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Ferrari Formaggi investe 20 milioni in 3 anni: il 70% in sostenibilità

Il fatturato nel 2021 ha superato i 144 milioni di euro (+6% sul 2020 e + 27% sul 2018)

di Emiliano Sgambato

Ferrari Giovanni industria casearia

3' di lettura

Ferrari investe nell’innovazione e nella sostenibilità dell’industria casearia. L’azienda leader nella produzione, selezione, stagionatura e confezionamento di formaggio, dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 144 milioni di euro (sfiorando una crescita del 6% sul 2020 e del 27% sul 2018) ha infatti annunciato «un importante piano di investimenti per il triennio 2023-2025 del valore di circa 20 milioni», con l'obiettivo «di continuare ad investire su qualità e sicurezza e per accelerare i programmi di crescita e sviluppo in termini di occupazione e di sostenibilità ambientale dei prodotti e dei processi».

Il 70% del piano mette al centro la «matrice ambientale», dall’efficientamento energetico all’uso di energie rinnovabili, dal miglioramento della capacità e della qualità di stoccaggio anche in ottica di economia circolare, alle linee di lavorazione che garantiscano l'utilizzo di packaging 100% riciclabile e dove possibile riciclato.

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Con un Ebita di 4,4 milioni e un utile lordo di un milione di euro registrati nel 2021, Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa conferma così «la solidità del suo business e delle scelte strategiche intraprese all'insegna di una continua espansione sui mercati esteri e del rafforzamento del marchio in Italia».

Ferrari GranMix, Grana Padano, Parmigiano Reggiano ed Emmentaler Switzerland sono le quattro famiglie di prodotti che, in termini di volumi, meglio hanno performato nel triennio 2018-2021: per i grattugiati, punto di forza dell’azienda, +15,4% di crescita nel 2021 rispetto al 2018 e un cagr medio annuo del 4,9%, «a dimostrazione che sono sempre più i consumatori che prediligono, anche nella scelta dei formaggi, soluzioni in grado di coniugare massima qualità e comodità di utilizzo», sottolinea una nota della società.

Se in Italia la linea GranMix è quella che ha registrato la crescita maggiore, nei mercati esteri e in particolar modo in Europa continua l'ascesa del marchio Giovanni Ferrari, il cui fatturato è aumentato nel 2021 del 94% rispetto al 2018, con un tasso di crescita medio annuo del 25% (cagr). Germania e Francia sono i Paesi dove i prodotti a marchio Giovanni Ferrari sono stati più venduti e dove continuano ad avere un successo crescente, principalmente nei formaggi Dop Grana Padano e Parmigiano Reggiano, con volumi triplicati nel triennio 2018-2021.

«Il 2018-2021 è stato per Ferrari un triennio significativo: abbiamo adottato un nuovo modello di governance con l’inserimento di un manager alla guida della società, Massimo Estrinelli, al quale va il ringraziamento mio personale e dei soci per aver guidato l'azienda nel difficile contesto della pandemia con il sostegno di tutti i collaboratori – ha commentato Laura Ferrari, presidente di Ferrari G. Industria Casearia –. La nostra marca è oggi più forte sul mercato italiano ed europeo e ciò ci consentirà di affrontare i tempi complessi ed incerti che abbiamo davanti a noi per il prolungarsi delle crisi pandemica e geopolitica. Abbiamo un piano di investimenti per migliorare la competitività, ridurre l'impatto delle nostre produzioni sull'ambiente, produrre energia rinnovabile».

«L'attuale scenario è davvero difficile e complesso, a causa dell'incredibile aumento dei costi di produzione e trasformazione – commenta il managing director Massimo Estrinelli – dal prolungarsi del terribile conflitto in Ucraina e dagli aumenti che i prezzi al consumo avranno sulla capacità di spesa dei consumatori. Tutto questo metterà a dura prova la capacità di tenuta del comparto alimentare italiano. Noi abbiamo una visione di lungo periodo e lavoreremo e investiremo per continuare a crescere in modo sostenibile sia in Italia, rafforzando ulteriormente il marchio Ferrari, che sui mercati esteri, attraverso la continua espansione del marchio Giovanni Ferrari, con la missione di aumentare la quota di esportazione all'interno del nostro portafoglio».

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