Fare business in Giappone dopo il Covid: il piano del sistema-Italia
La terza economia mondiale è un partner strategico su cui puntare, come confermano anche gli ultimi dati sull’export
di Stefano Carrer
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Dubbi, apprensioni, richieste di chiarimenti e informazioni. In un Giappone che ha dichiarato l'emergenza nazionale da coronavirus e chiuso le frontiere (come ai tempi del «sakoku», l'isolamento nazionale tra gli inizi del ‘600 e metà ‘800), la comunità italiana vive un momento anomalo e difficile. Tanto che l'ambasciatore Giorgio Starace ha deciso di mettersi personalmente a disposizione di cittadini e rappresentanti di aziende, che possono partecipare su base settimanale a momenti di incontro virtuale con lui via Zoom, previa prenotazione.
Un piano integrato per la ripresa. Soprattutto, però, all'ambasciata si pensa alla fase post-coronavirus, promuovendo e coordinando una serie di iniziative del sistema-Italia nella terza economia del mondo, che resta di prioritaria importanza strategica.
Starace ha promosso con i rappresentanti di Ice, Consolato Generale a Osaka, Istituto Italiano di Cultura a Tokyo, Enit, Banca d'Italia, Camera di Commercio e Ministero della Difesa la definizione di un calendario di attività da intraprendere sin d'ora in vista dell'auspicato ritorno alla normalità. «Il Giappone resta la terza economia del mondo, tra i principali sbocchi dell'export italiano in Asia e tra i più sensibili mercati al mondo per il Made in Italy e per l'offerta di qualità della cultura italiana», ha detto Starace, che ha fatto postare su Internet la tabella riepilogativa la tabella riepilogativa degli eventi e delle iniziative delineate del Sistema Italia in Giappone (documento soggetto ad aggiornamenti e liberamente consultabile). Il programma di iniziative per il rilancio dell'Italia in Giappone - strutturato in due fasi tra giugno e il gennaio 2021, con un progressivo passaggio dal virtuale/online al reale - è stato illustrato alle aziende italiane in occasione del Webinar Ice dedicato al Giappone svoltosi l'11 maggio, al quale si sono scritte circa 1.500 imprese.
Giappone partner strategico. «Il Giappone è un partner strategico per la nostra economia, ancora di più dopo l'entrata in vigore dell'Accordo di Partenariato Economico con l'Unione Europea, che ha garantito una crescita del nostro export pari al 19,7% nel 2019», ha dichiarato nell'occasione il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. «Continueremo, assieme alla nostra Ambasciata a Tokyo, a guardare con estremo interesse alle opportunità di collaborazione con questo gigante economico dell'Estremo Oriente che è la terza economia mondiale, anche nell'ottica della pianificazione delle nostre attività di internazionalizzazione post-Covid-19».
Oltre ai settori tradizionali dell'alimentare, la moda e l'arredamento, ha aggiunto Di Stefano, gli sforzi si concentreranno su settori come le biotecnologie, l'intelligenza artificiale, la robotica, le energie rinnovabili, l'aero-spazio e le tecnologie medicali applicate alla ageing society. Analoghe assicurazioni sulla grande attenzione delle istituzioni verso la promozione della presenza italiana in Giappone sono arrivate dal presidente dell'Ice Carlo Maria Ferro e dal direttore generale Biagio Luongo.
Dal virtuale al reale. La direttrice dell'ufficio Ice di Tokyo, Erica di Giovancarlo, ha citato tra l'altro che anche in questo periodo di semiclausura che costringe a portare online le iniziative fieristiche e di B2B è possibile per le aziende italiane organizzare minifiere in sede con l'esibizione “concreta” dei loro prodotti per la potenziale clientela giapponese. Confermato anche il punto-Ice recentemente istituito presso il consolato generale di Osaka. La speranza è che dopo l'estate tutte le numerose iniziative - comprese quelle rinviate, come il megaevento “Italia Amore mio” al quale l'ultima volta hanno partecipato 55mila persone - possano svolgersi “offline” grazie al contenimento dell'epidemia e alla riaperture delle frontiere. L'Alitalia non vede l'ora di poter riattivare i collegamenti (proprio da aprile erano stati previsti i primi voli diretti sull'Italia dall'aeroporto di Haneda, lo scalo di Tokyo più vicino al centro). Oltre all'Italian Innovation Day con la partecipazione di qualificate start-up, verso fine anno dovrebbe tenersi il primo Forum bilaterale integrato sulle tecnologie avanzate.
Se la situazione non dovesse schiarirsi, si continuerà con eventi, fiere e B2b online, con ulteriori mosse in ambito virtuale, a partire da accordi più vasti piattaforme di e-commerce.
Il volano degli stimoli pubblici. Il rappresentante di Bankitalia in Giappone, Angelo Cicogna, ha tracciato un breve quadro dell'economia giapponese, sottolineandone la “resilienza” dimostrata in occasione di altre congiunture negative o catastrofiche, dalla crisi globale del 2008 a quella connessa allo tsunami del 2011 (seguito, dopo un breve sbandamento, dal più lungo periodo di espansione economica del dopoguerra, ora ovviamente interrotto). Ampie e articolate le manovre governative di supporto all'economia, per un valore complessivo di oltre 900 miliardi di euro: in preparazione c'è un ulteriore budget supplementare di spesa pubblica. Certo il Paese, già portato verso la recessione dall'aumento dell'imposta sui consumi varato dall'ottobre scorso, subirà un crollo del Pil nel secondo trimestre e registrerà un segno negativo per l'intero anno, ma nel 2021 dovrebbe riprendersi con vigore, specie se in estate si terranno le rinviate Olimpiadi (che tra l'altro potranno fornire opportunità di business anche a imprese italiane). Tempi e ritmi della ripresa, inevitabilmente, dipenderanno anche dall'andamento economico negli altri Paesi. Cicogna ha citato infine la solidità del sistema industriale giapponese e la sua forte proiezione nelle economie emergenti dell'Asia: fattore, questo, che potrebbe stimolare nuovi rapporti con le aziende italiane.
Informazioni aggiornate online. Liberamente disponibile online anche l'ultimo aggiornamento su regole e dichiarazioni di origine, visto che rimane al centro della dinamica commerciale italo-giapponese lo strumento dell'Economic Partnership Agreement (Epa) tra Unione Europea e Giappone (l'Italia, ha sottolineato Starace, è il Paese della Ue che ha saputo approfittarne meglio: anche a marzo il nostro export ha tenuto le posizioni, a fronte dei cali a doppia cifra di Germania, Francia e Regno Unito). Non si demorde neanche sul fronte del turismo: oggi è bloccato ma viene assicurato che al settore verrà dedicata ampia attenzione nei prossimi mesi, sulla scia delle mosse dei nei mesi scorsi, come ad esempio la collaborazione con il colosso giapponese dell'editoria Kadokawa con l'obiettivo di promuovere e valorizzare l'immagine dell'Italia e l'offerta turistica del nostro Paese attraverso video e immagini ispirati al fumetto (manga) e all'animazione (anime) giapponesi: una campagna pubblicitaria (Itaria Ryokouki, letteralmente “diario di viaggio in Italia”) il cui protagonista è Lucius, personaggio principale del manga di Mari Yamazaki «Thermae Romae» da cui sono stati tratti anche film di successo.
Contatti politici. Anche a livello politico i rapporti tra i due Paesi non si interrompono. Il 7 maggio, ad esempio, c'è stato un video collegamento tra i ministro della Salute Roberto Speranza e Kato Katsunobu: hanno discusso sulla collaborazione bilaterale e in ambito G7 in tema di contrasto alla pandemia COVID-19, del Memorandum finalizzato tra i rispettivi ministeri per rafforzare la collaborazione e lo scambio di informazioni e “best practice” nelle materie di competenza e dell'auspicio di ulteriore approfondimento degli scambi tra i due Paesi in ambito ricerca e tra i comparti industriali dei settori medicale e farmaceutico.
Iniziative originali. Né mancano iniziative originali di singoli operatori o di associazioni nel Giappone dell'emergenza. Ad esempio, l'Associazione Cuochi Cucina Italiana (ACCI), in collaborazione con oltre 100 ristoranti di cucina italiana distribuiti su tutto il territorio giapponese, sta promuovendo con una pagina web dedicata il take-out e la consegna a domicilio di cucina italiana. Lo scopo è quello di sostenere il settore e dare l'opportunità ai consumatori giapponesi di continuare a gustare piatti della nostra tradizione anche durante l'emergenza COVID-19. L'iniziativa, che comprende circa 30 ristoranti nella sola area di Tokyo, ha il sostegno dell'ambasciata e sarà estesa fino al termine dello stato d'emergenza.
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