ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMilano, giorno 1

Fendi e la nuova sobrietà, Marras e Ferretti felicemente fedeli a se stessi

Bilancio della prima giornata dedicata alle sfilate dei big: eccessi archiviati. In passerella anche Etro e Cavalli con Marco de Vincenzo e Fausto Puglisi che re-interpretano (bene) il dna dei due marchi

di Angelo Flaccavento

Milano moda donna. Da sinistra i look ss24 di Fendi, Alberta Ferretti, Etro e N°21

3' di lettura

Parlare di ciclicità, in materia di estetica dominante, è ovvio quanto necessario. Schematizzare riduce la vitalità dei fatti e delle mode ad un diagramma esangue, ma è pur vero che le alternanze sono tangibili, quindi reali. L’onda lunga degli eccessi plateali a favor di social – logo cubitali, gender-bending sfrenato ma inconcludente, teatralizzazione del quotidiano – si è da ultimo infranta contro una improvvisa voglia di semplicità. Non a caso da che era plateale il lusso, in chiave fashion, richiama adesso l’aggettivo quieto. Se non è un penitenziagite (abbreviazione in volgare della frase latina poenitentiam àgite, fate penitenza), siamo lì vicini. Di repulisti si tratta, bello e buono.

Il calendario delle sfilate della settimana della moda milanese per la primavera-estate 2024 si è aperto di fatto ieri (martedì era stato riservato ad eventi dedicati soprattutto ai giovani stilisti) all’insegna di un movimento sottrattivo, di una ricerca di purezza, che a tutta prima rasserena. Alla lunga, certo, potrebbe annoiare: il semplice, se mal maneggiato, rischia di diventare noioso, o ordinario.

Loading...

Fendi, la collezione per la PE 2024

Photogallery20 foto

Visualizza

Da Fendi la sobrietà assoluta ha un che, ci si passi l’ossimoro, di gioiosamente luttuoso. Fasciate ad arte dentro tubini e maglie che scoprono porzioni di pelle, avvolte in blazer e spolverini aerei, le donne immaginate dal direttore creativo Kim Jones, annunciate come libere e romane, paiono allegre beghine con i guantini arancio e lampi acrilici che illuminano i grigi pallidi e rinunciatari, le scarpe a punta, le borse orgogliosamente esibizioniste. Si apprezza la precisione, e la sottigliezza del senso cromatico, ma l’esuberanza capitolina che è tratto sostanziale del dna Fendi sembra ancora una volta assente.

Alberta Ferretti, la quale, va detto, non è mai stata incline agli eccessi, semplifica e alleggerisce ripartendo dalla metaforica tela bianca della camicia maschile, dalle righe che la percorrono, dal popeline di cotone che la simboleggia. La sfilata apre pragmatica e mascolina, senza orpelli ma con molta grazia, e diventa man mano più aerea, drappeggiata, impalpabile, perdendo però semplicità.

Eterno araldo di una carnalità invero molto italiana, o meglio partenopea – neorealista, da tinello invece che plateale, e per questo intensa, potente – da N°21, marchio dello stilista Alessandro Dell’Acqua, gioca con il dualismo di Napoli, con i suoi matrimoni e comunioni, l’aristocrazia, le strada sgarrupate. È una fantasia su scarpe piatte che seduce: seppur piena di echi pradeschi, ha un segno personale.

Segue un processo di semplificazione l’estetica aliena e mutante di Daniel Del Core, la cui visione si affina e acuisce progressivamente. La teatralità degli inizi lascia spazio ad una fusione di linee scultoree e delicatezze floreali che convince. Da Iceberg tutto è lustro e appuntito, come nei primi anni duemila, ma l’esperimento non coagula in nulla di particolarmente fresco.

Etro, Marco De Vincenzo reinterpeta i codici della maison

Photogallery20 foto

Visualizza

Altrove la semplificazione è chiarezza di intenti, più che pulizia di linee. Marco De Vincenzo mette finalmente a fuoco la propria visione di Etro: potremmo parlare di deregulation multiculturale, psichedelia etno-fantastica, su una base dal rigore quasi cartesiano. La collezione disegna un non-luogo immaginario nel quale echi polinesiani, western e vago grunge si congiungono con elettrica vitalità.

Antonio Marras, la collezione per la PE 2024

Photogallery10 foto

Visualizza

Antonio Marras, eterno affabulatore con il gusto della rilettura vintage, va controcorrente e non semplifica nulla; al contrario impila, decora, reitera. Ha il coraggio di essere se stesso, prendere o lasciare (si veda anche l’intervista apparsa sul Sole 24 Ore del 3 settembre, ndr).

Lo stesso vale per Fausto Puglisi, che da Roberto Cavalli eccede ed esagera, ma con un certo glamour, come solo lui sa fare e invero nella vena del buon Roberto, componendo una fantasia tropicale di puro eccesso mentre cita lo stile di Eva Cavalli. La sua è moda senza mezze misure, che gioca con il volgare, ma che è piena di vita. Perché, invero, la troppa quiete rischia di uccidere il divertimento.

Riproduzione riservata ©

Consigli24: idee per lo shopping

Scopri tutte le offerte

Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link, Il Sole 24 Ore riceve una commissione ma per l’utente non c’è alcuna variazione del prezzo finale e tutti i link all’acquisto sono accuratamente vagliati e rimandano a piattaforme sicure di acquisto online

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti