FeatFood consegna a domicilio l’alimentazione per gli amanti del fitness
Collaborazione con DHL per garantire consegne personalizzate entro 24 ore dall’ordine e presenza di punti fisici in centri specializzati e Gdo
di Gianni Rusconi
3' di lettura
Quando cinque anni fa nasceva in quel di Lecce per intuizione di Andrea Lippolis, nemmeno il suo fondatore pensava probabilmente che questa azienda potesse avere così successo in un mercato già affollato come quello del food delivery. E invece FeatFood, numeri alla mano, sembra avercela fatta, scommettendo su una componente che la identifica in modo particolare.
Quale? Quella di puntare su un’offerta di cibi salutari e bilanciati sia in ufficio per pranzo che a casa per cena, adatti in particolare a chi vuole seguire una dieta a sostegno dell'attività sportiva, una scelta che secondo i diretti interessati ha pagato sia in termini di fidelizzazione della clientela sia in fatto di risultati economici.
«La nostra caratteristica principale – ha spiegato Lippolis al Sole24ore – è la verticalità su un target specifico, quello del fitness, mentre la multicanalità e l’integrazione totale ci permettono di raggiungere buoni margini sui vari canali di vendita che utilizziamo, ovvero online, Gdo, centri specializzati, aziende e retail».
Produrre, vendere e consegnare a domicilio a Milano e in tutta Italia pietanze sane e è la sfida alla quale la società ha risposto organizzando una cucina in cui prestano servizio una batteria di chef selezionati, stringendo accordi con la catena francese Bio C’Bon e con il Gruppo Finiper-Unes per entrare nel mondo dei negozi fisici con corner dedicati e lanciando un programma (“Get Feat”) in collaborazione con DHL per garantire consegne personalizzate entro 24 ore dall'ordine.
Il round di finanziamento da 350mila euro sottoscritto da investitori privati nel 2017 ha lanciato Feat Food anche nel mondo della ristorazione, con l'apertura a Milano nel 2018 del suo primo locale (in via Edmondo De Amicis). «Il ristorante va molto bene, non è il nostro core business e l’abbiamo lanciato come flagship store per incrementare la conoscenza del nostro marchio e dare un punto di ritrovo ai nostri clienti. Non abbiamo intenzioni altre aperture di ristoranti proprietari ma abbiamo avviato progetti di gestione di bistrot all'interno di centri fitness selezionati». La catena di palestre Mcfit, per esempio, è una di queste.
Un modello operativo chiaro, che ha per fondamento il controllo stringente di tutto il processo produttivo, dalla scelta delle materie prime allo studio delle ricette fino alla preparazione dei piatti. Se frutta e la verdura sono rigorosamente sempre fresche, i metodi di cottura (in sottovuoto a bassa temperatura, a vapore e alla griglia) sono volti al preservare le proprietà nutrizionali ed organolettiche dei cibi: cottura e pensati per offrire ai clienti una selezione tra 35 pasti e 5 tra snack e dolci messi ogni settimana.
Si diceva dei numeri, eccoli: 10mila clienti finora serviti, un team composto da 16 persone tra dipendenti e collaboratori, una crescita anno su anno del 210% ed un tasso di “customer retention” del 60% il tutto condito da un ulteriore round di investimento (appena concluso) di 650mila euro che servirà a finanziare il nuovo stabilimento di produzione.
Feat Food, tiene a precisare ancora Lippolis, non è però una “dark kitchen” o un “ghost restaurant”. «Sono termini molto utilizzati ma di poca valenza nel nostro caso, perché siamo un meal service, ovvero un servizio di consegna di piatti pronti personalizzati in tutta Italia. Le dark kitchen funzionano se ci occupa unicamente della produzione, diversificando l’offerta e utilizzando dei partner esterni per la logistica. È vero che sono un fenomeno con una grande valenza in termini di marginalità e ottimizzazione di costi, ma questa viene persa nel momento in cui le stesse vogliono gestire anche la componente logistica». Meglio concentrarsi sulla cucina, dunque, almeno questo è il credo di Feat Food.
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