Labriola: «In Europa le Tlc in una tempesta perfetta»
A Trento l’intervento del premio Nobel per l’Economia 2001 Joseph Stiglitz. Anche oggi folta la presenza del governo con il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dell’Università e ricerca, Anna Maria Bernini, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani
I punti chiave
- Labriola: in Europa le Tlc in una tempesta perfetta
- Auto: Promotor, per elettrificazione completa Italia servono mille miliardi
- Auto: Bernabè, serve più tempo per gestire transizione industria e occupazione
- Valditara: oggi nessuno vuole fare il docente, occorre valorizzare il ruolo di chi insegna
- Ciriani: «Il Pnrr è uno degli impegni fondamentali del governo»
- Stiglitz, incompetenza del Governo nella gestione dei fondi Pnrr, rischio recessione
Festival di Trento, numeri da record per la 18a edizione del Festival
Si è chiusa oggi la 18a edizione del Festival dell'Economia di Trento organizzata dal Gruppo 24 ORE e da Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell'Università di Trento.
I dati confermano un successo oltre le aspettative, primo fra tutti per l’abbondante partecipazione, sia da parte del pubblico che degli oltre 650 relatori, di cui il 35% donne rispetto al 23% dello scorso anno, nei 270 eventi in programma tra Festival, “Fuori Festival”, “Economie dei Territori”, “Incontri con l'autore” e le dirette-evento di Radio 24. Tra il pubblico, tantissime le famiglie presenti, provenienti anche da fuori Trentino e una grande partecipazione di giovani, molti studenti universitari, ma anche di istituti di scuola secondaria superiore.
Significativi i numeri della rassegna con la partecipazione di 6 premi Nobel, 19 ministri e la premier Giorgia Meloni, oltre 90 relatori provenienti dal mondo accademico, 40 tra i più importanti economisti internazionali e nazionali, 60 rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, 35 relatori internazionali, ed oltre 40 tra manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali.
Circa 130 tecnici audio e video impegnati nelle 21 location che hanno garantito in modalità on-demand la messa in onda della totalità degli appuntamenti e 90 di questi eventi in live streaming. Il Festival era rivolto in particolare ai giovani, con un fitto programma di 15 eventi a loro dedicati sia all'interno del Festival sia all'interno del FuoriFestival, tra cui i tre appuntamenti del “Festival dei giovani” dedicato agli studenti delle scuole superiori trentine e i due eventi in cui sono stati protagonisti gli studenti universitari che hanno presentato contributi sui temi del Festival. A questi si aggiungono il successo del Monopoly in Piazza Fiera, che ha registrato il tutto esaurito ogni giorno, e dei laboratori Economy Kids a cura di 24 ORE Cultura e Radio 24 per i bambini.
Barbareschi: “Chi dice che i teatri sono inutili è un mafioso”
Luca Barbareschi, artista e Ceo di Eliseo Entertainment, è intervenuto al Festival dell'Economia di Trento per discutere delle iniziative possibili per contribuire allo sviluppo economico della cultura. Barbareschi ha sottolineato il ruolo sociale della cultura e la necessità di supportare al meglio le diverse iniziative a sostegno in particolare dei teatri. L'intervista è di Stefano Biolchini.
Giovani Confindustria, solo 30% imprese sopravvive al fondatore
“Il ricambio generazionale in Italia rappresenta un fenomeno economico ma anche culturale e sociale”. Il 65% delle imprese con fatturato superiore ai 20 milioni di euro è costituito da aziende familiari. Entro i prossimi 5 anni è previsto in quasi il 20% dei casi (dato che più o meno equivale alla percentuale di ultrasettantenni ancora alla guida) il passaggio del testimone dei fondatori agli eredi. Solo il 30% delle aziende sopravvive al proprio fondatore e solo il 13% arriva alla terza generazione. Sono tra i dati sottolineati dal presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, a Trento, dove al Festival dell’Economia ha fatto tappa il tour degli industriali under40 per approfondire i temi del ricambio generazionale, legato al libro ’La staffetta’ di Mario Benedetto.
“Il contesto economico in cui sono costrette a muoversi le aziende, è sempre più difficile e incerto per la pressione fiscale, oltre all’elevato costo del lavoro, agli oneri legati alla burocrazia, all’incertezza del sistema del contenzioso civile, alla concorrenza, al costo dell’energia” Così, rileva il presidente dei Giovani Imprenditori, “spesso nel desiderio del fondatore c’è la volontà di risparmiare ai figli sacrifici e preoccupazioni che derivano da questo status quo”. E “talvolta è proprio questa la leva che spinge all’alienazione dell’azienda ad altri player nazionali o, sempre più spesso, multinazionali. Non sono rari i casi in cui questa preoccupazione spinge alla cessazione dell’attività con conseguenze indirette sul territorio e sul nostro tessuto economico”.
Il rischio è anche quello di bruciare “tanto valore, tanta esperienza che invece si dovrebbe preservare”. “Salvaguardare il bene aziendale - prosegue - non vuole dire necessariamente far succedere il figlio nel medesimo ruolo del padre. Un erede può scegliere per sé il ruolo di azionista, può favorire processi di aggregazione con altre realtà, può scegliere di sviluppare solo alcuni asset aziendali”. Nel passaggio generazionale in impresa “il punto nevralgico riguarda la formazione e lo stile di guida delle nuove generazioni: nuove visioni e competenze più aggiornate rispetto alle sollecitazioni del contesto contemporaneo, conducono spesso a stili di guida dell’azienda diversi rispetto alla generazione precedente”.
In ogni caso, dice Di Stefano, “è un processo vantaggioso che, se guidato dalla giusta consulenza e integrato con una formazione finanziaria adeguata, può portare a consolidamenti che contribuiscono a distendere il valore dell’azienda e del lavoro familiare nel tempo”. Ed è “essenziale, inoltre, investire nella formazione dei manager perché vadano a coprire il fianco scoperto della seconda generazione, consentendo ad essa di maturare esperienza garantendo, allo stesso tempo, una longevità all’azienda”.
Abete, “Bene più Stato, ma aiuti le imprese a lavorare meglio”
“Ho avuto modo di parlare con il ministro Sangiuliano e alla mia richiesta di cosa il governo intendesse fare per la gestione dei beni culturali, ha risposto: ’Io voglio più Stato, ma anche più mercato. Cioè voglio una presenza maggiore e migliore, sinergica e positiva’”. Così Luigi Abete, presidente Luiss Business School, Fondazione Bnl, Associazione imprese culturali e creative e Civita cultura holding, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento, organizzato dal gruppo 24 Ore.
Tra le idee, ricorda Abete, “il ministro ha detto, ad esempio, di voler fare un sito di bigliettazione che faccia riferimento diretto allo Stato, gestito dal ministero; io sono d’accordo, ma ogni museo deve potersi dotare di un suo sistema di bigliettazione che vada in rete con il sistema del ministero. Perché la tecnologia di cui tutti parlano poi bisogna saperla declinare. Se c’è un sistema unico e non funziona, si ferma tutto. E allora va bene più Stato, ma lo Stato deve anche aiutare le imprese a lavorare meglio”.
Urso, ”spostare fondi verso progetti realizzabili e automotive”
Togliere dal “Pnrr progetti non congrui e non realizzabili nel tempo” e spostare i fondi “su progetti realizzabili che inneschino uno sviluppo”. È questa l’idea del governo illustrata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l'incontro al Festival dell’economia di Trento. “Se riusciremo a farlo e siamo convinti di farlo nella trattativa con l’Ue, abbiamo già i progetti da finanziare, il primo sarà la transizione 5.0, ciò credito fiscale pari almeno al 40% destinato alle imprese che investono nell'ammodernamento dei propri impianti in tecnologia green tanto più se indirizzati verso innovazione digitale. Secondo progetto, incrementare le risorse destinate all’automotive” conclude Urso che mira a incentivare la produzione in Italia.
Fisco, Ruffini: lo Stato ha crediti per 1.153 miliardi
di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus
“Sono 1.153 miliardi il complesso dei crediti accumulati dal 2000 al 2022. È necessario introdurre nuove forme di riscossione e nuove procedure più efficienti e più trasparenti e veloci che consentano di recuperare somme liquide ed esigibili, cioè somme dovute e non più contestazione, per restituirle all’Erario e alla collettività”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini intervistato da Rai News a margine dell’incontro sul “Fisco nel 2030” nella cornice del Festival dell’Economia promosso dal Gruppo 24 Ore.
Urso: “Sull’Ilva abbiamo dimostrato che lo Stato c’è”
“Ho affrontato anche quest’importante questione, realizzando un decreto legge che ha consentito di riaffermare il ruolo dello Stato. Abbiamo dimostrato che lo Stato c’è”. Così il ministro Urso a margine dell’incontro al Festival dell’economia di Trento sull’Ilva di Taranto. “Abbiamo predisposto un piano industriale per quello che riguarda gli obiettivi che abbiamo sulla siderurgia italiana - ha aggiunto - e ci stiamo confrontando con il principale azionista affinché si possa condividere un piano di rilancio produttivo e di riconversione ambientale. Siamo nelle condizioni di realizzare a Taranto, e quindi in Italia, la più grande acciaieria green d’Europa. Un modello globale. Avendo quest’ambizione, e convinti che possiamo farlo, ci stiamo confrontando con il principale azionista nell’augurio che anche questo condivida il progetto”. Sull’incontro chiesto dal sindacato dei metalmeccanici, Urso ha detto che “ogni giorno al ministero c’è un incontro con i sindacati e con le forze politiche. Perché questo è il nostro metodo: discutiamo e ci confrontiamo e poi decidiamo”.
Labriola: in Europa le Tlc in una tempesta perfetta
“Le Tlc sono nel mezzo della tempesta perfetta. C’è un problema oggettivo a livello europeo con tutti gli operatori che hanno difficoltà economiche”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, a margine di una iniziativa nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma. “Ad oggi - prosegue - l’industria europea delle telecomunicazioni sta avendo problemi perchè abbiamo impostato una politica industriale 30 anni fa, legittima e corretta, ma come tutte le cose ha un inizio e una fine”.
Fisco, Ruffini: 2,4 milioni di domande su rottamazione quater
Sulla rottamazione fiscale quater “abbiamo raggiunto 2 milioni e 400mila cittadini, superando anche le stime della relazione tecnica, e più di 3 milioni di richieste di documentazione per valutare se presentare la domanda. Ci aspettiamo che crescano ancora”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini al Festival dell’Economia di Trento nell’incontro sul “Fisco nel 2030”. Ruffini ha sottolineato che l’adesione alla composizione con il fisco è possibile attraverso una procedura completamente on line.
Urso: «Piano per cambiare auto a chi non può permetterselo»
“Stiamo elaborando un nuovo piano per consentire di cambiare la vettura anche a chi non può permetterselo”. Così il ministro Adolfo Urso in occasione del Festival dell’economia che, a domanda del giornalista Carmine Fotina del Sole 24 ore, ha confermato che il piano è elaborato su fondi del Pnrr. “Abbiamo il parco vetture più vecchio d’Europa, che è posseduto da chi non può permettersi di cambiare la macchina. Il mio problema non è rottamare l’Euro 5, ma l’Euro 0, 1, 2, 3”, ha aggiunto Urso. “L’80% degli incentivi sulle auto in questi anni sono andati ad auto realizzate all’estero. Dobbiamo incentivare chi produce in Italia”, ha concluso il ministro.
Urso: governo pensa a 1 mld di euro per fondo sovrano per il made in Italy
Il governo sta lavorando “a dotare il fondo sovrano italiano per il made in Italy con fondi iniziali per un miliardo di euro. Si tratta di una scintilla che farà da agente di aggregazione per canalizzare anche risorse internazionali”, passando “dal ddl made in Italy, legge quadro per promuovere le filiere strategiche italiane”. Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervistato sul tema “Perché occorre una politica industriale”, sul palco del Teatro Sociale, durante il Festival dell’economia in corso a Trento.
Urso: spostare fondi verso progetti realizzabili e automotive
L’idea del governo è di togliere dal «Pnrr progetti non congrui e non realizzabili nel tempo» e spostare i fondi «su progetti realizzabili che inneschino uno sviluppo». «Se riusciremo a farlo e siamo convinti di farlo nella trattativa con l’Ue, abbiamo già i progetti da finanziare, il primo sarà la transizione 5.0, ciò credito fiscale pari almeno al 40% destinato alle imprese che investono nell'ammodernamento dei propri impianti in tecnologia green tanto più se indirizzati verso innovazione digitale. Secondo progetto, incrementare le risorse destinate all'automotive» per rinnovare il parco macchine italiane, troppo vecchio. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l'incontro “Perché occorre una politica industriale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. Inoltre, Urso ha ricordato che molti degli incentivi degli ultimi anni sono andati ad auto prodotte all’estero, mentre l’obiettivo è quello di incentivare la produzione in Italia.
Urso: su prezzo gas trovata soluzione dove Draghi non era riuscito
«L’Italia in questi primi tre mesi dell'anno è cresciuta più della media dei paesi europei, più dei paesi Ocse, più dei paesi del G7 e più di Usa, Giappone, Francia e più della Germania che purtroppo invece è entrata in recessione. Non siamo noi un problema per loro, sono loro che possono essere un problema per noi. Abbiamo fatto meglio di loro, perché abbiamo preso il toro per le corna. Abbiamo fatto quello che Draghi non era riuscito a fare, frenare il prezzo del gas. Siamo tornati al livello del 2020». Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l'incontro “Perché occorre una politica industriale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.
Urso: il fondo sovrano europeo deve finanziare gli investimenti green
di Vittorio Nuti
«Lo dico agli ambientalisti, la transizione all’elettrico è una rivoluzione industriale per la quale dobbiamo riaprire le miniere. L’Europa ci dice che nei prossimi anni dovremo aumentare la produzione interna di almeno 15 su 34 materie prime critiche. E questi minerali si trovano sopratutto in Toscana, Liguria, Campania e sulle Alpi, spesso in aree protette e parchi naturali». Dobbiamo «fare scelte, l’elettrico significa scavare per recuperare i materiali per le batterie e le tecnologie che permettono la transizione elettrica». Questi materiali «non si scavano in Europa per i bassi margini di guadagno e gli alti costi ambientali, e si lascia il problema a paesi dove si scava senza regole, anche con il lavoro minorile, e ignorando i problemi ambientali. Per questo l’Europa si deve dotare di un fondo sovrano europeo, che finanzi questo tipo di investimenti». Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervistato sul tema “Perché occorre una politica industriale”, sul palco del Teatro Sociale, durante il Festival dell’economia in corso a Trento.
Urso: giovedì sarò a Washington per costruire una politica industriale ed energetica insieme agli Usa
di Vittorio Nuti
«Giovedì sarò a Washington per costruire insieme agli Usa una politica industriale ed energetica occidentale per rispondere alla sfida sistemica della Cina». Occorre ricordare che «rischiamo l’effetto aspirapolvere, che accompagna la politica industriale messa in campo dagli Usa, paese guida del capitalismo, mettendo in campo quasi 2mila miliardi di dollari di aiuti per rilanciare infrastrutture nuove tecnologie e transazione ecologica. Anche l’Europa deve promuovere una politica industriale assertiva per rispondere alla sfida strategica e industriale della Cina. Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervistato sul tema “Perché occorre una politica industriale”, sul palco del Teatro Sociale, durante il Festival dell’economia in corso a Trento.
Auto, Urso: normativa su Euro 7 è irrealizzabile
Il progetto della Commissione europea sulla normativa Euro 7 per le auto «è irrealizzabile». Lo ha ribadito Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l'incontro “Perché occorre una politica industriale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento, ricordando che l’Italia ha «firmato una lettera congiunta con 7 paesi, anche la Francia» per chiedere il ripensamento di questa normativa, indicando che «il progetto della Commissione è irrealizzabile».
Urso: Fondo sovrano europeo non è affatto scomparso
«Il Fondo sovrano europeo non è affatto scomparso». Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l'incontro “Perché occorre una politica industriale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Non si raggiungono quegli obiettivi sulle materie prime critiche (34 fondamentali per transizione ecologica e digitale) senza risorse comuni», ha sottolineato Urso, indicando che il Fondo sovrano europeo dovrebbe tornare a valle del Consiglio europeo di fine giugno relativo alle materie prime critiche.
Bernini: accesso libero a medicina porta a riduzione qualitativa
Il tema dell’accesso libero ai corsi di laurea in medicina e chirurgia “è delicatissimo e mette assieme diritto allo studio e qualità formativa: è evidente che l’apertura porta inevitabilmente a una riduzione degli standard qualitativi”. Lo ha detto la ministra Anna Maria Bernini. “Anche in questo caso - ha aggiunto - abbiamo fatto un gruppo di lavoro a termine per capire quali siano le esigenze, che tendono a cambiare, ed elaborare un meccanismo che ci dica quanto possiamo aprire. Ora prevediamo tra il 25 e 30% di nuove immatricolazioni a medicina e chirurgia. Continueremo a monitorare sulla base dei fabbisogni”.
Bernini: in 5 anni 40mila posti per l’housing universitario
“Per i prossimi cinque anni abbiamo messo insieme 40mila posti letto per l’housing universitario. Quello che però ci si aspetta da noi con i target del Pnrr sono 60.000 posti entro il 2026, di cui 7.500-8.000 sono già fatti. Il problema riguarda tutti, perché il target è globale, non solo del ministero”. Così la ministra Anna Maria Bernini al festival dell’economia di Trento. “L’emergenza alloggi c’è sempre stata - ha quindi precisato - ma ora è amplificata da pandemia e aumento dei prezzi. Abbiamo avviato dei gruppi di lavoro, chiedendo alle pubbliche amministrazioni e a tutti gli enti interessati che hanno immobili dismessi di metterli a disposizione il più velocemente possibile. Stiamo mettendo tutto l’impegno per il 2026, possibilmente mettendoci anche altri fondi”.
Savona: «Le grandi banche internazionali bloccano l’euro digitale»
Il progetto dell’euro digitale segna il passo e secondo il presidente della Consob, Paolo Savona, le difficoltà che sta incontrando il banchiere centrale italiano Fabio Panetta, che in Bce segue da vicino il progetto, sono legate all’opposizione delle grandi banche internazionali che hanno frenato l’idea, analoga, del dollaro digitale. Savona, intervenuto al Festival dell’Economia di Trento, ha detto che «Panetta, che è molto preparato sulla materia, a Francoforte ha detto in due anni vi porto la soluzione e adesso vi dirò perché - afferma Savona - non è riuscito e due giorni fa ha detto che ci vorranno cinque anni, subito corretto da Lagarde». Il progetto non procede, ha osservato, in quanto «se crei l’euro digitale i depositi, che oggi sono moneta, uscirebbero dal circuito monetario perché ci sarebbe una sola entità che la crea e la controlla». C’è stata quindi una reazione delle banche: «Non parlo di banche italiane e di banche europee tranne qualcuna - prosegue Savona - ma di quelle internazionali e dopo che l'anno scorso Biden ha chiesto loro se volessero il dollaro digitale, la risposta è stata che negli Stati Uniti non la creano».
Bernini: «Ricerca in Italia è più evoluta di quanto la si rappresenti»
«Credo che la ricerca in Italia e l’università siano molto più evolute di quanto le si rappresenti: mai come ora la ricerca fondamentale e ricerca applicata, industriale, si muovono in sintonia, di pari passo. Molti aspetti di ricerca parlano italiano. Non ci mancano cervelli, competenze , ricercatori, tech, ma dobbiamo strutturare in modo quanto possibile permanente questi talenti». Lo ha detto la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, intervenendo al panel “Università e ricerca fabbrica del domani”, nell’ambito del Festival dell’economia di Trento. «Abbiamo seminato moltissimo nel mondo, e ora, anche grazie alle possibilità economiche e all’acquisizione di fiducia del Pnrr, raccogliamo parte dei frutti. Noi dobbiamo fare infrastrutture strategiche, che è il modo con cui, parzialmente, si tampona la crisi demografica e la crisi di iscrizioni all’università. In Italia, si stanno creando vere e proprie strutture di ricerca d’eccellenza», ha aggiunto.
Autonomia, Fugatti: Trentino ha ambizione di essere modello di riferimento
«Abbiamo l’ambizione di essere un modello di riferimento, grazie ai nostri Statuti speciali e alla nostra storia, ma anche grazie alla responsabilità che ci siamo saputi assumere in tanti anni di gestione dell’autonomia». Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, intervenendo al Festival dell’Economia, sottolineando che «il tema delle autonomie speciali così come accolto nel testo scritto del disegno di legge Calderoli non rappresenta un pericolo per le Province autonome di Trento e Bolzano».
Borsa, Savona: «Incentivi Governo? Presi turandosi il naso, ma era necessario»
«Gli incentivi del Governo per frenare la fuga delle società dalla Borsa e incentivare le quotazioni sono stati positivi anche se si tratta di provvedimenti presi “turandosi il naso” in quanto spinti dalla necessità di rispondere a una concorrenza normativa estera molto forte». Paolo Savona, presidente della Consob, dialoga dal palco del Festival dell’Economia di Trento con l’economista dell’Università La Sapienza Marina Brogi che gli chiede un giudizio sull’azione del Governo.
«Le decisioni prese dal Governo sono utili perché, da un lato, frenano alcuni che volevano andare all’estero, dove i controlli sono inferiori e sono stati presi provvedimenti turandosi il naso, termine che magari sarà sgradito, ma la concorrenza normativa estera era tale - aggiunge l’economista - che alla fine consentiva a chi aveva il 5% del capitale di andare in assemblea e moltiplicare quella partecipazione anche per sette e prendere il controllo della società. Queste cose - prosegue Savona - quando devi affrontare un problema reale, come la competizione normativa, ti portano ad accettare le regole di chi è più forte e questo è stato accettato e mi va benissimo per incentivare la Borsa».
Auto: Bernabè, serve più tempo per gestire transizione industria e occupazione
La strada dell’auto è tracciata verso l’ettrificazione ma servirebbero altri tempi per gestire la transizione dell’industria e l’impatto sociale sull’occupazione. Lo ha detto Franco Bernabè, presidente Acciaierie d'Italia, durante l'incontro «Il 2035 come fine dei motori diesel e benzina è un obiettivo possibile?», nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. «Le auto hanno un footprint carbonico dell’8% rispetto al totale, il trasporto pesante vale il 9%, altri trasporti (aereo e marittimo) valgono il 7-8%», ha premesso Bernabè, sottolineando che «l’auto elettrica è alimentata da energia elettrica che non sempre è verde. Oggi l’energia viene soprattutto da carbone, gas e atomica. E in più ci sono i problemi a monte: produzione di cobalto e nichel - altamente inquinante - e poi a valle lo smaltimento delle batterie». Quindi, ha continuato Bernabè, «c’è un problema serio. Bisogna valutare dall'inizio alla fine la produzione di auto elettriche» che «non vuol dire che non si deve andare nella direzione» della transizione, però vuol dire affrontare un problema più complesso.
A questo bisogna unire il fatto che per la produzione di auto elettriche servono mediamente la metà del componenti di un’auto con motore a combustione interna, quindi in Italia, per esempio, «c’è una filiera che viene a mancare». In più, ha continuato Bernabè, «la Cina ha il 60% del parco installato di auto elettriche. La Cina produce i pezzi e poi li porta dove serve montarli. Così i player cinesi diventeranno quelli che hanno il predominio, questo significa dover affrontare un processo di riconversione di cui io non vedo spazi a livello occupazionale». In conclusione, per Bernabè, «andiamo in quella direzione ma servirebbero tempi per gestire la transizione anche sociale che sarà molto complessa».
Auto: Promotor, per elettrificazione completa Italia servono mille miliardi
Una vera motorizzazione di massa “elettrica” ci sarà solo quando queste auto saranno più accessibili, anche perché per una completa sostituzione del parco circolante italiano serviranno mille miliardi di euro. Lo ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, durante l'incontro “Il 2035 come dei motori diesel e benzina è un obiettivo possibile?”, nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «In Italia oggi una auto elettrica costa almeno 25mila euro.
La motorizzazione di massa decolla quando sul mercato c'è un'auto che costa quanto il salario medio anno di un operaio, oggi al netto è di 15mila euro», ha spiegato Quagliano, indicando che «una soluzione può essere abbassare prezzi, una seconda aumentare le retribuzioni e terzo impegnarsi in una campagna di incentivi, riconoscibili a tutti con stanziamenti maggiori», sottolineando che «per sostituire tutto il parco circolante italiano servono mille miliardi euro».
Il mercato dell’auto europeo sopravvivrà alla transizione elettrica ma Europa è l’unica a vietare i motori a combustione, che continueranno a esistere nel resto del mondo, ha proseguito Quagliano. «Il mercato dell’auto sopravvivrà a questa transizione. È possibile che dal 2035 non si vendano più auto con motori a combustione interna a benzina e gasolio ma è possibile che si vendano altri motori a combustione, già c'è la deroga per gli e-fuel e l’Italia ha chiesto la deroga per i biocarburanti», ha rilevato il presidente di Promotor, ricordando che «diesel e benzina dovranno essere venduti anche dopo il 2035 per alimentare le auto immatricolate prima che potranno ancora circolare ancora».
Inoltre, ha concluso Quagliano, «i motori a combustione interna a diesel e benzina continueranno a esistere nel resto del mondo. La conversione all’elettrico ha sempre più spazio ma in altri paesi nessuno pensa di vietare questi motori e la nostra industria europea se vorrà continuare a esportare dovrà continuare queste produzioni».
Valditara: troppe aggressioni ai docenti, introdurre nella scuola maggiore serenità
Il 21 giugno iniziano le prove di maturità. Si torna al sistema pre Covid. «Siamo consapevoli che veniamo da due anni difficili, del Covid. La prova orale è un colloquio di carattere interdisciplinare. Dimostrerà la capacità dello studente di aver assorbito i concetti fondamentali. Occorre rimettere al centro della vita scolastica la serenità. Sono aumentate le aggressioni ai docenti. Dobbiamo introdurre serenità». Lo ha detto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Valditara: nelle prossime settimane avvieremo un’agenda Sud contro la dispersione scolastica
«Nelle prossime settimane avvieremo un’Agenda sud, con un focus su 500 scuole del sud che secondo Invalsi hanno più difficoltà. Dobbiamo intervenire sulla dispersione scolastica». Lo ha detto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Valditara: istruzione tecnico professionale, riforma esecutivo precedente non basta
«La riforma dell’istruzione tecnico professionale promossa dal precedente governo è un passo in avanti, ma non basta. Si può pensare di prendere docenti dal mondo delle imprese, così da formare delle qualificate Lo schema è: quattro anni, più i due dell’Its. E poi il tema dell’apprendistato formativo». Lo ha detto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Valditara è intervenuto al dibattito su “La scuola italiana oggi e domani”, che si è svolto nell’ambito del Festival dell’economia di Trento.
Valditara: portare la cultura del lavoro nelle aule e rafforzare l’alternanza scuola-lavoro
«A me interessa una nozione democratica di merito, non elitaria. Il docente tutor e quello orientatore devono trovare elementi di incontro tra le potenzialità di uno studente e le esigenze del mercato del lavoro. Nella scuola dobbiamo portare il valore, la cultura del lavoro. Occorre rafforzare ulteriormente l’alternanza scuola-lavoro». Lo ha detto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Valditara è intervenuto al dibattito su “La scuola italiana oggi e domani”, che si è svolto nell’ambito del Festival dell’economia di Trento.
Valditara: oggi nessuno vuole fare il docente, occorre valorizzare il ruolo di chi insegna
di Andrea Carli
«Una scuola che abbia sempre più attenzione per lo studente. Serve una formazione sempre più individualizzata. Occorre inoltre valorizzare il ruolo del docente, figura allo stato attuale sottovalutata. Oggi nessuno vuole fare il docente». Lo ha detto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Valditara è intervenuto al dibattito su “La scuola italiana oggi e domani”, che si è svolto nell’ambito del Festival dell’economia di Trento. Leggi l’articolo completo
Graziano (Fincantieri): Cina vuole sovranità tecnologica, serve risposta europea
«I cinesi hanno un approccio diverso da quello russo; devono aprirsi verso le rotte artiche, hanno bisogno di una grande flotta, e non c’è dubbio che guardano a Taiwan; e soprattutto guardano alla sovranità tecnologica. Serve una risposta dell’Unione europea, per creare una autonomia strategica reale dell’Europa». Lo ha detto il generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri, intervistato da Lucia Annunziata al Festival dell’Economia di Trento. «Autonomia strategica - ha precisato Graziano - non significa separarsi dagli Stati Uniti. Non significa agire da soli, ma essere in grado di agire da soli se necessario, o raggiungere l’autonomia in chiave tecnologica, energetica o militare per supportare meglio la Nato e affrontare queste sfide globali insieme ai partner e ad altri alleati».
Cultura, Bracco: «Potenziare art-bonus, pubblico-privato per rilancio patrimonio»
«Sono convinta che i beni culturali siano per l'Italia una vera miniera d'oro. Il nostro Paese non è mai stato così attrattivo. Dopo la pandemia, i cittadini del mondo sono tornati a viaggiare e hanno fame di Italia. Il nostro Paese è pieno di tesori che vanno valorizzati al meglio grazie alla collaborazione tra pubblico e privato». Lo ha detto Diana Bracco, presidente e ceo del Gruppo Bracco, nel corso del Festival dell'Economia di Trento. Si tratta di un settore, sottolinea, «che crea ricchezza e posti di lavoro. Per questo è importante che il Pnrr preveda un apposito capitolo per la valorizzazione di questa miniera, investimenti che dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio».
Sangiuliano, per la Buchmesse un alto profilo pluralista
«È una grande occasione per l’Italia e io ne sono felicissimo. Adesso ci guarderemo attorno anche perché la nomina spetta al Governo nella sua collegialità e troveremo una persona di alto profilo che possa organizzare una presenza che sia pluralista, democratica e capace di rappresentare tutte le esperienze della nostra editoria e della nostra letteratura». Lo dice al festival dell’economia di Trento Gennaro Sangiuliano rispondendo alla domanda sulla presenza italiana alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, di cui il nostro Paese è ospite d’onore, dopo le dimissioni del commissario straordinario Ricardo Franco Levi.
PER APPROFONDIRE / Levi si dimette da commissario italiano alla Fiera di Francoforte
Graziano (Fincantieri): «In Europa molta frammentazione nella difesa»
«In Europa c’è molta frammentazione della spesa per la difesa e non ci sono economie di scala come negli Usa e nella Cina. In Europa se si progetta una nuova fregata se ne fanno cinque modelli, in America e in Cina una sola. Le economie di scala più efficaci richiedono nuove applicazioni industriali e coordinamento della parte industriale e di quella militare con la politica a fare da guida sottostante». È il messaggio lanciato dal presidente di Fincantieri, il generale Claudio Graziano, dal palco del Festival dell’Economia intervistato da Lucia Annunziata. (Ce.Do.)
Sangiuliano, vogliamo regalare un libro a ogni nascituro
«Stiamo lavorando a una legge sul libro, ho già anticipato alcune idee. Una che voglio dire qui è che pensiamo di regalare un libro a ogni nuovo nato. Adesso vedremo in che formula, dando un buono, magari attraverso gli strumenti informatici, lo Spid e quant’altro, alle famiglie che potranno acquistare un libro per il loro nascituro e poi regalarglielo quando avrà l’età per potere leggere». Lo ha detto il ministro Gennaro Sangiuliano nel suo intervento del Festival dell’economia di Trento. Il ministro dice poi di essere convinto che il formato cartaceo non decadrà mai: «È un po’ quello che è successo alla radio, si diceva che all’arrivo della televisione sarebbe scomparsa e invece è rimasta e ha trovato una sua dignitosa dimensione. Io penso che il formato cartaceo sopravviverà sempre, io lo preferisco dopo una giornata davanti al video».
Graziano (Fincantieri): una Ue più forte fa una Nato più forte
«Una Ue più forte fa una Nato più forte e l’Alleanza Transatlantica permette di proteggere meglio l’Europa anche dai futuri rischi ch arrivano dall’Indo-Pacifico». Lo ha detto il presidente di Fincantieri, il generale Claudio Graziano, intervistato da Lucia Annunziata nel corso del Festival dell’Economia di Trento. (Ce.Do.)
Maltempo, Ciriani: su commissario vedremo, importante è spendere soldi presto e bene
I fondi del Pnrr non saranno utilizzati per l’emergenza in Emilia-Romagna. «Sono cose diverse», ha detto Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, a margine dell’evento “Stati, autonomie e Pnrr” nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. «Il Pnrr ha destinazioni vincolate ma ci sono altre risorse che possono arrivare per le popolazioni colpite» dall’alluvione, ha aggiunto Ciriani. «Farei cose separate. Da una parte il Pnrr e dall'altra far ripartire l'Emilia-Romagna. Sono questioni importanti ma che terrei separate», ha precisato il ministro.
Sull’alluvione in Emilia-Romagna e aree limitrofe «l’unico decreto è quello approvato dal governo di cui faccio parte e che ha trovato 2 miliardi. Tutti gli altri sono testi che circolano ma non hanno dignità politica». Così Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, durante l’evento “Stati, autonomie e Pnrr” nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento, aggiungendo di trovare «poco edificante che mentre ancora spaliamo si faccia il totonomine sul commissario, io non partecipo. Mi interessa che i soldi arrivino alla popolazione e che i soldi siano spesi presto e bene». Se il commissario sarà «Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia-Romagna, ndr), se non sarà lui, se sarà un tecnico… vedremo più avanti. Per rispetto alle popolazioni, diremo chi sarà il commissario quando avremo nome», ha concluso Ciriani.
Intelligenza artificiale: Gay, sviluppo è velocissimo ma mancano competenze
L’intelligenza artificiale applicata all’industria sta registrando un progresso velocissimo e ora, spiega Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte nel corso di una tavola rotonda organizzata nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento «c’è una vera emergenza: mancano le competenze per gestirla». Gay, che guida la Digital Magics, spiega che servirebbe una sorta di piano Marshall per sviluppare le competenze.
Applicare l’AI nel lavoro di un’impresa consente di estrarre un grande valore dai dati e le rende più produttive «rimuovendo i lavori alienanti e ripetitivi» rispetto agli altri a valore aggiunto. Servono degli sviluppatori, spiega Gay, che abbiano competenze trasversali. Paolo Traverso, direttore strategie della Fondazione Kessler, centro di ricerca pubblico con sede a Trento, spiega che la chatbot creata dalla statunitense OpenAI rappresenta «un punto di svolta» ed ha potenzialità ma molti limiti. In particolare costruisce la risposta ai quesiti su base probabilistica, senza avere il senso di quello che scrive. La versione precedente all’attuale, ChatGpt3, consumava per la fase di training l’equivalente del consumo di energia di una famiglia media in un anno.
Ciriani: «Serve una riforma istituzionale che dia stabilità»
«Immaginiamo una riforma istituzionale che dia stabilità ai governi, non solo del governo Meloni. Ma che dia anche dignità al Parlamento che conta sempre meno, riforma deve dare forza a entrambi. Ci stiamo lavorando anche con la ministra Casellati. Abbiamo però molte emergenze, quindi c’è la necessità di dare risposte immediate e l’unico modo è fare decreti, dove abbiamo sistema parlamentare che non è in grado di dare risposte alla società e per questo abbiamo bisogno di un nuovo assetto istituzionale. Una riforma profonda dello Stato e delle istituzioni per fare un favore non al governo Meloni ma al Paese che ne ha estremo bisogno». Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nel corso dell’evento “Stati, autonomie e Pnrr”.
Sangiuliano: «L’ingresso agli Uffizi non può costare meno di una pizza»
«Il biglietto di ingresso agli Uffizi non può costare meno di una pizza. Penso che una persona quando attraversa per alcune ore un museo ne esce spiritualmente arricchita. Dobbiamo avere coscienza del valore della cultura». Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo in videocollegamento al Festival dell’Economia di Trento.
Ciriani: «Il Pnrr è uno degli impegni fondamentali del governo»
«Il Pnrr è uno degli impegni fondamentali del governo. Come ha detto la presidente Giorgia Meloni faremo di tutto per realizzare i progetti previsti e spendere i 230 miliardi che tra fondi europei e fondi italiani sono destinati al piano. Certo non ci nascondiamo le difficoltà storiche di un Paese che fa fatica a spendere soldi pubblici e le difficoltà derivanti dal fatto che il Pnrr è stato scritto in un’altra epoca storica, prima della guerra in Ucraina, prima dell’aumento del costo delle materie prime, prima dell’esplosione del costo del gas». Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al Festival dell’Economia di Trento. «L’impegno massimo del governo è fare in modo che tutti gli obiettivi vengano centrati da qui al 2026», ha aggiunto Ciriani, precisando anche che la tranche da 19 miliardi arriverà «nei tempi previsti».
Stiglitz: «Bisogna riformare il patto di stabilità»
«Bisogna riformare questo patto di stabilità». Ad affermarlo, nel corso del suo intervento al Festival di Trento, è il premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz. «L’obiettivo di un rapporto debito/Pil al 60% fa sì che l’Europa ha le mani legate. Ritengo che gli investimenti importanti e in particolare quelli per la transizione verde vadano slegati da questi obiettivi del 3% per quanto riguarda il deficit/Pil».
Bernabè: benzene nei limiti, impossibile uno stop a Taranto
Tutto è «ampiamente nei limiti di legge», appare quindi «impossibile» che per i picchi di emissione di benzene si arrivi a uno stop di impianti all’acciaieria di Taranto. Il presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, lo precisa rispondendo a una domanda - al Festival dell’Economia di Taranto - dopo l’ordinanza del sindaco. «C’è una contraddizione di fondo: lo stabilimento emette molto al di sotto dei limiti di leggi», possono esserci «solo sfiori temporanei ed all’interno dei limiti di legge», quanto si potrebbe respirare è «molto più piccolo del benzene che uno inala quando va a a fare il pieno di benzina».
Stiglitz: «Trump pericoloso, fiducia che americani sceglieranno ancora Biden»
«Penso - ha detto Stiglitz - che la presidenza di Joe Biden sia stata una di quelle di maggiore successo. Se si guarda alle leggi che è stato in grado di fare approvare da un Congresso molto molto complicato, si vede che il lavoro che ha fatto è impressionante». Guardando alle elezioni presidenziali americane del 2024, per le quali la campagna elettorale sta entrando nel vivo, l’economista auspica un secondo mandato dell’attuale inquilino della Casa Bianca, specie se il suo avversario dovesse essere l’ex presidente Donald Trump: «La politica è una cosa molto complessa. Il candidato di punta alla nomination repubblicana, Donald Trump, che è una persona pericolosa, è in chiaro contrasto con una persona per bene, Joe Biden, che ha avuto molto successo. Quindi ho fiducia nel fatto che gli americani sceglieranno ancora una volta Biden, che sembra godere di ottima salute ed è in buona forma. Penso che avrebbe senso per i democratici unirsi attorno alla figura di Biden. Quando ci si fa politica occorre anche una certa solidarietà e Biden è in grado di garantirla”, ha detto Stiglitz.
Stiglitz: «Il capitalismo non funziona, c’è una crisi della democrazia nel mondo e cresce il populismo»
«Il capitalismo non funziona, c’è una crisi della democrazia nel mondo e cresce il populismo». Lo ha detto Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 e professore della Columbia University. Inoltre, «non avevamo realizzato fino a poco fa il rischio ambientale e delle risorse naturali, l’errore che abbiamo commesso è stato di aver sottovalutato la velocità dei cambiamenti ambientali e la gravità delle conseguenze».
Stiglitz, incompetenza del Governo nella gestione dei fondi Pnrr, rischio recessione
«Non conosco bene i dettagli sull'economia italiana per avere un'idea precisa, ma penso che chiaramente uno dei problemi è che l'attuale governo sembra avere mostrato un alto livello di incompetenza nel dimostrare di essere in grado di gestire i fondi che l'Europa ha fornito». Lo ha detto Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 e professore della Columbia University, a margine del panel a cui partecipa nell’ambito del Festival dell'Economia di Trento, rispondendo a chi chiedeva una previsione sull’andamento dell’economia italiana. Le spese nell’ambito del Pnrr «sono molto importanti per lo stimolo fiscale, che sarà importante per controbilanciare gli effetti dell'inasprimento della politica monetaria. E continuare con questa incompetenza amministrativa, e lasciamo perdere qualunque altra cosa sul governo, renderà la recessione più probabile».
Stiglitz, rischio recessione in Usa e Europa, da rialzo tassi impatto su credito
Nonostante qualche segnale di miglioramento dell’economia, in Europa e negli Stati Uniti, una recessione è ancora possibile, visti i molteplici rischi legati all’incremento dell’inflazione e alla politica delle banche centrali. «Penso ci sia un rischio di recessione, la Germania è già entrata in recessione tecnica. Penso che negli Stati Uniti il problema sia peggiore di quanto si crede, perché con l'inasprimento della politica monetaria si hanno ricadute anche sulla disponibilità di credito». Lo ha detto Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2003 e professore della Columbia University, a margine del panel a cui partecipa nell’ambito della XVIII edizione del Festival dell'Economia di Trento, intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo”, organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing.
«La crisi finanziaria, con il crack della Silicon Valley Bank e le difficoltà di altre banche regionali, implica che gli istituti avranno un approccio più conservativo sull'erogazione di prestiti. Secondo alcuni questo è l’equivalente di un ulteriore rialzo di uno o due punti percentuali dei tassi di interesse, inoltre molti temono che la Federal Reserve possa alzare ulteriormente il costo del denaro. C'è quindi un rischio di rallentamento», ha detto l’economista. Certo negli Stati Uniti sono state varate consistenti misure di stimolo, come l'Ira e il Chips Act, e «questo potrebbe controbilanciare una parte della contrazione monetaria».
Nel Vecchio Continente la situazione potrebbe essere più complicata: «Temo che in Europa, dove non ci sono stimoli fiscali altrettanto potenti, non ci sarà questo controbilanciamento. E temo anche che l’accordo che si sta definendo negli Stati Uniti con la frangia estremista del partito repubblicano per risolvere il problema dell'innalzamento del tetto del debito potrebbe indebolire l'economia. Quindi sia negli Stati Uniti sia in Europa penso ci siano minacce reale che potrebbero fare aumentare la probabilità di recessione», ha spiegato.
Intesa: 70% imprese italiane ripensa la catena del valore
«Da una nostra indagine, di Intesa Sanpaolo, vediamo che il 70% delle imprese italiane sta ripensando le proprie catene del valore, nella direzione di accorciarle. Costerà qualcosa in più, ma gli imprenditori vogliono la sicurezza di quelle componenti, e quindi guardano a Paesi più vicini, tornando verso l’Europa e verso il Mediterraneo». Così Gregorio De Felice, chief economist di Intesa San Paolo, al Festival dell’Economia di Trento. Nel Mediterraneo, ha detto De Felice, «passa il 30% del commercio mondiale di petrolio e gas» e «si concentra il 27% del traffico marittimo di container». Per quanto riguarda i rapporti con il Mediterraneo, ha aggiunto De Felice, «le imprese possono andare per conto loro, ma se ci fosse una benedizione non solo dei governi, ma anche dell’Europa, sarebbe molto meglio». «Spinta agli investimenti - ha aggiunto lo chief economist di Intesa San Paolo - soprattutto nel settore privato con strumenti come le Zone economiche speciali, impegno sulla transizione verde e digitale, sullo sviluppo di grandi infrastrutture e sulla creazione di posti di lavoro sono le direttrici su cui l’Ue può intervenire per avviare nuove strategie globali con l’Africa, riacquistando competitività rispetto alla Cina, creando sviluppo e occupazione locali che potrebbero mitigare i flussi migratori causati anche dalla cronica mancanza di lavoro».
Rossi (Tim): Italia può giocare ruolo tra grandi del mondo
L’Italia può giocare sul palco dei grandi Paesi mondiali perché «ha un’abilità speciale nel mondo, che è quella di combinare insieme una sofisticazione tecnologica notevole con il gusto, il bello e ben fatto. È forse l’unico Paese al mondo che ha questa combinazione miracolosa». Così Salvatore Rossi, presidente di Tim, durante l'evento “Fatti e cambiamenti dell'economia mondiale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento, raccontando le riflessioni alla base del suo ultimo libro “Breve racconto dell’Italia nel mondo attraverso i fatti dell’economia”. «La mia idea di partenza è stata quella di mettere a confronto l’economia italiana, in maniera non congiunturale e legata al presente immediato, ma un confronto strutturale con dati relativi agli anni recenti, con 5 altri grandi Paesi: Germania, Francia, Stati Uniti, Cina e Giappone. Sono tutti Paesi più grandi dell’Italia, anche come popolazione: io volevo capire se l’Italia possa avere ambizioni economiche, quindi anche sociali e politiche, nel mondo dei grandi Paesi», ha spiegato Rossi. «Ho fatto un confronto certosino alla cui fine ho tratto un messaggio: l’Italia è 25esima al mondo per popolazione ma è decima al mondo per capacità produttiva e Pil e da vari anni è capace di esportare più di quanto importi, esportando anche cose sofisticate e tecnologiche», ha continuato il presidente di Tim. «Ovviamente abbiamo un sacco di problemi e difetti e dobbiamo fare i compiti a casa molto più e molto meglio di quanto abbiamo fatto negli ultimi anni. Questo tocca tutti gli strati della società, non solo la politica: un Paese, una nazione, è ciò che tutti sanno fare, che sa fare la società nel suo complesso, con uno sforzo di autocoscienza e liberandosi di certi residui negativi», ha concluso Rossi.
Rossi (Tim): settore tlc in sofferenza per concorrenza colossi tech
«Il settore delle tlc si trova in una fase difficile, nella quale sta subendo la concorrenza dei colossi tech che erodono le opportunità di ricavo, rendendo complicato affrontare gli ingenti investimenti necessari per restare competitivi». Lo ha detto Salvatore Rossi, presidente di Tim, a margine dell'evento “Fatti e cambiamenti dell'economia mondiale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Le tlc sono un mercato molto importante in questo momento ma reso difficoltoso sia dagli sviluppi tecnologici che si riflettono sugli sviluppi di mercato sia dai grandi operatori che si stanno affacciando sul mercato come ad esempio alcune multinazionali americane che non sono nate nel mercato tlc, ma che si stanno affacciando utilizzando scorciatoie tecnologiche», ha affermato Rossi, aggiungendo che si deve pensare «a Whatsapp che ha sostituito completamente gli sms che erano una fonte di ricavi per tutti gli operatori. Whatsapp ha spazzato via questo sistema in un anno, due. Quindi è un mercato in questo momento in sofferenza, per gli operatori ma forse anche per i consumatori che godono di questa concorrenza ma in realtà tra qualche anno non ne potranno più godere perché gli enormi investimenti necessari per tenere il passo in questi avanzamenti tecnologici non possono essere fatti».
Ucraina, Massolo (Mundys): per pace aspettare esito controffensiva
«Questa guerra è data dagli sviluppi sul terreno, non è tempo per mediazioni ma questo non vuol dire che non bisogna prepararle. Siamo alla vigilia di una controffensiva ucraina e dall'altra parte non possiamo pensare che la Russia possa essere sconfitta sul terreno. Vedremo la situazione sul terreno dopo la controffensiva, aspettiamo l’esito tarda nella primavera e poi vedremo cosa sarà possibile fare». Così Giampiero Massolo, presidente di Mundys e dell’Ispi, durante l'evento “Fatti e cambiamenti dell'economia mondiale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.
In questo quadro, ha ricordato Massolo, «l’Occidente si è dato una regola di ingaggio: niente contrapposizione diretta» e bisogna riconoscere che «non bastano le forniture per prevalere militarmente sull'aggressore». Sicuramente, ha continuato l’ambasciatore Massolo, si dovrà «coinvolgere la Santa Sede, non per mediare ma per aspetti tragici e odiosi: come i bambini ucraini portati forzosamente in Russia, i prigionieri e i corpi militari da restituire alle famiglie». Inoltre, ha continuato Massolo, «c’è il tentativo cinese, che è visto con sentimenti misti, da una parte la Cina cerca di accreditarsi come mediatore, cercando di non schiacciarsi sull’aggressore ma qualche sospetto c’è perché il mediatore cinese ha fatto sottintendere che i russi possano restare nei territori occupati», cosa che gli ucraini non possono accettare. Ad ogni modo, ha concluso Massolo, «il campo ci restituirà una immagine e solo allora potremo vedere la situazione».
Energia, Intesa Sanpaolo: capacità rinnovabile Nord Africa triplicherà
«Gli ultimi dati della International energy agency evidenziano che la crescita della capacità rinnovabile nel Nord Africa e nel Medio Oriente dovrebbe triplicare nel periodo 2022-2027 rispetto al quinquennio precedente, raggiungendo i 45 GW di nuove installazioni, soprattutto grazie al solare». Lo ha detto Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento, durante l’incontro «Energia, industria, ambiente: il triangolo strategico del Mediterraneo». «A lungo termine la svolta arriverà dall’idrogeno verde, che potrà essere prodotto proprio grazie all’energia solare e importato anche con i gasdotti già esistenti - ha aggiunto De Felice -. Le sfide comuni potranno trasformarsi in opportunità, nel reciproco interesse e in un’ottica win-win per i Paesi a nord e per quelli a sud del Mediterraneo».
Industria, Profumo: modelli educativi figli dei modelli industriali in cui sono nati
«I modelli educativi sono figli dei modelli industriali in cui sono nati». Ad affermarlo nel corso del suo intervento al Festival dell’Economia è il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo. «La prima rivoluzione industriale - sottolinea - è stata caratterizzata da una forma di energia, l’utilizzo del vapore che ha sostituito parzialmente l’attività muscolare. Da questa prima rivoluzione industriale è nato un modello educativo collegato. Stessa cosa con la seconda rivoluzione industriale caratterizzata dall’arrivo dell’energia elettrica che ha avuto come conseguenza un nuovo modello educativo. Stessa cosa anche per la terza rivoluzione industriale, quella della robotica e dell’automazione e per la IV rivoluzione industriale, quella attuale». Le prime rivoluzioni industriali, spiega Profumo, “sono durate 70-80 anni, ora i tempi si riducono. Adesso durano 20 anni e anche meno. Si parla già della V rivoluzione industriale che, come ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dovrebbe essere quella delle grandi transizioni: ecologica, digitale e di resilienza sociale. Per non rimanere in difficoltà dobbiamo attrezzarsi sin dalla scuola elementare con un percorso di sensibilizzazione. Importante il skilling e il reskilling delle persone».
Rossi (Tim): banche centrali in ritardo contro l’inflazione
«L’inflazione non è stata innescata dalla crisi in Ucraina ma arriva dalla ripresa post pandemia e, se pure le banche centrali stanno intervenendo per evitare la spirale prezzi-salari come negli anni Settanta e Ottanta, si sono mosse in ritardo». Lo ha detto Salvatore Rossi, presidente di Tim, durante l'evento “Fatti e cambiamenti dell'economia mondiale” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.
L’inflazione «non nasce dal conflitto, nasce un po' prima, dal fatto che il mondo intero si è ripreso più delle attese dalla profondissima caduta dovuta al Covid. La domanda aggregata è cresciuta», ha indicato Rossi, spiegando che «l’inflazione si è accesa in questo modo e l’inflazione di questo tipo può essere molto temporanea o radicarsi nella società, incorporandosi dentro le contrattazioni salariali, come succedeva negli anni Settanta e Ottanta». Ora, comunque, ha continuato Rossi, «intervengono le banche centrali: il loro ruolo è far sì che inflazione non si innesti, evitare la spirale prezzi-salari» ma «forse hanno iniziato con ritardo. Le banche centrali, Fed, Bce e Bank of Japan, si sono svegliate un po' tardi. Tutte hanno reagito tardi. Si sono accorte tardi dell'inflazione. Poi la crisi in Ucraina ha un po' peggiorato ma non l'ha determinata».
Al Festival dell’Economia di Trento il futuro del mondo
I cambiamenti dell’economia globale tra istruzione, ricerca, nuove tecnologie e sostenibilità. Saranno questi alcuni dei temi che saranno affrontati nel corso della terza giornata del Festival dell’Economia di Trento. La rassegna, organizzata dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma, è giunta alla sua 18/a edizione. Folta la presenza del governo con il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dell’Università e ricerca, Anna Maria Bernini, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. A confrontarsi sui temi della giornata ci saranno anche molti manager come il presidente di Tim, Salvatore Rossi, e l’amministratore delegato Pietro Labriola; il presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, e Andrea Illy. Sul perché l’euro non basta parlerà il presidente della Consob Paolo Savona. Proseguono le iniziative del FuoriFestival con approfondimenti culturali, musica e spettacoli.