L’Italia riapre il 3 giugno: dalle mascherine ai locali a numero chiuso, regole in ordine sparso nelle regioni
Disegno a geometria variabile che costringe i cittadini a informarsi sulle regole vigenti in loco. Stop alla quarantena per i cittadini Shengen
di Nicoletta Cottone
3' di lettura
Dopo l’allerta movida prevista per il ponte del 2 giugno l’Italia riapre il 3 giugno. E riapre con un disegno a geometria variabile che costringe i cittadini a informarsi sulle regole vigenti in loco. E il 3 giugno cadrà l'obbligo della quarantena di 14 giorni per i cittadini stranieri provenienti dai Paesi Schengen e dalla Gran Bretagna. Per il resto dei cittadini europei tale obbligo cadrà dal 15 giugno. L’Istituto superiore di sanità raccomanda «cautela specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale».Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiarito che «al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l'andamento della curva».
Dal Milano Marittima a Riccione, regole in ordine sparso
Insomma, tutto pronto per la riapertura degli spostamenti fra regioni. Anche se nuovamente il sovrapporsi di ordinanze crea confusione sulle regole da rispettare. In Veneto, per esempio, il governatore Luca Zaia ha stabilito che da giugno non sarà più obbligatorio indossare la mascherina per strada: «Se da lunedì vedremo delle persone che passeggeranno senza mascherina non saranno fuorilegge». Resta l’obbligo, invece, nei luoghi chiusi o all’esterno se non è possibile mantenere il distanziamento. Dunque, la «mascherina si tiene in tasca e si usa al momento opportuno», ha precisato Zaia. Allo studio un portale per far conoscere dove sono i centri estivi disponibili una nuova ordinanza per il mondo dello spettacolo. A Milano Marittima, teatro della cronaca della scorsa estate con il Papeete beach, dalle 21 scatta il numero chiuso. Dal venerdì alla domenica (e nei festivi e prefestivi) si entrerà nei locali con la mascherina, un po' alla volta e in base alla capienza. E a gestire il flusso saranno degli steward, che indicheranno ai giovani dove sedersi. Perchè si mangia e si beve solo seduti al tavolo. Consumazioni vietate all'esterno a Riccione, che impone lo stop fino al 31 luglio. Vietata la vendita di alcolici da asporto dopo le 19. A Bologna lo stop scatta dalle 22, a Domodossola dalle 19.30. Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha vietato la vendita per l’asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione dalle 20 alle 7 del mattino.
Orari differenziati e prenotazioni
A Pisa, nelle due piazze del centro meta di giovani e studenti - piazza delle Vettovaglie e piazza S. Omobono - entrerà solo chi ha prenotato un tavolo nei locali all'interno. A Pesaro l’ordinanza del primo cittadino impone che dalle 18 mascherine obbligatorie nelle zone della movida. Regola che un’ordinanza regionale impone in tutto il Piemonte se si sta in città e nelle aree commerciali: sono esonerati solo i clienti seduti ai tavoli dei locali sia dentro che nei dehors. Ad Arezzo in vigore l’obbligo di coprirsi naso e bocca anche se si sta da soli all’aperto. A Napoli il sindaco Luigi De Magistris ha differenziato gli orari di apertura di bar e locali in base alle zone in città, per diluire i raggruppamenti di persone.
Emiliano: in Puglia segnalazione di entrata
«È arrivato il momento di riaprire il Paese a condizioni di normalità e la condizione di normalità fondamentale è la libertà di circolazione», ha detto a Progress, su Sky TG24 il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. «Se qualcuno arriva in Puglia potremmo chiedergli la cortesia, non l'obbligo, di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti». Attualmente in Puglia c’è l’obbligo di quarantena, ma Emiliano ha anticipato che al posto della quarantena ci sarà la segnalazione dell'entrata in regione.
Toti, saggia la decisione di riaprire dal 3 giugno
«Per quanto riguarda la decisione di riaprire i confini regionali dal 3 giugno ormai c'è poco da dire, è stata presa, era una prerogativa del Governo e credo che sia stata una decisione saggia», ha dichiarato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ai microfoni di Rtl. «Per quanto riguarda le polemiche sulle riaperture stiamo ragionando in un campo dove nessuna polemica è indolore o scevra di problemi, - ha spiegato - però la scelta non è dettata dal capriccio di qualcuno, è dettata dall'esigenza di far ripartire il Paese, io credo che ci siano le condizioni e che si tratti di rischi calcolati».
loading...