Fattura elettronica, boom da ripresa: 253 miliardi in più fino a giugno
Nel primo semestre 2021 la crescita dell'imponibile Iva corrisponde a quasi l’80% della perdita registrata in tutto lo scorso anno. I settori trainanti sono edilizia, estrazione di minerali e manifatture
di Marco Mobili e Giovanni Parente
I punti chiave
3' di lettura
Tra le spie della ripresa c’è anche la fatturazione elettronica. L’imponibile Iva del primo semestre 2021 di imprese e professionisti ha toccato quasi i 253 miliardi di euro. Il che vuol dire che con il primo semestre di quest’anno il popolo delle partite Iva ha recuperato circa l'80% di quanto perso nell’intero 2020, quando l’imponibile Iva registrato dalle e-fatture ha toccato un pesante -315,9 miliardi. È quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla fatturazione elettronica pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze.
Imponibile su del 21%
Dai dati sulle fatture elettroniche emesse e ricevute da società e persone fisiche emerge che nel semestre la crescita dell'imponibile Iva si attesta al 21,3% in leggera frenata rispetto alla primavera scorso quando ad aprile, con le prime riaperture delle attività, l'imponibile era cresciuto di quasi il 68% rispetto ai primi quattro mesi del 2020, caratterizzato dal primo e più rigido lockdown.
La fotografia scattata con i dati della fatturazione del primo semestre ma aggiornati al 23 agosto 2021, fa emergere che l’incremento è stato più significativo per le persone fisiche (+24,1%) rispetto alle persone non fisiche (+21,2%).
La spinta dei bonus edilizi
Una spinta importante alla crescita del fatturato Iva è arrivata certamente dai bonus edilizi e in particolare dal superbonus del 110 per cento che sta trainando i lavori di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli edifici. Dall'analisi elaborata dai tecnici del Mef, infatti emerge che nel primo semestre di quest'anno i maggiori aumenti percentuali di imponibile sono stati registrati dalle costruzioni (+36,1%) e dall'estrazione di minerali da cave e miniere (+31,9%).
Subito a ruota, con una crescita del 31,1% tra i settori che hanno fatto registrare le performance migliori, ci sono le attività manifatturiere.
Sopra la media del primo semestre 2021 con oltre il 24% si attesta anche l'imponibile Iva dei professionisti e registrato dalle Finanze sotto la voce attività professionali, scientifiche e tecniche. La ristorazione e le attività ricettive, complice anche l’avvio della stagione estiva, hanno fatto registrare una crescita del fatturato nel solo mese di giugno di oltre l’82%, mentre per il primo semestre il settore di attesta a un imponibile Iva in crescita del 13,8% rispetto allo steso periodo del 2020.
I settori ancora in crisi
I settori che al contrario hanno fatto ancora segno negativo sono quello che il Fisco evidenzia come «Organizzazioni ed organismi extraterritoriali» che si attesta a -91,1. Sempre in saldo negativo con un meno 47,3% spiccano le attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico che, come spiega il report del Mef includono anche i condomini.
Da evidenziare, visto anche il momento in cui sulle bollette elettriche domina il rischio stangata e il Governo è in cerca di una soluzione per ridurre gli aumenti di almeno un terzo per famiglie e imprese , il calo di fatturato che hanno fatto registrare i servizi di fornitura di energia, luce e gas. Dopo un recupero del 29% nel mese di maggio, per altro unico dato con segno positivo nei primi sei mesi dell’anno, la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata tornare in zona negativa con un leggero -0,6% per il mese di giugno. mentre sul semestre la variazione risulta negativa e di quasi il 10% (- 9,8% secondo il report del ministero dell’Economia).
Le performance sul territorio
A livello territoriale, l’imponibile Iva da e-fattura vede in testa a un’ipotetica classifica il Friuli Venezia Giulia (+31,9%) seguita da due regioni del Sud come Calabria e Sicilia dove la fatturazione elettronica ha fatto aumentare l’imponibile Iva di oltre il 29% rispetto al primo semestre 2020. Tra tutte le regioni soltanto il Lazio ha subito una leggera flessione dello 0,8 per cento.
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