EMISSIONI AUTO

Fca, accusa meno pesante di Vw: vizio di trasparenza sul software di controllo

di Mario Cianflone e Marco Valsania

Una linea di produzione nello stabilimento Fca di Detroit (Epa)

3' di lettura

L’accusa mossa dalle autorità americane contro Fca non è oggi pesante quanto quella scatenata contro Volkswagen. Ma già viene considerata una seria violazione e l’inchiesta sul nuovo Dieselgate è ancora in corso, mettendo in gioco - almeno in teoria - multe fino a 4,63 miliardi di dollari per il gruppo guidato da Sergio Marchionne.

L’Agenzia per la protezione ambientale americana Epa ha trovato Fiat Chrysler Automobiles in violazione delle norme del Clean Air Act sulle emissioni inquinanti dei suoi grandi veicoli diesel negli Stati Uniti: si tratta di 103.828 vetture, per l’esattezza, tra Suv e furgoni targati 2014, 2015 e 2016.
L’Epa ha accusato Fca, in sette pagine dettagliate, di aver installato e nascosto alle autorità - aggirando la legge che prescrive trasparenza - un software di gestione del motore che provoca aumenti degli ossidi di azoto rilasciati nell’atmosfera. Nello specifico l’Epa non ha affermato che Fca ha utilizzato un software appositamente compilato per aggirare le regole (come il famigerato cheating device utilizzato da Volkswagen).

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L’ente del Governo Usa chiede, invece, a Fca spiegazioni circa le funzioni di routine dei software che gestiscono anche attività accessorie dei veicoli e al gruppo guidato da Sergio Marchionne viene rimproverato il fatto di non averne comunicato la presenza nelle centraline.
Il software in questione è stato definito Auxiliary emission control device (Aecd). Tecnologie che sono in realtà legali in specifiche circostanze, ad esempio la protezione del motore in condizioni estreme di guida, ma che devono sempre e comunque essere rese note.
Numerosi analisti statunitensi hanno invitato alla prudenza: il vizio di Fca è al momento, appunto, soprattutto di «disclosure», cioè di trasparenza.
L’Epa non ha però ancora completato il suo lavoro: sta verificando se i software trovati «costituiscano defeat devices, che sono illegali».

I defeat devices sono stati usati da Volkswagen - che proprio ieri ha patteggiato un accordo con il Dipartimento alla giustizia Usa che prevede il pagamento di una maxi-multa da 4,3 miliardi di dollari così da chiudere i contenziosi civili e penali americani - per truccare intenzionalmente le emissioni di quasi 600mila veicoli diesel negli Stati Uniti, abbassandole nei test mentre si sganciavano durante la guida causando un inquinamento 40 volte oltre il consentito. Un caso con riflessi penali che è costato alla società tedesca nel complesso oltre 20 miliardi tra sanzioni e risarcimenti.
Il j’accuse politico, inoltre, è stato duro contro Fca. «E' una significativa violazione della legge - ha detto Cynthia Giles, alto funzionario dell’Epa - che può causare un pericoloso inquinamento dell’aria. Stiamo esaminando l’impatto di questi software. Tutte le case automobilistiche devono competere con le stesse regole e continueremo a richiamare alle loro responsabilità aziende che ottengano vantaggi illegali o irregolari».

Di più: «Ancora una volta un grande produttore di auto ha deciso di aggirare le regole ed è stato scoperto», ha affermato Mary Nichols della California Air Resources Board, che ha collaborato all’inchiesta. Rimane tuttavia da vedere se la prossima amministrazione di Donald Trump raccoglierà la staffetta delle indagini o le riterrà un colpo di coda del governo di Barack Obama.
Nel mirino ci sono i Suv Jeep Grand Cherokee e i trucks Dodge Ram 1500 degli ultimi tre anni, di categoria light-duty, leggera. Si tratta di mezzi di trasporto che rappresentano l’ossatura del mercato americano.
Mercato dove la “macchina” più venduta non è un’autovettura ma un pick-up (il Ford F-150). Inoltre, Fca non vende autovetture con motore diesel negli Stati Uniti, ma solo, per l’appunto, truck e suv. Più in particolare, sotto accusa ci sono due modelli del pick-up RAM 1500 di Dodge e lo sport utility Grand Cherokee equipaggiati con il turbodiesel V6 da tre litri di origine Vm che il gruppo Chrysler ha adottato da fine 2013 in aggiunta a una gamma dove ci sono tre motori, tutti a benzina: il V6 Pentastar e due V8, rispettivamente 4.7 e 5.7 litri.

Il tre litri per gli standard americani è un motore piccola cilindrata, considerando che il modello Ram 2500 monta un turbodiesel Cummins da 6,7 litri.
L’Epa, in una escalation di controlli, da mesi aveva congelato l’approvazione di modelli diesel targati Fca del 2017. Gli esami condotti dalle autorità, parte di un piano di più intensi test su tutte le case scattato nel settembre 2015 in seguito allo scandalo Volkswagen, hanno poi rinvenuto «almeno otto programmi non rivelati che possono alterare le modalità di emissioni inquinanti di un veicolo». Se ritenuta grave ciascuna violazione, vale a dire ciascun veicolo venduto, può comportare una multa massima da 44.539 dollari.
Si apre dunque un nuovo capitolo, ancora da verificare, della battaglia condotta dall’Epa (ma anche dai regolatori Europei) contro il motore a gasolio: è da capire quanto le norme sempre più restrittive siano tecnicamente ed economicamente rispettabili.

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