Fari, lavori in corso per trasformarli in hotel
Chiusi nel 2018 i bandi di Demanio e ministero della Difesa per assegnare in concessione 30 fari e piccole fortificazioni ad operatori interessati a riqualificarli per attività turistiche, ora si passa alla fase operativa
di Davide Madeddu
3' di lettura
Guglielmo Marconi si fermò per le sperimentazioni radio. Nei prossimi trent’anni anni ci saranno i turisti in vacanza. Perché il progetto per far rinascere la struttura, assegnata con il programma “Orizzonte fari” dalla Regione Sardegna, prevede la sua trasformazione in struttura ricettiva. A ideare il nuovo corso (concessione trentennale, canone annuo di 35 mila euro e investimento di 1,9 milioni di euro) Massimo Balia, manager della New fari, azienda che vuole puntare sul turismo dei fari in tutta Italia realizzando un vero e proprio network.
Il network
«La stazione semaforica non è che l’ultimo tassello di un mosaico che parte dalla Sardegna, passa per Ponza e Portofino e si spinge sino a Venezia – dice Balia – dando vita a un sistema turistico di alto livello in cui si valorizzano le produzioni locali e si recuperano strutture che sono dei veri e propri gioielli».
Da otto anni l’azienda del manager sardo opera nel settore con il faro di Capo Spartivento e l’adiacente “caserma dei fanalisti”. Struttura realizzata con un investimento iniziale di 2 milioni di euro (il progetto Capo Spartivento è stato premiato al Green Travel Award 2019 alla Bit) che oggi funziona 12 mesi all’anno con un fatturato in continua crescita. Uno spirito che anima anche i progetti presentati per la gestione degli altri siti distribuiti tra la Sardegna e la penisola. Il network delle vacanze ai fari varca il mare e arriva a Ponza dove l’azienda sarda che ha vinto un bando di affidamento per 19 anni pagherà un canone di 119mila euro e ha in programma un investimento di 950 mila euro. Minore l'investimento su Portofino dove saranno impegnati 590mila euro a fronte di un canone di 17 euro e una concessione di 29 anni.
«Per gli interventi nell’isola di San Secondo, nella Laguna di Venezia, dove è in programma un piano di valorizzazione e trasformazione in struttura turistica – spiega Balia – è previsto un canone crescente da 12 mila a 150 mila euro, durata di 50 anni e un investimento di tre milioni di euro». Interventi che saranno utili per «realizzare il network su cui stiamo lavorando da tempo e che guarda oltre la stagionalità».
I piani del Demanio
Dall’avvio dei piani di valorizzazione portati avanti dall’Agenzia del Demanio e ministero della Difesa (attraverso Difesa Servizi) con il programma “Valore Paese - Fari “ e dalla Regione Sardegna con “Orizzonte Fari” sono state assegnate trenta strutture costiere. Nello specifico 25 attraverso il programma “Valore paese” e 5 con “Orizzonte fari”. Per qualcuna il nuovo corso è già iniziato, per qualche altra è imminente, per altre ancora le pratiche e procedure per la riqualificazione sono in corso.
Nello scenario nazionale, nei quattro bandi pubblicati dal 2015 al 2018, nell’ambito del programma “Valore paese - fari” si va dal faro di Punta Cavazzi a Ustica, al faro di Capo Grosso, nell’isola di Levanzo a Favignana, continuando con il faro di San Domino alle isole Tremiti. Nell’elenco dei beni aggiudicati anche la Torre Castelluccia a Bosco Caggioni in provincia di Taranto, il Faro colle dei Cappuccini ad Ancona, il faro del Po di Goro a Goro oltre che il faro di Spignon nella laguna di Venezia e l’isola di San Secondo sempre nella laguna di Venezia. «Per le 25 strutture costiere assegnate nelle quattro edizioni del progetto – scrive l’Agenzia del demanio nel sito – sono state proposte iniziative imprenditoriali innovative e sostenibili, capaci di accogliere attività turistiche e ricettive o iniziative di tipo culturale, sociale e sportivo. Il riuso di questi “gioielli del mare”, oltre a incrementare il loro valore, potrà contribuire, nel rispetto e nella salvaguardia del territorio, a promuovere l'eccellenza italiana nel mondo».
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