Favole animate (e scatti esclusivi) di Charles Fréger
di Nicoletta Polla-Mattiot, How to Spend it
2' di lettura
L’abito come maschera, come travestimento, come traduzione fisica del mito. Charles Fréger è un fotografo teatrale, attento a costruire immagini dove nulla è casuale e dove il set è innanzitutto uno spazio simbolico. All’Armani Silos (via Bergognone 40, Milano) è in corso, fino al 24 marzo 2019, un’ampia retrospettiva della sua opera, dal titolo Fabula. Nel frattempo, il 13 febbraio inaugura la nuova edizione di Film Series, una rassegna di film selezionati dallo stesso Fréger per esplorare il tema dell’individualità contrapposto a quello della comunità. Si comincia con Palombella Rossa di Nanni Moretti (il 13 alle ore 20; info: 02 91630010).
La mostra è divisa in capitoli, ciascuno dei quali ripercorre un periodo e una fase della ricerca antropologica del fotografo. A partire dalla serie Water-polo realizzata nei primi anni di attività, nel Duemila, a cui seguono le serie dedicate ai lottatori di Sumo, i legionari, le atlete di pattinaggio sincronizzato, i reggimenti di rappresentanza reali e pontifici, e quello dei Sikh. Ci sono i ritratti dei cacciatori e guerrieri Asafo, i coloratissimi Himba, gli abiti delle donne Herero. Nel 2010 inizia il suo viaggio alle origini dell’uomo selvatico, per indagare il rapporto con la natura e i rituali arcaici, i balli in maschera delle società rurali, dall’Europa al Giappone. Poi arriva Metamorphose e le immagini che ritraggono le regine di Cebu nelle Filippine con i loro costumi esagerati; i visi enigmatici e perfetti, completamente truccati, dei protagonisti dell’Opera di Pechino; le danzatrici tahitiane ritratte come sirene che invitano i marinai a riprendere il mare.
Proprio per il suo interesse poetico e antropologico per gli abiti e per il modo in cui si veste e si decora il corpo, Charles Fréger non è un fotografo di moda, non frequenta le sfilate, non appartiene al circuito del fashion system. Espone in musei e gallerie in Europa, Asia, Stati Uniti.
Tuttavia ha fatto un’eccezione per How to Spend it, il mensile del Sole 24 Ore. La scelta fu di interpellarlo per uno shooting davvero speciale, che trasformasse lo styling della moda autunno inverno 2016, particolarmente decorativa e ricca di stratificazioni semantiche, in un percorso da Wunderkammer. Creature che ricordano draghi, basilischi e sirene, tutto ciò che di raro e curioso si può offrire allo sguardo, rispettando il principio della tradizione antica dei cabinet de curiosités, che, fra l’altro, collezionisti e interior designer stanno riportando in auge. È stata interamente ricreata proprio una Camera delle Meraviglie, la stanza nella quale venivano custoditi gli oggetti più incredibili mai ritrovati, distinti in Naturalia - appartenenti al mondo della natura - e Artificialia -opere d’arte o artigianato. Lavorare accanto Fréger richiede grande pazienza, lentezza e l’attenzione puntuale di seguirlo nel suo percorso di progressiva metamorfosi di abiti-mirabilia e di una modella reale in una bizzarra creatura da collezione. Con la direzione moda di Nicoletta Ferrari, lo styling di Laurent Dombrowicz, ecco le foto realizzate da Charles Fréger in esclusiva per How to Spend it numero 19. Un numero da collezione.
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