il trionfo della rossa

Ferrari, prima vittoria in carriera per Leclerc (con il lutto al braccio)

Oggi Charles Leclerc ha dimostrato di essere davvero un pilota vero, ma prima di tutto un uomo speciale: forte, duro, pragmatico. Non solo e non tanto perché ha vinto

di Alex D'Agosta

(Ap)

3' di lettura

Piloti, che gente… diceva tutto quel titolo di un'opera omnia per l'automobilismo, firmata da Enzo Ferrari oltre trent'anni fa. Alludeva alla lucida follia dei piloti automobilistici e dello stile di vita sempre minacciato dei rischi del Motorsport.

Beh, oggi Charles Leclerc ha dimostrato di essere davvero un pilota vero, ma prima di tutto un uomo speciale: forte, duro, pragmatico. Non solo e non tanto perché ha vinto. Certo, si tratta di una conquista di spessore, meritata, sofferta fino alla fine: ha tagliato infatti il traguardo con meno di un secondo di vantaggio su un Lewis Hamilton che ha dimostrato di crederci sempre. Inoltre, anzi, sopratutto era una vittoria tanto desiderata perché era la prima per la Ferrari nel 2019. Difficile dire “utile” al campionato visto che le due Mercedes erano entrambe sul podio e, comunque, guardando al mondiale costruttore e piloti, c'è poco da fare in ambo i casi.

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Tuttavia Charles Leclerc ha dimostrato di avercela fatta e di essere un grande anche per quello che viveva dentro dopo il tragico incidente di ieri, dove ha perso la vita il quasi coetaneo e connazionale Antoine Hubert. Anni insieme, sui kart e fino alla Gp3, i due francesi erano considerati il futuro per lo sport motoristico transalpino, i più validi degli anni seguenti al compianto Jules Bianchi.

HA SAPUTO SFRUTTARE IL POTENZIALE - I riflettori li merita quindi tutti, finalmente. In Bahrain aveva dominato fino alla fine ma è stato beffato sul finale. Oggi in parte si è temuto qualcosa di simile: la gara è stata gestita infatti in grande controllo fino a 5 o 6 giri dal termine, poi i distacchi hanno iniziato a calare significativamente. Fino a chiudere con 981 millesimi, sufficienti a tenere il muso davanti ma a “rischio” se ci fossero stati alcuni giri in più.

QUELL'ORDINE DI SCUDERIA - Al giro 26 la Ferrari, con il senno di poi, ha dato l'ordine giusto al pilota giusto e al momento giusto. E così dopo la “girandola” dei pit-stop, Vettel si era ritrovato temporaneamente al comando del gran premio ma un Leclerc sopraggiungente, con un passo più veloce a occhio e indubbiamente ancora meglio dalla telemetria, è risultato essere il pilota “da avvantaggiare”. E così il team radio, che farà male all'orgoglio del quattro volte campione ma, visto l'esito della gara, si è dimostrato senza dubbio la scelta idonea. D'altra parte Vettel si era già “bruciato” in partenza, perdendo una posizione su Hamilton, infilandosi così le fra due Mercedes. Ma tempo pochissimi secondi lo ha ripreso con un sorpasso di vera potenza in rettilineo: nel frattempo però il monegasco era già avanti a tirare il gruppo.

Con la safety car per via di Verstappen uscito già all'inizio c'è da dire che si è subito perso uno dei possibili co-protagonisti di questa domenica, anche se le qualifiche non erano state perfette. Degno di nota anche il ritiro all'ultimo giro di Giovinazzi, mentre era nono, in zona punti e mentre iniziava a costruire un minimo di “risalita” nella ranking dei conduttori.

ERA MEGLIO A MONZA? - Sarebbe stato più bello raccontare della prima vittoria di un giovanissimo come Charles in una festa tutta rossa nel gran premio d'Italia. Invece è arrivata qui, in un week-end dove la Formula 2 ha perso un suo protagonista per un incidente bruttissimo, fra l'altro in uno dei punti “mitici” della pista belga, la famosa Eau Rouge - uno dei pochi passaggi dove i piloti possono ancora dimostrare il “manico” nelle corse. Con il morale di tutto l'ambiente assai basso: charles ha corso con il lutto al braccio. Niente champagne dal podio. Niente gara di Formula 2 in calendario domenica. E sarebbe stato bello raccontare che l'ha fatto nella stessa domenica che ha visto Vettel alla sua prima vittoria, sempre con un'auto costruita in Italia, come la Toro Rosso del lontano 2009.

QUELLE STATISTICHE CHE APRONO A UNA CARRIERA DA STELLA - A marzo Leclerc aveva già segnato il record di poleman più giovane della storia Ferrari e più veloce nella pista del Bahrain. Oggi è incoronato ancora come più giovane, sempre in ambito Ferrari, a portare a Maranello una vittoria (21 anni, 10 mesi e 16 giorni). Dulcis in fundo, è in particolare il più giovane vincitore a Spa, togliendo il record a Michael Schumacher del 1992, a oltre 23 anni e mezzo.

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