarelli, in parte al servizio della produzione di motori, in parte per l’assemblaggio dei modelli Fantic Motor. Altre risorse sono state impegnate nel quartier generale in Veneto, creando spazi aggiuntivi per lo sviluppo del settore corse e della ricerca. «A questo punto abbiamo dimensioni adeguate per poter continuare a crescere in modo importante almeno fino al 2025 - spiega l’ad - ma ad ogni modo il piano prosegue con altri 60 milioni di investimenti in tre anni. Tra le ipotesi più concrete, nel futuro a breve, c’è quella di avviare una produzione in Asia per il mercato locale, in modo da evitare i dazi esistenti, nell’ordine del 40%, davvero esagerati. Mentre ciò che vendiamo in Europa continuerà ad essere realizzato qui, interamente made in Italy».
Allo studio del gruppo ci sono anche nuove acquisizioni, in Italia ed Europa, per rilevare aziende impegnate nella componentistica delle biciclette, operazioni che potrebbero già maturare entro l’estate per rafforzare questo segmento di business.
«Bottecchia rappresenta una delle realtà storiche più significative del settore bici in Italia. L’anno prossimo compie un secolo di vita e vogliamo proseguire questo lungo percorso con un progetto importante:_ l’obiettivo è quello di portarla tra i leader assoluti nel mercato. I nostri uffici tecnici stanno già lavorando insieme per sviluppare nuovi prodotti di altissimo livello che saranno sul mercato a partire dal 2024.
Le assunzioni del gruppo intanto proseguono all’interno delle varie sedi in Veneto ed Emilia Romagna: Dosson di Casier (Fantic Motor), Piove di Sacco (Bottecchia) e Bologna (Minarelli), con l’obiettivo per il gruppo di arrivare a 650 addetti entro la fine dell’anno. «La quotazione in Borsa? É un percorso che non escludiamo, una delle possibilità che stiamo valutando. Decisione che alla fine dovrà comunque essere presa dai soci».
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