Fashion week uomo, l’asse Milano-Firenze vince sui social. Battute Parigi e New York
di Marta Casadei
2' di lettura
I sette giorni tra Pitti e Milano Moda Uomo rappresentano la manifestazione di moda maschile con maggiore impatto economico via social media. Non solo: assorbono la metà di tutto il “social business” generato nelle quattro capitali della moda mondiale durante le fashion week uomo, che vale 115 milioni di euro.
Con 57,8 milioni di euro di Media Impact Value - ovvero il valore della performance online - realizzato nell’edizione di giugno 2018 battono infatti Parigi (49,2 milioni), Londra (5,8 milioni) e New York (2,1 milioni di euro).
A fornire questo quadro incoraggiante per le manifestazioni italiane dedicate al menswear - l’edizione numero 95 di Pitti è in corso, mentre la Milano fashion week aprirà i battenti venerdi sera, con lo show di Ermenegildo Zegna - è Launchmetrics, società che, tra le altre attività, si occupa di digital business intelligence e, in collaborazione con l’edizione italiana di Esquire, ha pubblicato il report “The State of Menswear” .
Considerando la rilevanza internazionale di Pitti - storica manifestazione dedicata alla moda uomo, al contrario, per esempio, della settimana della moda di New York: quella maschile è stata creata solo pochi anni fa - il report prende in esame la cosiddetta fashion week uomo italiana. Una settimana dove a dominare la conversazione sono gli influencer: una conversazione su due (48,6%), infatti, li coinvolge direttamente e generano un media impact value quasi doppio rispetto a quello generato dai brand stessi attraverso i loro media (28 milioni di euro contro 15,9). Una situazione sui generis, in uno scenario nel quale, invece, sono proprio gli owned media a detenere la quota di conversazioni più elevata e a generare maggiore valore economico.
A guidare la classifica degli influencer per Media impact value durante le manifestazioni di Milano e Firenze sono Xenia Tchoumitcheva (che con 753mila euro di Miv batte colleghi e colleghe di tutte e quattro le fashion week), Kris Jenner ( 544mila euro) e Chiara Biasi (463mila euro).
Quando si parla di brand, invece, a vincere sono i francesi: Louis Vuitton in testa, con un indice di impatto media di 18,2 milioni di euro, e Dior, al secondo posto con 9,7 milioni. Subito dietro: Versace (5 milioni) e Prada (3,2 milioni). Decisamente diverso lo scenario se si analizzano anche le sfilate co-ed, che vedono sfilare insieme le collezioni uomo e donna: il Media impact value più elevato spetta agli americani Ralph Lauren (che ha festeggiato i 50 anni con una sfilata evento) e Coach, che raggiungono cifre ben più elevate (rispettivamente: 38 milioni di euro e 37 milioni) seguite da Gucci (che a settembre 2018 ha sfilato a Parigi, ndr) terza con 21,6 milioni. Proprio come nel caso del brand diretto da Alessandro Michele, gli show co-ed sono spesso inseriti nel calendario della moda femminile, più appetibile dal punto di vista social rispetto a quello maschile.
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