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Ferragosto, campionato mio non ti conosco. Bene Milan e Roma. Oggi al via Napoli e Juve

La squadra di Pioli, davanti a 70mila tifosi osannanti, è ripartita più o meno come aveva finito. Con la sensazione cioè che non sarà facile strapparle lo scudetto

di Dario Ceccarelli

(AFP)

5' di lettura

È tornato! È tornato! In linea con le stravaganze di questa estate incandescente, il campionato è ricominciato proprio nel ponte di Ferragosto quando, solo qualche anno fa, sotto questo sole, si sarebbe giocato tra scapoli e ammogliati al Bagno Liliana di Cogoleto.
Oppure, sempre in questo periodo, capitava che la Juventus, a Villar Perosa, giocasse contro i ragazzi del Nebbiuno travolgendoli per 14 a 1. Erano i vecchi ritiri di una volta. Altri tempi, signora mia, quando c'era ancora l'Avvocato e la Fiat chiudeva tre settimane per ferie. Ora siamo già tutti in pista, col calcio mercato ancora aperto (chiude il 31 agosto) e con la prospettiva di fare un lunghissimo pit stop (dal 13 novembre al 4 gennaio) per via dei mondiali in Qatar in programma questo autunno.
Vi sembra ragionevole? A noi, ultimi nostalgici del Novecento, sembra una beata pazzia. Ma non è una pazzia anche questa campagna elettorale in bermuda e infradito? Inutile stupirci. Meglio tuffarsi subito nella sfide della prima giornata.

Cominciamo dal Milan, campione uscente, e di nuovo in rampa di lancio con Inter, Juventus e chi volete voi a seconda del cuore e dei futuri sviluppi di mercato. Allora: la squadra di Pioli, davanti a 70mila tifosi osannanti, è ripartita più o meno come aveva finito. Con la sensazione cioè che non sarà facile strapparle lo scudetto. La vittoria con l'Udinese (4-2) , pur con qualche distrazione difensiva, conferma che il gruppo è compatto. E che i suoi meccanismi sono ben oliati. Che perfino gli errori (due gol subiti su colpo di testa) sono più dovuti a un’esagerata euforia che a dei problemi strutturali. Serve più ordine (visto che non c'è più Kessié), un Leao più ispirato e un pizzico di pazienza. Nei suoi 24 minuti in campo De Kateleare, il trequartista belga con il ciuffo alla Rivera, ha dato un primo assaggio della sua classe facendo capire che il meglio deve ancora arrivare. Nel frattempo si è rivisto un Diaz quasi rinato e un Rebic di nuovo rapace nelle conclusioni (due reti). Meno sciolti, anzi con qualche ruggine, i cugini interisti. Alla fine, ma proprio in extremis, Dumfries regala i tre punti all'Inter: ma quanta fatica per venirne a capo. Soprattutto tenendo conto che Lukau (gigante pensaci tu) dopo circa 80 secondi aveva già colpito il Lecce. Un Lecce con sette debuttanti che, ragionevolmente, avrebbe dovuto colare subito a picco. E invece, dopo aver subìto il pareggio di Ceesay, è stata proprio l'Inter ad annaspare per rimanere a galla. Insomma, pur essendo una corazzata, la squadra di Inzaghi a tratti va ancora a remi.

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Bravo Di Marco con i suoi cross pennellati, bravo Dumfries che ci mette una pezza. Ma poi solo tanta sofferenza. Fa bene Inzaghi a ripetere che la società non deve vendere più nessuno. Già gli si addebita uno scudetto perso l'anno scorso. Un altro mezzo fiasco non gli verrebbe perdonato. E la Roma di Mourinho? Per il Pifferaio magico, dopo i fuochi d'artificio del mercato, un debutto senza squilli di tromba (1-0 sulla Salernitana) che regala però ai giallorossi i primi tre punti. Il bello che il gol decisivo viene da Bryan Cristante, messo in campo a sorpresa al posto di Matic. Ci si aspettava fuoco e fiamme dal quartetto degli artisti (Zaniolo, Dybala, Pellegrini e Abraham) e invece la differenza la fa un gregario di lusso. Stranezze di un calcio di mezza estate che, oltre ai sorrisi, fa però intravedere segnali positivi: le percussioni di Zaniolo, un palo di Dybala, la sensazione costante che basta poco per fare il salto di qualità.

Un po' di concretezza in più non guasta, ma i tifosi della Roma, che a Mourinho perdonano tutto, hanno la pazienza dello passione. Per lo scudetto però la strada è lunga. Una vittoria risicata anche al di là del Tevere. La Lazio di Sarri supera il Bologna (2-1) con una fatica degna di miglior causa. I biancocelesti vincono in rimonta grazie a un gol dell'inossidabile Ciro Immobile e una autorete di Silvestri. Vero che la Lazio gioca quasi tutto il primo tempo in dieci (per l'espulsione del portiere Maximiano). E che solo nella ripresa, quando anche il Bologna perde Soumaoro (altro cartellino rosso), si ristabilisce la parità numerica. Però che sofferenza…. “Una partita che sembrava stregata” ha commentato Sarri. Con quello che ha speso Lotito (50 milioni) sarà bene che Sarri trovi un'esorcista per liberare la Lazio dalle streghe e dai cattivi pensieri.

Cattivi pensieri che continuano ad accompagnare il portiere Radu, autore di un nuovo svarione, che condanna la Cremonese a una ingiusta sconfitta con la Fiorentina. Radu, che in primavera era stato protagonista in negativo in Bologna-Inter, questa volta in pieno recupero si lascia sfuggire dalle mani un cross di Mandragora. Un maldestro errore che regala ai viola la rete del 3-2. Anche per lo sfortunato Radu vale quel detto: essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male. Positivo l'avvio dell'Atalanta che, grazie anche a un inspiegabile aiuto arbitrale (gol regolarissimo annullato in apertura a Caputo ) si prende tre punti a Marassi con la Sampdoria. Gasperini, che a parte invertite avrebbe fatto un diavolo a quattro, deve ringraziare soprattutto Zapata, sapiente ispiratore dei due gol bergamaschi (Toloi e Lookman).

Esordio amaro invece per il Monza, fenomeno più mediatico che sostanziale. Almeno al debutto. A rovinar la festa di Berlusconi e Galliani, un Toro scatenato che non ha perdonato le imbarazzanti ingenuità dei monzesi. Per il Torino, ancora alle prese con i capricci del suo capitano Lukic (non convocato dopo aver saltato un allenamento perchè vuole essere ceduto), un successo (2-1) che spazza via le nuvole. Resta da capire chi ha ragione. Il giocatore è indifendibile, ma anche la società ha sicuramente qualcosa da rimproverarsi Finiamo in bellezza con le due big che giocano questo lunedi ferragostano.. La Juventus di Allegri s'incrocia a Torino con il Sassuolo di Dionisi (ore 20.45) E un crash test molto delicato. I bianconeri devono stare in campana. Segnati da un precampionato di sconfitte, e decimati dagli infortuni, contro gli emiliani rischiano grosso. L'anno scorso la falsa partenza fu fatale per Allegri.

Ora è vietato sbagliare. Soprattutto dopo un mercato sontuoso sulla carta ma di scarso aiuto nell'immediato. Mentre si lavora per completare la lista dei rinforzi, contro il Sassuolo bisogna tirar la cinghia. Senza Rabiot. Mckennie, Cuadrado, Pogba, Chiesa, eccetera, il rischio è evidente. Alla Juventus non c'è tempo per fare esperimenti. Allegri sa bene che questo campionato, in cui i bianconeri festeggiano il centenario, è uno spartiacque decisivo. Soprattutto per lui. La storia del cantiere aperto va avanti da troppo tempo. La Juve ha preso Bremer, Pogba, Di Maria, Costik. Talenti certo, ma non è che Dybala, Chiellini, Deligt e Bernardeschi fossero dei pivelli. Le rogne sono tante. A parte l'infortunio di Pogba, c'è anche l'incognita della difesa, che una volta era il pilastro del progetto allegriano. E ora? Vai a sapere.

Di sicuro non c'è niente, a partire proprio da Pogba, il colpo dell'estate. Come tornerà dal Qatar? Auguri.Infine il Napoli, impegnato a Verona alle 18.30. In attesa di Simeone e Raspadori, va ricordato che i partenopei hanno perso tanti pezzi da novanta.( Insigne, Maertens, Koulibaly, Ospina) che non sarà facile rimpiazzare. E' vero che Osimhen è un contropiedista formidabile, ma il gap con le milanesi sembra aumentato. Almeno sulla carta visto che, a mercato aperto, tutto può ancora succedere. Si fa un gran parlare del georgiano Kvhicha Kvaratskhelia, un nuovo acquisto definito come un brillante esterno di sinistra. Gli tocca non far rimpiangere Insigne. Certo che con un nome così complicato, per sfondare deve essere davvero bravo…..

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