Fermare il climate change? Si inizia dai piccoli gesti quotidiani
4' di lettura
La lotta al riscaldamento climatico e alla sostenibilità ambientale di lungo periodo è un tema di grandi scelte di fondo sui modelli di sviluppo (dalla politica industriale alla finanza), ma anche di piccole decisioni quotidiane che, in casa come sui luoghi di lavoro, ciascuno di noi prende ogni giorno.
Molto spesso le abitudini si consolidano e inconsapevolmente continuiamo a svolgere gli stessi gesti senza chiederci quale impatto abbiano sull'ambiente. Prendiamo ad esempio lo spegnimento delle luci della stanza ogni qual volta lasciamo la nostra postazione in ufficio, oppure stampare solo ciò che è veramente necessario, risparmiando carta (e quindi alberi) ed energia. O anche la riduzione, nei piatti delle mense aziendali, la quantità di cibi che necessitano di più risorse naturali per essere prodotti e quelle che incrementano in modo maggiore le emissioni di gas serra (le pietanze di carne, ad esempio).
Grazie a piccoli gesti che hanno un impatto limitato nella nostra vita quotidiana possiamo, collettivamente, ottenere importanti risultati in termini di risparmio di risorse naturali e di minore inquinamento prodotto.
Spegnere sempre gli apparecchi elettrici, e senza
È una buona abitudine a casa, perché non dovrebbe esserla anche sul luogo di lavoro? Ogni qual volta ci si allontana dalla postazione, anche per una breve pausa, occorre “staccare la spina”. Se è vero – in senso figurato – per ricaricare le nostre energie mentali, lo è a maggior ragione per tutti gli strumenti elettrici ed elettronici che vivono in ufficio. L'accortezza migliore è togliere la tensione alle prese di corrente, in modo da eliminare tutta quell'energia che viene sprecata quando non siamo alla postazione. Led di servizio accesi, monitor, e anche caricatori degli smartphone inseriti ma non utilizzati consumano o disperdono inutilmente grandi quantità di elettricità.
Cercare di non aprire le finestre inutilmente
Gli edifici, soprattutto quelli moderni, sono progettati in modo da essere efficienti rispetto al clima esterno. Ogni volta che da una finestra si lascia entrare dell'aria da fuori l'impianto è costretto ad uno sforzo energetico supplementare per compensare la variazione di temperatura. Oltretutto, i fabbricati più avanzati sono anche dotati di sistemi che prevedono il mantenimento del tepore e benessere climatico interno in modo passivo, tramite il principio dell'inerzia termica. “Lasciar girare l'aria” comporta pertanto un inutile utilizzo di corrente elettrica, e una fugace sensazione di benessere si rivela, anche nel breve periodo, una pessima scelta ambientale.
Produrre meno rifiuti e differenziare accuratamente quelli che
inevitabilmente vengono generati
La riduzione della quantità di rifiuti prodotti dalle attività di lavoro è spesso più semplice da ottenere di quanto si pensi. Ad esempio, quando si stampa basterebbe impostare di default la finitura fronte/retro. E se la stampante è dotata di un servizio di raccolta tramite autenticazione, con codice o badge, ci accorgeremo ben presto che alcuni fogli non saremmo nemmeno mai andati a recuperarli e che quindi è utile pensare se effettivamente un uso intensivo di stampe e copie sia così necessario per il nostro lavoro.
La raccolta differenziata, così come ogni ulteriore buona pratica di risparmio energetico, sostenibilità e lotta all'inquinamento può anche essere oggetto di una “gara” tra aziende, sedi o uffici. Per fare un paragone, è quello che accade quando negli alberghi ci viene chiesto di riflettere se chiedere di sostituire l'asciugamano usato oppure riutilizzarlo al fine di risparmiare acqua ed energia. Ci serve una “spinta gentile” o nudge come viene definita dagli economisti del comportamento. Se la richiesta della struttura è accompagnata da un dato numerico che mostra come la scelta virtuosa è quella preferita dagli altri clienti, siamo portati a ripeterla. La competizione e l'effetto emulativo è importante per garantire che le buone pratiche possano avere la massima diffusione possibile.
Attenzione alla guida
Negli spostamenti verso le aziende e nei viaggi di lavoro, è sufficiente mettere in pratica pochi accorgimenti per risparmiare carburante. Evitare di accelerare o decelerare troppo bruscamente, ad esempio, oppure smontare, quando non necessari, accessori quali portapacchi, porta biciclette o portasci. Inoltre, il controllo frequente del veicolo, dalla pressione delle gomme alla manutenzione programmata secondo la tabella di marcia della casa automobilistica, aumenta l'efficienza della vettura e riduce sensibilmente la nostra impronta ambientale.
Scegliere un parco auto efficiente
Secondo due report della Commissione Europea, la produzione di gas serra imputabile alle auto pesa soltanto per circa il 15% del totale nella Ue. E tuttavia, poiché una corretta gestione dei trasporti in azienda è uno dei motivi in cui più facilmente si possono ottenere risultati in termini di riduzione dei fattori inquinanti e di risparmio energetico, avere una particolare attenzione alla scelta delle vetture a seconda dei bisogni effettivi di mobilità della propria impresa è un fattore di fondamentale importanza.
Certamente la propulsione elettrica o ibrida plug-in sono quelle che sulla carta sembrano migliori per affrontare l'inquinamento delle città. Gran parte degli scarti della combustione vengono infatti spostati dal luogo di consumo a quello della produzione. Tuttavia, non in tutte le situazioni queste scelte si rivela vincente. A fronte di necessità di lunghi viaggi, ad esempio, i moderni ed efficienti mezzi diesel garantiscono basse emissioni di anidride carbonica. E il metano è un'ottima soluzione per garantire un compromesso tra l'uso prolungato e la riduzione del particolato.
Audi viene incontro ai bisogni di mobilità sostenibile delle aziende grazie ad una gamma di soluzioni complete, dalle vetture full electric della serie e-tron a quelle ibride, dal diesel di ultimissima generazione con emissioni di CO2 minime fino alla gamma g-tron alimentata a gas naturale.
CONTINUA SU MY AUDI
loading...