Ferrari Purosangue, il suv non suv che cambia la storia del Cavallino. Come è fatto e quanto costa
La casa Maranello ha svelato, dopo 48 mesi di sviluppo, la sua prima 4 porte e 4 posti a ruote alte. Motore V12, nessuna concessione all'elettrificazione, sospensioni uniche nel loro genere. E gli ordini sono già alle stelle
di Mario Cianflone
7' di lettura
Si è fatto attendere per anni, passando da ipotesi eretica a possibilità concreta e diventando un progetto strategico. Ecco Ferrari Purosangue, la prima auto made in Maranello a ruote alte (a trazione integrale), con 4 porte e 4 posti. E le portiere si aprono mirabilmente ad armadio spalancando la vista su un abitacolo che, per dimensioni, su una Ferrari non si è mai visto. Ma è anche una finestra sul futuro del brand più iconico del made in Italy.
È un suv allora? No, a Maranello non lo vogliono identificare in questa categoria perché sostengono essere il primo di una nuova specie, un modello inedito, che non si colloca in settori e territori noti. Purosangue è come nessun altro, è “like no other”, come lo hanno definito l'amministratore delegato Benedetto Vigna e Enrico Galliera, vice presidente e direttore marketing. A noi piace tuttavia chiamarlo suv, sempre meglio che Fuv, Ferrari utility vehicle come era stato definito quando circa 4 anni fa fu annunciato il progetto e poi il nome fu svelato. Un nome che vuole creare un legame profondo con il DNA di Ferrari, pur essendo un oggetto alieno alla sua offerta.
E Purosangue è un game changer, un modello che cambia le regole del gioco, inventa un nuovo segmento nel mondo delle sportive di rango e gran lusso e non ha di fatto concorrenti. No, neanche Lamborghini Urus si avvicina per prestazioni, proporzioni e innovazione stilistica. Ferrari Purosangue è un punto di svolta per la casa di Maranello. E lo è per l’architettura con motore centrale anteriore V12, posto dietro l’asse, cambio al posteriore transaxle, sospensioni attive, stile inedito e collocazione di mercato tale da creare un nuovo segmento.
Ferrari Purosangue, lo stile
Lo stile, curato dal chief designer Flavio Manzoni, che ha diretto il team solitamente impegnato nello sviluppo nelle GT, è aderente alla storia recente di Ferrari con qualche richiamo alla Roma. Purosangue è un progetto che meccanicamente e stilisticamente parte da un foglio bianco dove sono state scritte nuove regole e paradigmi per creare una supercar versatile (con bagagliaio da 473 litri) ma in grado di esprimere prestazioni, ed emozioni da GT a due posti, bassa da terra. E invece Purosangue, anche se non è altissimo (1589 mm) vanta cerchi da 22" all'anteriore e da 23" al posteriore, vestiti Michelin, circondati da passaruota in carbonio che sembrano voler dire "mi piace sporcarmi le ruote, ma solo sulle strade bianche".
Ferrari Purosangue 2023
L’effetto wow della vettura è dato da due elementi: la firma luminosa anteriore con le DLR, luci diurni, che ne definiscono l’espressione frontale, mentre i fari sono inclusi in una presa aerodinamica e le porte che si aprono a libro. Si tratta di una scelta che abbina, come tutta la vettura e come tutte le Ferrari, come ama dire Flavio Manzoni, forma e funzione. Infatti, con la porta posteriore incernierata dietro, facilita l’accessibilità senza dover allungare il passo con problemi di dinamica e anche di stile. Infatti, le proporzioni di Purosangue sono curatissime e proprio le ruote anteriori molto avanzate hanno permesso di ottenere un ideale Dash to axle ratio, cioè il rapporto tra asse delle ruote e distanza dalla plancia.
Interni Ferrari Purosangue
A proposito di plancia, Ferrari Purosangue esibisce una struttura a doppio cockpit con un cluster strumenti digitale ispirato a quello della SF90 Stradale con dotata dell’interfaccia full-digital già introdotta nel resto della gamma e il volante con Manettino (ora ci sono driving mode per fondi offroad). Dal lato del passeggero, un display da 10.2 pollici ricco di informazioni. La vettura non è connessa. Nessuna concessione alla rete. E per un motivo preciso, spiega Galliera in risposta a una domanda del Sole 24 Ore: «La sicurezza informatica dei sistemi attuale non è adeguata alle esigenze di clienti come quelli che comprano una vettura del genere. Quindi la connettività avviene, ed è una scelta intelligente tramite il proprio smartphone con Apple CarPlay o Android Auto».
Il sistema audio è hi-end: Ferrari ha scelto un impianto Burmester, brand tedesco molto amato in Porsche. I quattro posti sono tutti singoli e i rivestimenti dell’abitacolo sono realizzati con materiali green ecosostenibili, riciclati e riciclabili. Tutto molto bello e modaiolo, ma l’impatto di una Ferrari a fine vita è irrilevante e un dubbio sorge: “Una Ferrari ha un fine vita?”. Vabbè, il green è di moda e magari ci si lava la coscienza per usare (con giusto gusto) un bel V12 aspirato.
Ferrari Purosangue, le sospensioni attive
E qual è il segreto di questa Ferrari mai vista prima, che a tratti sembra una grossa Fastback più che un suv coupé? Il motore? No, non solo anche se monta un 6.5 litri V12 da 725 cavalli, aspirato, senza alcuna elettrificazione, neppure mild, ed è stato scelto, spiegano i vertici di Ferrari, perché è un motore iconico e si voleva dare un senso di continuità storica (e di plurifrazionata esagerazione) a un modello che segna un punto di non ritorno. Il vero segreto di Purosangue sono le sospensioni. Si tratta di elementi attivi a controllo digitale sviluppati ad hoc da Ferrari insieme a Multimatic e con un software tutto made in Maranello. Si tratta di un’innovazione esclusiva, che secondo Ferrari non esiste su altre vetture ed è la tecnologia che, secondo i manager della casa, ha reso possibile lo sviluppo del Purosangue, una supercar alta da terra che offrisse comfort e versatilità con una dinamica di marcia da sportiva 2+. In realtà, viene da pensare che l’idea del Suv in Ferrari sia maturata con il tempo: dalla totale avversione dell’ex numero uno Luca Cordero di Montezemolo, al rifiuto che si trasformò in ipotesi da parte di Sergio Marchionne. Sono cambiati i tempi e le ruote alte dominano il mercato. E Ferrari è entrata nel mondo dei veicoli sportivi ma fruibili, versatili e appariscenti (leggasi super suv) con una ricetta unica e, come vedremo, destinata a pochi, anzi pochissimi.
Le sospensioni magiche di Ferrari sfruttano una tecnologia battezzata Tasv (True Active Spool Valve), si tratta di un’architettura realmente innovativa e rispetto a soluzioni simili offre numerosi vantaggi, combinando l'azionamento di un motore elettrico con un ammortizzatore idraulico di alta precisione in un unico sistema completamente integrato. Il cuore del sistema è un insieme di chip, software e sensori che agiscono su un motore elettrico di comando in grado di assicurare il controllo attivo di carrozzeria e ruote con una precisione e a frequenze più elevate rispetto ai tradizionali sistemi adattivi o semi-attivi. Il motorino elettrico a 48 Volt progettato per essere super responsivo imprime forza attraverso un meccanismo a vite senza fine con circolazione di sfere collegato direttamente allo stelo dell'ammortizzatore idraulico e questo offre una risposta ad alta frequenza e riduce l'attrito, l'inerzia e l'ingombro.
Ferrari Purosangue, scheda tecnica
Nei mesi scorsi, quando hanno iniziato a circolare le prime voci sulla versione finale del Purosangue, si ipotizzava che sotto il cofano ci potesse essere un V8 turbo, magari ibridizzato plug in come quello della SF90 Stradale e, invece, Ferrari ha scelto di andare su un classico di grande effetto per prestazioni e sound: il V12 aspirato. Gli uomini di Maranello giurano che il motore è tutto nuovo, tuttavia mantiene l’architettura dei più recenti dodici cilindri aspirati del Cavallino Rampante: angolo di 65° tra le bancate, 6,5 litri di cubatura, carter secco e iniezione diretta ad alta pressione. Il propulsore eroga 725 cavalli a 7750 giri/min. Il V12 della 812 Superfast ne sprigiona 800, ma sul purosangue gli ingegneri non cercano la prestazione estrema quanto, piuttosto, un bilanciamento tra fruibilità, performance pura ed emozioni, anche su terreni difficili per di più. E qui entra in ballo la curva di coppia di cui l’80% è disponibile da 2100 giri/min con un picco di 716 Nm viene raggiunto a 6250 giri/min.
Il tutto si traduce in numeri di assoluto rilievo. Velocità massima superiore ai 310 km/h, uno zero 100 di 3.3 secondi (notevole, ma alla portata di tante elettriche più noiose), mentre scatta da 0 a 200 in 10,6 secondi. E si tratta di un oggetto lungo quasi 5 metri e con un peso a secco di 2 tonnellate (quindi almeno 2.200 kg in ordine di marcia). Il cambio, posto sull’asse posteriore, è automatico a doppia frizione e 8 rapporti. I tempi totali di cambiata sono così ridotti rispetto al DCT a sette rapporti. La trazione è integrale con ripartizione della coppia anteriore/posteriore in funzione delle condizioni di guida.
Ferrari Purosangue, il telaio
Ferrari Purosangue porta al debutto un autotelaio inedito che, progettato ex novo, è realizzato completamente in leghe di alluminio alto-resistenziali con elementi della scocca costituiti da profilati estrusi a sezione chiusa, connessi mediante fusioni, ai quali sono integrati gli elementi portanti in lamiera. La scocca è stata realizzata in materiali che vanno dall’alluminio alla fibra di carbonio, introducendo nei punti nevralgici acciaio alto-resistenziale e affiancando alle giunzioni meccaniche incollaggi strutturali. Combinando materiali molto diversi tra loro è garantita la massima resistenza della struttura ove necessario, alleggerendo invece nelle aree non sottoposte a stress. L’acciaio alto-resistenziale è impiegato sulle barre anti-intrusione, i rinforzi dei nodi principali e il montante centrale. Il padiglione è un monoguscio in fibra di carbonio con insonorizzante annegato. Il portellone posteriore è dotato di apertura elettrica
Ferrari Purosangue, prezzo
Quanto costa una Ferrari Purosangue? Il listino parte dalla bellezza di 390mila euro. E questo vuol dire che tra personalizzazioni e qualche optional si arriva a 450 mila euro. Ma il prezzo alto non ha scoraggiato i clienti. Anzi, secondo Maranello gli ordini sono a livello record. Del resto, la vettura presentata alla stampa in anteprima l’8 settembre è stata svelata il 13 ai primi duemila clienti, quelli che per primi avevano staccato l’assegno per un ordine a scatola chiusa e senza vedere la vettura. E questi due mila clienti sono quelli che si sono accaparrati la possibilità di partecipare al lancio e di ottenere la vettura nel corso del 2023. Gli altri aspetteranno fino a 3 o 4 anni se si calcola che Ferrari arriva a produrre 12mila auto all’anno e si stima che Purosangue valga il 20 per cento della produzione. È possibile che a Maranello abbiano raccolto almeno 6mila ordini.
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